Rossetti Market, “un Grande Negozio” (cit.)
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A metà strada tra Parma e Piacenza, sulla Via Emilia Est n. 1388, ad Alseno si trova Rossetti Market, un grande negozio di 10.000 mq , specializzato nel non food ma che presenta un assortimento brico & garden degno dei migliori specialisti e uno staff di 80 persone.
Tra i diversi plus del negozio, segnaliamo la profondità di gamma il layout molto chiaro e una segnaletica tra le migliori mai viste. Interessante l’edicola, con materiale aziendale a disposizione del cliente.
Abbiamo incontrato il proprietario, Giuseppe Rossetti, in occasione del conferimento di un riconoscimento da parte di Einhell per il raggiungimento di 1 milione di euro di fatturato, dall’inizio della collaborazione. Una collaborazione, come sottolinea Giuseppe Rossetti “ che sta portando ottimi risultati, grazie anche all’ottimo progetto avviato dall’azienda”.
La consegna dell’attestato è avvenuta in occasione del Bricoday (no, non quello che conosciamo tutti), una giornata organizzata nell’ampia area esterna del punto vendita, che ha visto la partecipazione di una decina di aziende pronte a spiegare e dimostrare i propri prodotti alla clientela.
In visita, ne abbiamo approfittato per un’intervista a Giuseppe Rossetti.
La vostra è una storia particolare e molto interessante per le caratteristiche che presenta il punto vendita. Come nasce Rossetti Market?
L’apertura del primo negozio vero e proprio risale al 1995, ma il percorso che ci ha portato all’attuale Rossetti Market risale al 1982, anno in cui, con mio padre, abbiamo iniziato a rivendere macchinari, per artigiani e industrie, acquistati nelle aste fallimentari. Siamo partiti in uno spazio qui vicino e col tempo abbiamo iniziato a fare la conoscenza diretta delle aziende di produzione, ricordo tra le prime Fercad, Felisatti, Abac e a comprare direttamente. Poi esponevamo la merce direttamente sui bancali, come una sorta di discount. La precedente attività e un’esposizione molto semplice ha fatto sì che si creasse la reputazione e il passa parola di un posto dove i prezzi erano convenienti e la merce buona.
1995, il negozio
Poi, nel 1995 vi trasformate in negozio…
Si, dopo 3 anni era arrivato il momento di fare altro, di trasformarci e di dare un assetto più strutturale alla nostra attività di vendita. Abbiamo acquistato un capannone, con una superficie di circa 800 mq oltre ad un piccolo magazzino, che abbiamo trasformato e allestito come un negozio vero e proprio, naturalmente ampliando il merceologico. Successivamente, nel 1999, abbiamo acquistato il terreno adiacente che ci ha permesso un ampliamento a 3.000 mq. Un vero e proprio salto di qualità che ci ha consentito di passare da un fatturato di 5-6 miliardi di lire a quasi 9 nel giro di 4 anni. Il tutto solo con le merceologie brico e giardino. Poi abbiamo iniziato ad inserire il casalingo.
Voi siete nati come specialisti nei settori bricolage e giardinaggio e ora il vostro negozio tratta tutto il non food. Un percorso quasi inverso rispetto a molti altri format che via via hanno dovuto scegliere la specializzazione per evitare di andare in crisi. Del resto, la crisi dei generalisti, come i mercatoni, è sotto gli occhi di tutti. Perché Rossetti Market no?
Intanto qui parliamo di un unico negozio e non di una catena che ha problemi gestionali completamente differenti e poi l’ampliamento è stato molto graduale e controllato. Ad esempio, l’inserimento del casalingo, cui ho accennato prima è avvenuto in concomitanza con la possibilità di aprire la domenica e, in quel caso dovevamo convincere l’utenza femminile ad uscire di casa, perché la domenica è la giornata della famiglia ed è la signora che decide. Noi dovevamo attirare la sua curiosità. Di ampliamento in ampliamento siamo arrivati agli attuali 10.000mq, oltre a 5.000 mq dedicati a magazzino. Ma nel frattempo è successo altro.
Cosa è successo?
E’ successo che il 31 agosto del 2004, davanti ad un’offerta davvero importante, abbiamo ceduto la Rossetti Market, attività e immobile, alla vicina Casa Mercato.
E, quindi Lei cosa fa?
Il pensionato….nel 2005 mio padre è mancato, poi mi sono sposato ed è nata mia figlia, insomma mi sono dedicato alla famiglia e preso del tempo. Ma avevo 42 anni e anche se stai bene finanziariamente, sono davvero troppo pochi per pensare di non fare più nulla. E poi, mi mancava la tensione emotiva del lavoro, del negozio, la gestione del personale, il rapporto con i fornitori, le decisioni da prendere, le scelte da fare, insomma essere sempre al centro dell’attenzione, com’è normale per un’attività locale di questo genere. Il problema è che avevo un patto di non concorrenza per 5 anni e anche se avevo aperto un’attività, psicologicamente ero ancora troppo legato al “mondo” precedente.
Il colpo di scena
Ma un giorno entra da Rossetti Market e succede qualcosa….
Si, era il 2007, verso Natale. Beninteso, io passavo periodicamente a salutare e dare un’occhiata, ma quella volta mi resi conto che le cose non andavano e di una strana atmosfera. L’azienda andava male. E’ iniziata così la terza fase della vita di Rossetti Market, con la visita ad un amico banchiere affinché verificasse le condizioni per una possibile cessione. Eventualità che si è verificata e che dopo una vera e propria “avventura” durata 8 mesi, si è conclusa il 31 agosto (di nuovo. Ndr!) del 2008 con il riacquisto di Rossetti Market. E da lì tutto è ripartito.
