Costruzioni, tiene l’artigianato ma calano gli investimenti
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Luci e ombre per il settore delle costruzioni in Italia. Secondo una ricerca di Confartigianato, cala il volume della produzione così come gli investimenti pubblici, ma l’artigianato tiene ancora le redini dell’edilizia con un aumento di nuove imprese. Lo studio rivela che le ditte edili artigianali rappresentano il 59,7% del comparto, pari a 495.857 imprese.
Da sempre le piccole imprese sono una realtà di occupazione e know-how, e il numero degli addetti ( ben 721.422, oltre la metà del ramo) dimostra questa tradizione ormai radicata nel nostro Paese. Un caso degno di nota riguarda Imperia, dove le microimprese artigiane delle costruzioni sono cresciute dello 0,7% rispetto allo scorso anno, per un totale di 5.236 aziende del settore. Si tratta del terzo miglior risultato dopo Ragusa e Reggio Calabria.
Bene seppur con delle sfumature, il valore aggiunto delle opere che cresce dell’1,6% su base annua mentre nell’Eurozona cresce a velocità tripla (+3,6%), segno che gli effetti della crisi immobiliare non si sono ancora fermati.
Il clima di insicurezza però si respira anche nei cantieri, dove solo un quarto della produzione è nato da nuove costruzioni. Nel volume delle attività complessive, il 72,5% dei lavori viene generato dal patrimonio esistente, come manutenzioni o ristrutturazioni.
Diminuiscono gli investimenti pubblici (- 5,6%) che pesano di 2 punti percentuali sul Pil, portando l’Italia all’ultimo posto nell’Ue. Rispetto al 2017 aumentano i contratti di appalto per lavori esterni sia per numero di procedure che per i relativi importi.
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