Logistica e materiali da costruzione. Il caso Germania
Il rapporto dell’Istituto dell’economia tedesca di Colonia (IW Köln) evidenzia il ruolo cruciale della logistica e i limiti strutturali del sistema dei trasporti per il comparto edilizio.
Il nuovo studio dell’Institut der deutschen Wirtschaft di Colonia (IW Köln), intitolato “Baustoffe bewegen Deutschland” e commissionato dall’associazione federale Bundesverband Baustoffe – Steine und Erden e.V., mette a fuoco con precisione l’importanza economica e logistica dei materiali da costruzione, delle pietre e delle terre per l’economia tedesca.
Dietro un comparto spesso percepito come tradizionale e frammentato, lo studio rivela un sistema di trasporti che rappresenta quasi un terzo del volume merci complessivo del Paese e costituisce un pilastro insostituibile della filiera edilizia e delle infrastrutture.
Un’industria capillare ma strategica
Secondo il rapporto dell’associazione federale Bundesverband Baustoffe – Steine und Erden, rilasciati a settembre 2025, nel 2024 l’industria tedesca dei materiali da costruzione, pietre e terre contava 3.396 imprese con oltre 20 dipendenti, pari all’8,5% del totale delle aziende manifatturiere.
Il comparto impiegava 119.900 addetti, che diventano circa 145.000 includendo le microimprese escluse dalle statistiche ufficiali. Il monte salari lordo superava i 6 miliardi di euro, mentre il fatturato complessivo raggiungeva i 31,8 miliardi di euro, di cui il 90% generato sul mercato interno.
Il settore, spiega il rapporto, “è caratterizzato da una rete fitta di piccole e medie imprese distribuite in modo uniforme sul territorio federale”. La produzione è quindi fortemente localizzata: cave, cementifici, impianti di calcestruzzo e stabilimenti di trasformazione si trovano spesso vicino alle aree di consumo.
Questa prossimità geografica riduce le distanze di trasporto e i costi logistici, ma rende il comparto dipendente dal trasporto stradale e vulnerabile alle inefficienze infrastrutturali.
Il trasporto di pietre, sabbia e ghiaia domina i flussi merci tedeschi
I materiali da costruzione rappresentano la voce più pesante del traffico merci tedesco. Nel 2022 la categoria “pietra naturale, sabbia e ghiaia” (NST7-035) è stata l’unica a comparire tra le prime cinque merci trasportate su strada, ferrovia e vie fluviali.
Gli autocarri tedeschi hanno trasportato 879 milioni di tonnellate di queste materie prime, equivalenti a circa il 30% del totale delle merci trasportate su gomma in Germania.
La distanza media è di appena 33 chilometri, con quasi il 90% dei viaggi sotto i 50 km e solo il 2% oltre i 150 km. Questo dato riflette un modello produttivo fortemente locale: la maggior parte delle cave si trova vicino ai centri di consumo e di costruzione. “Solo la distribuzione spaziale frammentata di fornitori e acquirenti – osserva l’autore Thomas Puls – rende necessario l’utilizzo prevalente del camion come mezzo di trasporto”.
Il trasporto su ferrovia e per via d’acqua, pur presente per i grandi volumi e le lunghe distanze, rappresenta meno del 5% del totale e si concentra su flussi specifici come argille speciali, clinker cementizio o calce viva, merci ad alto peso specifico e valore aggiunto. In questi casi la distanza media supera i 200 km e la ferrovia mostra vantaggi competitivi, ma solo in presenza di infrastrutture adeguate, materiale rotabile disponibile e capacità sufficiente dei porti fluviali e delle chiuse.
Un sistema logistico a prevalenza stradale
Complessivamente, le merci legate all’edilizia – comprendendo anche cemento, calce, gesso e altri materiali – hanno generato nel 2022 un volume di trasporto di 1,53 miliardi di tonnellate, pari al 36% del totale tedesco. In media, una tonnellata di queste merci percorre 56 chilometri, molto meno rispetto alla media nazionale.