E Casa Mercato?
Ha chiuso. E’ passata a Grancasa ma, poi, ha chiuso anche lei.
Ecco, appunto, torniamo alla domanda di prima. Perché Rossetti Market è andata in controtendenza? Peraltro, non dimentichiamo che nel 2008 è arrivata la crisi economica
Credo che i motivi siano molteplici, prima ho parlato di ampliamenti cauti e controllati, ma aggiungerei il fatto che il fatto di essere singoli ci rende molto snelli e flessibili nelle decisioni. A tutto ciò aggiungerei i veri punti di forza do Rossetti Market: l’assortimento e il servizio.
Assortimento e servizio
Parliamo di assortimento e servizio
Rossetti Market lavora con 150 mila articoli e la nostra strategia si basa sulla profondità di gamma, La grande distribuzione, per economie che le sono proprie, se un articolo non ruota tende ad eliminarlo subito.
Perchè, voi non siete grande distribuzione?
No, Rossetto Market è un grande negozio, che ha lay out, libero servizio e struttura da grande distribuzione ma che lavora con logiche diverse. Noi offriamo una profondità di gamma importante che va dal prodotto di marca al primo prezzo. Poi il servizio, che per Rossetti Market significa accompagnare il cliente in tutte le fasi di acquisto e post vendita. La nostra ubicazione, a metà strada tra Parma e Piacenza, tra collina e pianura fa sì che il cliente scelga di venire da Rossetti Market e noi dobbiamo dargliene motivo. Trattiamo tutto il non food eccetto l’abbigliamento e accessori, siamo grandi e sempre in movimento. Ora, ad esempio stiamo attivando servizi per gli artigiani; servizi che stiamo implementando piano piano, sempre con attenzione. Perché è difficile aumentare il fatturato con lo stesso negozio, nella stessa posizione e la concorrenza, che negli anni è arrivata. Bisogna sempre inventare qualcosa e i risultati non mancano, la calpestabilità aumenta, la media dello scontrino è stabilmente compresa tra 50-60 euro e il fatturato che, nel 2019, si è attestato sui 20 milioni di euro.
Il 1° semestre, in attesa del 2°
Veniamo all’attualità. Come è andato il 1° semestre?
i primi due mesi siamo partiti bene, in linea con i nostri trend, poi marzo e aprile un disastro, abbiamo dovuto transennare molti reparti e rimanere chiusi il sabato e la domenica. Abbiamo perso almeno 2 milioni di euro di incasso in due mesi, il 55% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ho una foto del 14 marzo alle 16.00, un sabato!! Nel piazzale c’era solo la mia macchina e il giorno dopo alle 10.30 la via Emilia era vuota, incredibile. Inoltre, non eravamo pronti con l’e-commerce perché non ci avevamo mai creduto.
Però maggio e giugno saranno andati bene, come per tutti
Si, abbiamo recuperato il danno precedente, con qualche problema nel reperire la merce, dato che molte aziende erano rimaste chiuse e non erano preparate ad una domanda così elevata e chi faceva importazione aveva disdetto. E’ stato un periodo frenetico e le aziende ci hanno aiutato molto e fatto di tutto per rifornirci.
Ora la situazione si sta normalizzando? Cosa si aspetta per il prossimo semestre?
In genere, agosto è un buon mese, a settembre registriamo sempre un un po’ di calo, ottobre, novembre e dicembre sono di nuovo buoni. Diciamo che negli ultimi sei mesi dell’anno si fa il 65% del fatturato e, se va avanti così, chiuderemo con segno positivo e il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tuttavia, non sono molto convinto, ho molti timori.
Cosa non la convince?
Sono convinto che ad agosto lavoreremo ancora bene, anche se il flusso di vendita si sta normalizzano, molti quest’anno staranno a casa e, quindi le vendite ci saranno. Ma in autunno? Alla prima influenza che, inevitabilmente ci sarà; cosa succederà? La gente tornerà a chiudersi in casa? Mi auguro che non sia così, ma psicologicamente ci sta tutto, pertanto non si possono fare previsioni.
Bricoday all’aperto, l’inizio di qualcosa?
E l’e-commerce? Sempre scettici?
No, ora siamo partiti con un progetto ma è ancora in via di sviluppo e mi auguro che entro un paio di mesi riusciremo ad andare in line. Naturalmente la speranza è di farlo decollare e crescere, anche se il nostro compito è sempre e comunque stimolare la gente alla visita in negozio.
Nel frattempo, vi siete inventati il Bricoday. Com’è nato?
E’ nato tutto per caso e organizzato nel giro di 15 giorni. Abbiamo iniziato a parlare con un’azienda e poi il tam tam ha fatto il resto. E’ stata un’iniziativa riuscita, considerando i tempi, il periodo (fine luglio) e il caldo, ma le aziende sono soddisfatte. Mi piacerebbe replicarlo a fine settembre e farlo diventare un appuntamento annuale, con la partecipazione di aziende, ma anche street food, aree dedicate ai bambini e intrattenimenti musicali. Oggi, guardandolo mi sono venute molte idee e potrebbe essere un buon modo per ampliare gli orizzonti.
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