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Materie prime, ritorno in Europa?

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Litio

Costi e scarsità delle materie prime inducono alla riapertura delle miniere in Italia e non solo. L’Europa inizia a staccarsi dalla dipendenza Cinese?

La domanda di materie prime minerali come litio, nichel, rame, magnesio, titanio, terre rare e iridio è destinata ad aumentare sensibilmente come conseguenza dal graduale abbandono delle tecnologie fossili a favore di nuovi processi di trasformazione ed al crescente utilizzo di questi materiali per produrre soprattutto batterie e cellulari.

In un articolo pubblicato sulla nostra rivista l’8 Settembre 2021 accennavamo a possibili riaperture di miniere in Italia, a seguito degli aumenti dei prezzi delle materie prime che rendono oggi profittevole l’estrazione dai giacimenti minerari italiani.

Aggiungiamo il recente piano del Governo per lo sblocco di pozzi esistenti e lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio nei nostri mari.

In Italia sono presenti ben 120 siti minerari censiti, di cui 94 sono attivi, benché di questi solo 75 sono realmente operativi e si trovano principalmente in Piemonte, Sardegna, Toscana e Sicilia.

Il litio è un materiale fondamentale per la produzione delle batterie ed è sempre più difficile da reperire a livello mondiale, anche per via dello sviluppo esponenziale nella vendita di veicoli elettrici e per lo scenario geopolitico, recentemente ulteriormente compromesso dalla guerra in Ucraina.

Secondo uno studio del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la fascia della costa che va dalla Toscana al Lazio, fino alla Campania, è ricca di litio di origine vulcanica.

La concentrazione più vasta è situata nel nord di Roma, territorio in cui Enel, nella seconda metà degli anni ’70, estrasse per la prima volta il litio in Italia.

La ricerca del minerale nel Lazio è gestita dalla divisione Enel Green Power, che nel 2020 ha presentato un piano per ricercare questo minerale non solo in Italia, ma in altre aree del sottosuolo europeo.

Per lo sviluppo di questo progetto Enel ha stipulato un’intesa con la compagnia mineraria australiana Vulcan Energy Resources, che ha come obiettivo quello di diventare la più importante impresa al mondo nell’estrazione di litio geotermico.

Oltre che in Italia, infatti, Vulcan Energy Resources ha ottenuto altre 5 concessioni per la ricerca del minerale di litio nella valle del Reno, in Germania.

La società australiana ha siglato un accordo vincolante con il Gruppo automobilistico Stellantis, che prevede la fornitura di quasi 100.000 tonnellate di idrossido di litio da utilizzare per la produzione di batterie elettriche. Questo contratto di fornitura ha una durata quinquennale, a partire dal 2026.

Questo accordo dovrebbe dare una forte accelerata alla ricerca ed estrazione in Italia ed in Europa togliendoci dalla dipendenza soprattutto cinese nella fornitura di batterie.

La recentissima scoperta di un vasto giacimento di terre rare in Svezia contribuisce poi a risollevare l’Europa anche dalla dipendenza di questi preziosi minerali, impiegati soprattutto nella costruzione dei cellulari.

Certamente i tempi per una “indipendenza” del nostro continente non sono brevissimi, ma sono un bellissimo segnale in questo senso.

Anche il mastodonte Europa….Eppur si muove!

Foto: CNR. I fluidi geotermici dell’area peritirrenica presentano concentrazioni di litio tra i più alti del pianeta. Una sfida scientifica e industriale per i prossimi decenni di transizione energetica.

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