Garden Center Ardenghi: “meglio l’approccio diretto con il cliente”
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Il Ponte San Michele scavalca l’Adda a un’ottantina di metri di altezza, collegando la sponda lecchese a quella bergamasca. Da questa parte, proprio all’imbocco del ponte e quasi a picco sul fiume, sorge il Garden Center Ardenghi.
Una classica storia di famiglia cominciata negli anni Cinquanta con la floricoltura di Angelo Ardenghi e cresciuta, a partire dagli anni Novanta, con la terza generazione, ora alla guida: Marco e Betty hanno trasformato l’attività in un garden center che oltre a una certa varietà merceologica ha sviluppato numerosi servizi, facendo scelte precise per mantenere da una parte l’identità tradizionale, rispondendo però anche alle esigenze di un territorio e di un pubblico particolarmente vario.
“Siamo l’ultimo baluardo della provincia di Bergamo, ma i nostri clienti provengono anche da lecchese, dalla Brianza. Oltre a questo target – spiega Marco Ardenghi – che potremmo dire più “tradizionale”, interessato a prodotti per il giardino e l’orto, possiamo contare anche su una clientela giovane e sul turismo del fine settimana. Così abbiamo clienti persino in centro Milano”.
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Il garden sorge a Calusco su una superficie di 10-12mila metri quadri, con un edificio di circa 1500 mq, costruito intorno agli anni Novanta, che propone accanto al fiore reciso anche oggettistica e attrezzature per il giardino. Completano l’attuale struttura 2000 mq di serre calde e un magazzino; in altre sedi il garden ha un secondo punto vendita, dedicato solo al reciso, e tre vivai. Al garden lavorano 13 persone, guidate appunto dai fratelli Ardenghi, Marco e Betty, ciascuno specializzato in un particolare settore.
“La nostra offerta merceologica è frutto della scelta di mantenere al centro fiori e piante, dunque non proponiamo macchinari e non abbiamo preso in considerazione il settore pet. Puntiamo invece molto sul servizio alla clientela, anche a livello di consulenza”, sottolinea Ardenghi.
Nell’edificio principale, accanto al fiore reciso trova spazio l’oggettistica e home decor, mentre all’esterno è proposto un importante assortimento di piante ornamentali e da orto, nelle serre calde sono coltivate a doppio ciclo Poinsettie e annuali.
“Negli anni ci siamo specializzati sia nell’ambito degli eventi, arrivando a contare, nei primi Duemila, anche duecento matrimoni all’anno, sia nei servizi per le attività commerciali. Infine siamo specializzati in progettazione, realizzazione e manutenzione di aree verdi sia per privati, sia soprattutto per il pubblico”, prosegue Marco Ardenghi.
“Con la quarta generazione, che comincia ad affacciarsi, ci piacerebbe implementare un’attività di corsi e la coltivazione in pieno campo con la proposta del “you-pick”, ultimamente di tendenza“. Attivo sui canali social e presente sul web con un proprio sito, dopo aver lavorato durante i lockdown con le consegne a domicilio, il garden non ha però proseguito sulla strada dell’e-commerce, preferendo valorizzare “l’approccio diretto con il cliente, che ama anche farsi consigliare e guidare”.
Domandiamo a Marco Ardenghi cosa pesi maggiormente sul futuro di un garden, in questo momento. “L’incertezza, la mancanza di serenità dei clienti, e ovviamente i rincari di energia e trasporti che per il riscaldamento delle serre e le consegne si fanno senza dubbio sentire. Per quanto riguarda la progettazione di aree verdi invece direi che manca materiale vivaistico, soprattutto alberature: il boom di richieste degli ultimi mesi, dopo la crisi edilizia del 2008 che aveva quasi interrotto la produzione, ha contribuito a un’impennata dei costi anche in questo ambito”.
Nella foto da sx: Ida, Marco, Betty e Fabio Ardenghi
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