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Un retail sempre più sostenibile: l’esempio di Bricoio


Paolo Micolucci di Bricoio

Cresce l’interesse delle aziende per i temi legati alla sostenibilità ambientale. Spesso, però, le realtà della produzione e della distribuzione, pur essendo interessate all’argomento green, non sanno come muoversi per sviluppare una proposta sostenibile da presentare al consumatore finale.

Tra le tante case history presentate durante il convegno di Kikilab, anche quella raccontata da Paolo Micolucci, consigliere delegato Bricoio.

“Come tutti i retailer abbiamo attraversato nel 2020 un periodo difficile con una chiusura totale che si è protratta per settimane. In un secondo tempo abbiamo avuto la fortuna di rientrare nella categoria delle cosiddette “attività necessarie” riguardanti la casa e il giardino.

“La nostra categoria ha beneficiato del cambiamento generale che ha riguardato la vita della maggior parte degli italiani, obbligati a rimanere in casa. Un cambio che ha fatto crescere il consumo di tutti quei prodotti necessari per rendere più confortevole e comoda sia l’abitazione che il giardino e invitando tanti a rivolgersi a punti vendita come il nostro o simile a noi”.

“Questo – prosegue Micolucci – ha fatto sì che all’interno di Brico Io sia scattato quello che io definisco “l’urgenza di contribuire al bene comune”. Abbiamo quindi iniziato a concentrarci sulla sostenibilità, argomento del quale avevamo già iniziato a ragionare nel 2019. Abbiamo quindi letteralmente “tirato fuori dai cassetti” il tema mettendolo al centro delle discussioni a diverso livello”.

“Come è consueto in Brico Io, la volontà è stata quella di partire da ciò che è più facile. Un modus operandi prudente e, allo stesso tempo, motivante in chi viene coinvolto. Infatti il grande progetto dura anni, al contrario un’iniziativa più semplice si realizza in un tempo minore con più motivazione e soddisfazione da parte dei team coinvolti”.

“Un’iniziativa sviluppata in pochissimo tempo – sottolinea Paolo Micolucci -, ovvero abbiamo scelto di non stampare e di non distribuire volantini e cataloghi, scoprendo subito di aver contribuito a salvare ben 7mila alberi! Un’informazione scoperta sul web con una semplice operazione matematica: da un abete di diametro medio e alto circa 15 m si ricavano 79.500 fogli. Da qui, con un semplice calcolo matematico, abbiamo scoperto il risparmio annuale dei 7mila alberi, al quale accennavo precedentemente”.

“Non abbiamo ovviamente abbandonato la comunicazione, ma l’abbiamo dirottata su touchpoint più moderni, come le piattaforme online e social”.

“Oltre ad aver risparmiato alberi, abbiamo risparmiato anche investimenti trasferiti su nuovi progetti aziendali. Abbiamo anche migliorato il risultato perché, a differenza dei volantini cartacei lasciati nelle cassette postali, grazie alla certificazione delle piattaforme digitali, la distribuzione è risultata essere più capillare ed dettagliata”.

“Oltre a una crescita delle vendite – spiega Micolucci”, l’altro risultato è stata la crescita dell’interazione con i clienti finali. Evidentemente il volantino su smarphone o pc invita a interagire e a chiedere informazioni e ad acquistare”.

“Dopo il volantino online, che cosa si poteva fare? Ci siamo resi conto che avevamo bisogno di un supporto. Da una parte c’era Kikilab, realtà con la quale dal 2020 abbiamo attivato una serie di progetti; dall’altra i nostri collaboratori, che io considero la principale risorsa di Brico Io”.

“Abbiamo attivato quindi un progetto proposto da Fabrizio con il suo team – il Coprogetto Lab – dove abbiamo individuato quattro idee – sostenibilità, prodotti complementari, i nuovi servizi, lo smart tech – da sviluppare e presentare a tutti i collaboratori e successivamente testarle in alcuni punti vendita selezionati, prima di un lancio più generale”.

“Abbiamo ricevuto una risposta importante – conclude Micolucci – con ben 218 persone che desideravano partecipare al progetto. Tra di loro ne abbiamo scelto 80 con diversi ruoli all’interno dell’azienda e li abbiamo divisi in 4 tavoli di lavoro su Facebook, anonimi e chiusi”.

“Il gruppo sostenibilità è quello che ha suscitato maggior interesse, interazione e proposte – circa 50 –, portate in direzione dove ne sono state selezionate quattro, che verranno valutate in base al costo, ai potenziali risultati, alla possibilità di estensione. Siamo ancora all’inizio del nostro percorso green, ma abbiamo visto che qualcosa si può fare con il coinvolgimento del gruppo. L’importante è crederci tutti. Senza condivisione e partecipazione manca il coinvolgimento di tutte le parti che costituiscono le aziende”.



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