eCommerce italiano in crescita
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Cresce il numero degli italiani che scelgono di effettuare i propri acquisti online. Sono 18,8 milioni gli eShopper in Italia che hanno comprato sulla rete negli ultimi 3 mesi e 12,8 milioni hanno acquistato online almeno una volta al mese. Proprio questi ultimi sono acquirenti abituali, in grado di generare il 90% del valore degli acquisti online degli italiani. Teniamo conto che la quota di 18,9 milioni di persone significa che nel 55% delle famiglie italiane c’è almeno un componente che effettua i propri acquisti online.
Questi sono solo alcuni dei dati salienti presentati, il 18 e il 19 maggio scorsi a Milano durante l’eCommerce Forum (l’appuntamento più importante che abbiamo in Italia sul tema eCommerce), nell’ambito dell’indagine “NET RETAIL: Il ruolo del digitale negli acquisti degli italiani”, una ricerca di Netcomm e PayPal svolta da Human Highway.
“Nello spazio di 5 anni siamo passati da 9 milioni di acquirenti online a oltre 18 milioni – commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm. Un raddoppio della domanda che deve far riflettere a fondo le imprese.”
Chi sono gli eShopper italiani? Il 60,9% della popolazione online ha fatto almeno un acquisto in rete negli ultimi 3 mesi. Di questi, il 55% dei consumatori ha meno di 44 anni, e la presenza di acquirenti online aumenta in funzione della dimensione del comune di residenza: nei grandi centri aumenta la concentrazione di acquirenti online, in particolare degli acquirenti abituali.
La composizione per sesso dell’utenza Internet vede una leggera prevalenza maschile (53%) e questa si rafforza tra gli acquirenti abituali (56%).
Il profilo di età degli acquirenti online in mobilità è molto più giovane della media della popolazione italiana: il 42% ha meno di 35 anni, contro il 33% dell’intera popolazione online. L’utenza Internet italiana è leggermente più popolata da uomini e questo si rileva anche nella composizione degli acquirenti abituali (nel 56% uomini) e degli acquirenti in mobilità (61% uomini).
Il valore dell’eCommerce italiano
Secondo le analisi di Netcomm e degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, il valore degli acquisti online degli italiani raggiungerà nel 2016 i 19,3 miliardi di euro con un incremento del 17% rispetto al 2015, pari a oltre 2,7 miliardi di euro.
Le previsioni per il 2016 rivelano una crescita dei settori che hanno trainato l’eCommerce fino ad oggi: il Turismo (+11%), l’Informatica ed elettronica (+22%) e l’Abbigliamento (+25%), ma anche l’Editoria (+16%). Vanno molto bene anche i settori simbolo del Made in Italy che, pur considerati ancora emergenti per la vendita online, stanno registrando le crescite più alte: il Food&Grocery otterrà un incremento del 29% e supererà di poco quota 530 milioni di euro mentre l’Arredamento&Home living crescerà del 39% sfiorando i 570 milioni di euro. La penetrazione dell’eCommerce nel 2016 raggiungerà il 5% delle vendite retail. Lo scontrino medio vale 75 euro per l’acquisto di prodotti, per un totale di 115 milioni di ordini, e di 253 euro nei servizi, per 45 milioni di ordini.
In generale comunque, si rileva come il mercato eCommerce B2c in Italia resta ancora legato prevalentemente ai servizi (assicurazioni, ticketing, turismo), che valgono il 55% dell’acquistato online da consumatori italiani. Tuttavia l’acquisto online di prodotti cresce a un tasso più elevato (+27%) rispetto all’acquisto di servizi (+10%) e così il paniere italiano si sta conformando a quello rilevato nei principali mercati occidentali. Se continua a crescere con questi tassi, l’eCommerce B2c varrà entro 3 anni il 10% del totale degli acquisti retail.
Nell’ambito dei servizi, il Turismo, con 8.525 milioni di euro, contribuisce per il 44% del mercato eCommerce B2c italiano, le Assicurazioni, con 1.294 milioni di euro, il 7% e gli altri servizi (Ticketing per eventi, Ricariche telefoniche, ecc.), con 836 milioni di euro, il 5,5%.
Tra i comparti di prodotto spiccano invece l’Informatica ed elettronica, che, con 2.789 milioni, vale il 14% del mercato e l’Abbigliamento che, con 1.835 milioni di euro, pesa per il 9%. Troviamo poi l’Editoria (4% del mercato, pari a 691 milioni di euro). Crescono il Food&Grocery (3% del mercato, pari a 531 milioni di euro), l’Arredamento & home living (3% del mercato, pari a 566 milioni di euro) ed anche la categoria degli Altri prodotti (16%, pari a 2,214 milioni) che comprende Beauty, Giocattoli, Fai da Te e i prodotti del “bazar” di marketplace stranieri.
Mobile Commerce ed evoluzione del consumatore online
Nell’esperienza d’acquisto del consumatore, i dispositivi Mobile giocano un ruolo sempre più rilevante: gli acquisti online tramite Smartphone aumentano del 51%, superano il valore di 2,8 miliardi di eeuro e valgono il 15% dell’eCommerce nel 2016, il 24% se aggiungiamo quelli via Tablet.
