Live shopping, quali e quanti prodotti?
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Nella costruzione di una Live shopping non può mancare la progettazione del range di prodotti che vi va a presentare e vendere.
E qui si apre un altro dibattito. Se un aspetto già evidenziato riguarda la possibilità offerta dalla Live di poter “spiegare” meglio la funzione di prodotti più complessi, Anna Maria Pagliuca di A.Capaldo si domanda, considerando l’ampio parco di merceologie del settore, se sia meglio concentrarsi di volta in volta su specifici comparti.
A sostegno, Giorgio Marfi, di Bronet Service, concorda con Pagliuca sullo circoscrivere, di volta in volta, le Live su specifiche categorie di prodotto.
In questo senso Paolo Arcuri segnala che, secondo l’esperienza di Leifheit, i prodotti che riscuotono maggiore interesse sono quelli che ad elevato contenuto; prodotti di fascia medio alta con un posizionamento di prezzo importante che La Live rende protagonisti con i contenuti di una vendita promozionale. Per fare questo D’Arcangelo spiega che solitamente vengono selezionati i “cavalli di battaglia delle nostre categorie di prodotto principali, quelli dove vale la pena spendere qualcosa in più e mai più di 4-5 prodotti perché creare contenuti troppo lunghi fa calare l’attenzione”.
Ma più in generale, al di là del caso singolo, si apre un campo larghissimo da dedicare alla sperimentazione per comprendere quale siano i prodotti che meglio rispondono alle esigenze, diciamo, “sceniche” di una Live commerce. Di sicuro i dati del distributore possono venire in aiuto, a patto che si sia fatto o si intraprenda un lavoro di CRM accurato e costante che potrà, di volta in volta, essere integrato dai dati ricevuti dalle diverse live.
A questo proposito Landolfi fa riferimento anche al lavoro di preparazione che contraddistingue una Live e l’analisi che questa comporta sia rispetto alle informazioni provenienti dal cliente, rispetto a vendite e target, ma anche a quelle ricavate da strumenti come Google Analytics.
conclusione? La Live, un mondo da esplorare
“In questo momento ci sono molte variabili per capire se stai facendo o meno la cosa giusta – commenta Salvatore Trotta, avviandosi alla conclusione -. Il target, gli orari, i prodotti, gli influencer, i pagamenti, tutti elementi che puoi vagliare nel minimo dettaglio ma che non danno certezze la perfetta individuazione della clientela. Diamo per scontato che certe forme di commercio on line siano appannaggio dei nativi digitali ma poi scopriamo che anche fasce d’età più elevate non sono da meno. Insomma, on questo momento storico capita spesso di fare valutazioni che poi, in corso d’opera, vanno riviste”.
E sulla demografia, Luigi De Pascale fa giustamente notare che coniugare il web solo con le generazioni più giovani poteva avere una qualche valenza 15 anni fa ma oggi non è più così, a testimonianza del fatto “che la nostra fanbase va dai 20 ai 50 anni”. E così come non si può prescindere l’utenza che amplia i suoi confini, così non si può dimenticare che perché una Live abbia successo è necessario affiancare anche un’operazione di comunicazione con investimenti costanti, perché va ricordato che “il tasso di conversione è normalmente basso, quindi bisogna raggiungere un numero di visualizzazioni importanti”.
Continua a leggere, la tavola rotonda prosegue con:
- Live Shopping, vendita o strumento di comunicazione?
- La Live Shopping come strumento di marketing
- La Live Shopping come strumento reputazionale
- Live Shopping. Il nodo dei pagamenti
- Live Shopping, un nuovo canale di vendita o supporto all’eCommerce a al negozio fisico?
- Il ruolo degli influencer nelle Live Shopping
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