L’intensità di trasporto varia però fortemente tra i diversi gruppi:
- Pietre naturali, sabbia e ghiaia → 44 km medi di trasporto
- Cemento, calce e gesso → 121 km
- Altri materiali da costruzione → 59 km
- Rifiuti da costruzione → 89 km
Lo studio sottolinea che “la media nazionale maschera differenze profonde tra i singoli segmenti e persino tra i diversi prodotti all’interno di uno stesso gruppo merceologico”.
Ad esempio, il calcestruzzo preconfezionato, che rappresenta oltre la metà del volume del gruppo “altri materiali da costruzione”, viene trasportato in media per soli 16 chilometri, data la necessità di essere utilizzato immediatamente dopo la miscelazione.
Ne derivano costi logistici elevati in termini di numero di viaggi, veicoli e autisti impiegati.
Le criticità del sistema logistico tedesco
Il rapporto dell’IW Köln dedica ampio spazio ai limiti infrastrutturali del sistema dei trasporti, individuando una “triade dei problemi”.
Il primo riguarda il finanziamento insufficiente delle infrastrutture, con una rete stradale e ferroviaria soggetta a usura, colli di bottiglia e ritardi negli investimenti.
Il secondo la carenza di personale qualificato, problematica ormai trasversale in Europa, sia nelle autorità pubbliche competenti per pianificazione e autorizzazioni, sia nel settore del trasporto merci, dove manca personale di guida.
Infine, le procedure lente e complesse, che ostacolano l’apertura di nuovi siti estrattivi e la manutenzione delle infrastrutture.
A questi problemi strutturali si aggiungono nuove pressioni economiche, come l’aumento dei costi legati ai pedaggi e alle tasse sulle emissioni di CO₂, e fattori ambientali, come la scadenza di numerose concessioni minerarie, che potrebbero ridurre il numero di cave attive e prolungare le distanze di approvvigionamento.
Il futuro: neutralità climatica e camion “defossilizzati”
Le previsioni strategiche del Ministero federale dei trasporti (BMDV, 2024) indicano che entro il 2040 il trasporto merci su strada coprirà ancora oltre il 73% della prestazione totale, con un aumento della distanza media di percorrenza da 133 a 149 km.
Il traffico ferroviario dovrebbe crescere del 35%, ma in gran parte nei segmenti containerizzati, non nel trasporto di materie prime per l’edilizia.
Secondo l’autore dello studio Thomas Puls , “gli obiettivi climatici nel trasporto di materiali da costruzione non potranno essere raggiunti con un semplice trasferimento modale. Solo la defossilizzazione dei camion – attraverso elettrificazione, biocarburanti o idrogeno – potrà consentire la decarbonizzazione del settore”.
Un fondo speciale per le infrastrutture
Lo studio, infine, accoglie positivamente la creazione del Fondo speciale “Infrastrutture e neutralità climatica”, previsto dall’accordo di coalizione federale, come segnale di inversione di tendenza.
Tuttavia, avverte l’autore, “un’infrastruttura più efficiente è una condizione necessaria, ma non sufficiente: occorre anche garantire mezzi di trasporto e personale di guida adeguati per mantenere l’approvvigionamento di beni destinati all’edilizia”.
Il rischio, altrimenti, è che un incremento dei costi logistici si traduca direttamente in un aumento del prezzo finale dei materiali e dei costi di costruzione.
“I materiali da costruzione muovono la Germania”, ma – conclude lo studio – solo un sistema infrastrutturale efficiente e sostenibile potrà continuare a muoverli in futuro. In un Paese che si avvia verso la neutralità climatica e un’edilizia sempre più digitalizzata, la sfida non è solo ambientale o economica, ma riguarda la capacità di mantenere in equilibrio produzione locale, logistica di prossimità e sostenibilità dei trasporti.

















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