Marca, consumi e lavoro: il ruolo sociale dei brand
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I risultati dell’indagine Centromarca-Swg fotografano il ruolo crescente dell’industria di Marca come attore sociale ed economico
Durante l’assemblea annuale di Centromarca – l’Associazione Italiana dell’Industria di Marca – è stata presentata un’indagine realizzata con Swg che esplora il percepito degli italiani rispetto a cambiamenti profondi nel welfare, nei consumi e nel mondo del lavoro. Il tema dell’incontro, “Valori della Persona e Valore della Marca – Risposte sostenibili alle istanze del presente”, ha fatto da cornice a una riflessione sul ruolo della Marca nei nuovi scenari economici e sociali.
La Marca come attore sociale riconosciuto
Il 71% degli italiani considera le marche più note dei veri e propri attori sociali, capaci di contribuire concretamente al benessere collettivo in un contesto in cui il welfare è in trasformazione. Non solo: per l’81% dei cittadini l’industria di Marca ha un impatto positivo sull’economia, fungendo da motore per sviluppo, occupazione e innovazione.
I valori chiave associati alla Marca – sostenibilità, investimento nella comunità, difesa della tradizione italiana e visione internazionale – non si escludono, ma si integrano, componendo un’identità d’impresa capace di rispondere a pubblici eterogenei. Le preferenze si differenziano tra generazioni: la Gen Z privilegia aziende sostenibili e globali, i Baby Boomers danno valore alla tradizione e al radicamento locale.
Il consumo come scelta valoriale
Acquistare un prodotto di Marca, per il 50% degli italiani, è oggi un atto che va oltre la qualità: è una presa di posizione a favore di standard elevati, anche etici. Per i giovani consumatori, l’adesione ai valori di un brand diventa una forma di appartenenza: il 55% della Gen Z e il 56% dei Millennials vedono nel consumo un modo per sentirsi parte di una comunità.
In questo scenario si inserisce la cosiddetta “phygital revolution”: il 91% degli italiani utilizza il digitale durante il processo di acquisto, il 53% confronta i prezzi online, il 47% cerca informazioni su caratteristiche e recensioni, ma poi vuole toccare, vedere, sperimentare.
E, infatti, il 29% preferisce ancora concludere nel punto vendita fisico. A vincere sono le marche che sanno creare esperienze significative e omnicanale.
Il lavoro tra attrattività e nuove sfide
Negli ultimi dieci anni, l’aspirazione a diventare imprenditori è calata dal 45% al 33%, mentre cresce l’attrattività del lavoro dipendente. Tuttavia, rimane forte la difficoltà per le aziende nel reperire personale qualificato: secondo i dati Centromarca-Ref Ricerche, il 19,5% delle imprese ha riscontrato gravi problemi in tal senso, il 61% almeno occasionali.
Diventa quindi essenziale costruire identità aziendali inclusive, trasparenti e attrattive. L’indagine Swg conferma che un lavoratore su due beneficia già di servizi welfare aziendali, e che le preferenze si orientano verso benefit legati al benessere personale: rimborsi medici (53%), convenzioni sanitarie (42%) e viaggi (27%).
Intelligenza artificiale: fiducia e timori
Un paradosso evidenziato dalla ricerca riguarda l’intelligenza artificiale: la Gen Z, pur essendo nativa digitale, è la generazione più spaventata dalle sue ricadute occupazionali. Il 42% degli italiani prevede che l’IA aumenterà le competenze richieste, un altro 42% auspica maggiore produttività, mentre il 41% teme la riduzione dei salari e il 40% auspica una riduzione dei carichi e dei ritmi di lavoro.
In questo contesto, l’industria di Marca è chiamata a diventare “palestra di futuro”, uno spazio dove l’innovazione non genera paura, ma opportunità. Non solo datori di lavoro, ma veri architetti del domani.
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