30 giugno 2018, la prima rilevazione dell’anno dedicata alla rete del bricolage. Un semestre che non dimostra particolare vivacità in termini di nuove aperture, tant’è che il saldo totale è di 6 unità, con un incremento della superficie totale di vendita di poco superiore al punto percentuale.
Ciò che è più interessante da analizzare, al di là dei numeri, è il processo di cambiamento che questo comparto distributivo ha intrapreso; un processo non sappiamo se reso necessario dal fatturato da raggiungere -esplorando merceologie nuove – o perché di fronte ad un processo di maturazione che impone un’evoluzione verso nuovi formati e nuove forme di punti vendita dedicati alla casa.
All’estero è pieno di esempi che mescolano diy ad elettrodomestici o complementi d’arredo, senza però rivendicare la formula nostrana dei mercatoni che, sembra attraversare un momento di ripensamento. Format “misti” oltre le dimensioni – Home Depot e Clas Ohlson, per intenderci – che interpretano il concetto di Home Improvement nel senso più ampio della parola.
Una parola che, da noi, non ha neanche una traduzione, ma che esprime molto bene un’offerta per la casa declinata secondo le scelte del distributore e/o le dimensioni del proprio parco negozi.
Sicuramente un processo da seguire con attenzione, insieme a quella razionalizzazione che quest’anno ha avuto il suo “coup de théâtre” con il Gruppo Bricofer ma che potrebbe, anche se in misura minore, interessare altre realtà.
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