RAEE, quanto ne sanno gli italiani?L’indagine IPSOS DOXA
Una fotografia sulla raccolta RAEE in Italia: i risultati della ricerca IPSOS DOXA presentati da Alberta Della Bella.
Nel corso del convegno “Evoluzione della raccolta RAEE oggi e domani: un confronto fra gli attori tra rischi e opportunità”, organizzato del Centro di Coordinamento RAEE, Alberta Della Bella, Senior Researcher Public Affairs di IPSOS DOXA Italia, ha presentato una ricerca che mette a fuoco criticità, potenzialità e comportamenti degli italiani nella gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Un’indagine che, come ha sottolineato la ricercatrice, parte da un momento cruciale: il presente, ovvero l’esigenza di aumentare i volumi di RAEE correttamente avviati al riciclo ogni anno.
Il punto di partenza è il ruolo congiunto di cittadini e distribuzione. Il cittadino genera il rifiuto e la distribuzione rappresenta il principale punto di contatto grazie alla sua capillarità. L’obiettivo della ricerca è quindi costruire una fotografia aggiornata e rappresentativa delle dinamiche nazionali relative al conferimento, con particolare attenzione alla conoscenza e all’utilizzo dei servizi uno contro uno e uno contro zero, elementi cardine dell’intero sistema.
La base empirica è ampia: il campione coinvolge duemila cittadini, rappresentativi della popolazione adulta per genere, età, area geografica, titolo di studio e condizione economica. Le voci raccolte, ha spiegato la ricercatrice, costituiscono quindi un’eco fedele dello stato di conoscenza e delle abitudini effettive degli italiani.
Acquisti elevati e sostituzione come motore della generazione di RAEE
Dai dati emerge che l’acquisto di apparecchiature elettriche ed elettroniche non è un fenomeno sporadico: il 91% degli intervistati dichiara di aver acquistato almeno un prodotto negli ultimi dodici mesi, con una media di cinque apparecchiature a testa. Una scala di consumo che conferma la vastità del potenziale RAEE generato ogni anno nel Paese.
Analizzando i canali, il negozio fisico di grandi dimensioni resta il punto di riferimento per le grandi apparecchiature, mentre per le altre categorie si registra un equilibrio più marcato fra fisico e online. Anche le modalità di consegna e ritiro riflettono questa dualità, con una leggera prevalenza del ritiro in negozio per alcune tipologie come le sorgenti luminose.
Il dato più rilevante riguarda però la motivazione di acquisto: nel 59% dei casi l’acquisto avviene in sostituzione. Ciò significa che per ogni dieci apparecchiature acquistate, sei generano potenzialmente un RAEE. Un flusso costante, ampio e intercettabile, che rappresenta la principale opportunità del sistema di raccolta.
Conoscenza normativa: un divario ancora molto ampio
Per trasformare questo potenziale in raccolta effettiva è però necessario un elemento imprescindibile: la conoscenza delle procedure e dei servizi. È proprio su questo punto che emerge una delle criticità più rilevanti dell’indagine.
Solo il 16% degli italiani dichiara una buona o ottima conoscenza della normativa RAEE, mentre la maggioranza ammette una conoscenza superficiale o del tutto insufficiente. Si tratta di un vero gap informativo, che impatta direttamente sull’efficacia dei servizi messi a disposizione.
Scendendo nel dettaglio, il servizio uno contro uno risulta noto nella sua gratuità, ma solo un intervistato su tre sa che l’obbligo riguarda sia i negozi fisici sia l’online. Ancora più critica è la situazione dell’uno contro zero: il 44% non sa nemmeno di cosa si tratti e solo il 12% ne conosce realmente il funzionamento. Una “terra in ombra”, come è stata definita, che limita fortemente il conferimento delle piccole apparecchiature.
L’indagine mostra come la chiarezza percepita sull’obbligo di ritiro sia molto più alta per le grandi apparecchiature, dove il disagio logistico associato allo smaltimento spinge il cittadino a informarsi e a usufruire del servizio. Al diminuire delle dimensioni del prodotto, la percezione diventa invece più sfumata.
Tale dinamica si riflette anche nell’utilizzo effettivo del servizio: in circa il 45% dei casi il ritiro non viene attivato, principalmente perché il cittadino afferma di non essere stato informato o perché il ritiro non era contestuale alla consegna del nuovo, quindi percepito come scomodo.
Dove il servizio viene utilizzato, le motivazioni principali sono la sicurezza e, ancora una volta, la presenza di informazioni chiare e tempestive. Non manca una quota, seppur marginale, di casi in cui il ritiro è stato proposto a pagamento o addirittura negato.
Nonostante questi ostacoli, la soddisfazione risulta molto alta: il 77% degli utilizzatori si dichiara soddisfatto, con risultati omogenei tra negozio fisico e online. Un dato che conferma l’efficacia del servizio quando viene correttamente comunicato e messo in pratica.
Uno contro zero: un servizio poco conosciuto ma molto apprezzato da chi lo usa
Il servizio uno contro zero, dedicato al conferimento delle piccole apparecchiature senza obbligo di acquisto, mostra un livello di utilizzo molto basso: solo il 15% degli intervistati lo ha utilizzato nell’ultimo anno. Tuttavia, quando viene attivato, l’esperienza è positiva in due casi su tre, con un livello di soddisfazione ancora più alto rispetto all’uno contro uno: l’88% degli utenti si dichiara soddisfatto.
Il valore potenziale del servizio è dunque evidente, ma risulta soffocato da una carenza informativa che ne limita drasticamente la diffusione. I cittadini chiedono soprattutto comunicazione: punti di raccolta ben visibili, indicazioni chiare su cosa può essere conferito e, come per l’uno contro uno, incentivi o leve promozionali che rendano più naturale l’adozione del comportamento corretto.







Facci sapere cosa ne pensi