Tra i servizi più acquistati via Smartphone a prevalere sono quelli legati al Turismo (10% del totale); tra i prodotti, invece, troviamo al primo posto Arredamento & Home Living ed Editoria, entrambi con il 23%, a seguire Informatica (20%), Abbigliamento (19%) e Food & Grocery (9%).
L’eCommerce e le imprese tradizionali
Sempre più imprese tradizionali, sia della distribuzione che della produzione, stanno cogliendo l’opportunità di avviare una strategia multicanale per consentire ai propri clienti di proseguire l’esperienza d’acquisto online.
Anche nel 2015 diverse imprese tradizionali hanno, infatti, attivato un sito di eCommerce. Molte le ritroviamo nell’Abbigliamento e negli accessori, comparto in cui la sensibilità nei confronti dell’eCommerce è ormai particolarmente elevata. Altre appartengono al Fai da Te, all’Informatica ed elettronica, al Food&Grocery e all’Arredamento e Home design.
Al tempo stesso, molti retailer o produttori tradizionali vanno online attraverso i marketplace (Amazon, eBay ma anche ePrice) per affiancare un ulteriore canale al sito di eCommerce.
I marketplace inoltre sono utilizzati sia dai piccoli operatori che non hanno i mezzi per investire adeguatamente nello sviluppo di un sito proprio sia da alcuni grandi operatori in ottica multicanale. Un altro vantaggio degli aggregatori è che favoriscono il cross-border eCommerce. Ad esempio per una PMI italiana che vuole vendere in USA è ragionevolmente semplice utilizzare eBay o il marketplace di Amazon piuttosto che attivarsi con un’iniziativa sviluppata in casa.
In questo senso è bene tenere conto che l’Export online, inteso come il valore delle vendite da siti italiani a clienti stranieri, aumenta nel 2016 del 18% e supera quota 3,5 miliardi di euro.
L’Italia e il resto del mondo
Abbiamo visto come l’eCommerce italiano stia crescendo rapidamente, tuttavia gli spazi sono ancora straordinariamente ampi, infatti, in qualsiasi modo la si voglia rigirare, siamo posizionati negli ultimi posti non solo delle classifiche mondiali, ma anche europee.
Il leader mondiale del commercio online è la Cina con 700 miliardi di dollari, seguita dagli Stati Uniti con 594 e l’intera Europa con 510 miliardi di euro. Di questi 510 miliardi circa la metà sono concentrati, nell’ordine, in Gran Bretagna (di gran lunga il Paese più eCommerce d’Europa: il doppio della Francia e quasi il triplo della Germania), Francia e Germania. L’Italia, con i suoi 18 miliardi (10 volte meno della Gran Bretagna, quattro volte meno della Francia e tre volte meno della Germania) è dietro la Spagna (20).
Oggi in Italia l’eCommerce rappresenta il 3% delle vendite retail e secondo le stime arriverà al 5% alla fine di questo 2016. La media europea è dell’13,6%, anch’essa in crescita.
I motivi di questo ritardo italiano sono individuabili su due fronti: il primo istituzionale (ritardo nella banda larga, problemi di tassazione, normative non adeguate) e il secondo imprenditoriale (ritardo della cultura digitale all’interno delle aziende). Due realtà fondamentali che non riescono a stare al passo con i consumatori che invece hanno ormai raggiunto un buon grado di maturità digitale e esercitano sempre di più queste loro competenze per rivoluzionare il proprio approccio all’acquisto.
In conclusione
Per concludere lasciamo la parola a Roberto Liscia, Presidente di Netcomm e al suo accorato appello alle imprese italiane.
“I grandi numeri raccontano che gli italiani che acquistano online sono 18,8 milioni. Rapportata alla popolazione Internet in grado di fare acquisti, ovvero 30,8 milioni di individui, la cifra indica che l’eCommerce vanta una penetrazione del 61%, in crescita rispetto agli scorsi anni se consideriamo che fino a due anni fa eravamo ancora sotto il 50% – sottolinea Roberto Liscia – Non c’è niente in Italia che cresca come il commercio elettronico a +17%, così da superare quota 19 miliardi di euro”.
“In Italia – continua Roberto Liscia – registriamo, però, un paradosso perché nel Paese esistono tutte le condizioni potenziali perché quei 19 miliardi raddoppino diventando 40 miliardi. Ciò non avviene perché, mentre gli eShopper italiani sono raddoppiati, passando da 9 a oltre 18 milioni, le imprese non si sono digitalizzate con lo stesso ritmo. In Italia sono state censite appena 40mila imprese che vendono online, contro le 800mila a livello europeo di cui 200mila solo in Francia: 5 volte le nostre. In questo modo le aziende italiane non solo perdono quote di mercato sugli acquirenti italiani, ma rischiano di perdere fatturati anche da eShopper esteri. Il mio monito, quindi, va alle aziende italiane: che serva a spronarle a essere sempre più presenti online e a capire come il “fare eCommerce” sia davvero vitale per la loro sopravvivenza, soprattutto laddove la forza del brand Made in Italy è più rilevante.”
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