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Il Gruppo Stiga, una case history moderna


la fabbrica Stiga

Un esempio molto interessante di evoluzione industriale e strategica alla ricerca di un posizionamento di mercato, italiano e internazionale, sempre più preciso ed efficiente verso il raggiungimento di obbiettivi di sviluppo “realisticamente ambiziosi”, lo troviamo nel Gruppo Stiga, produttore e distributore in tutto il mondo di macchine e attrezzature per la cura del giardino.

Quella del Gruppo Stiga è una storia europea che ha coinvolto direttamente, tramite fusioni e acquisizioni, diversi marchi importanti quali l’italiana Castelgarden, particolarmente presente, già dal 1997, nella produzione di private label per la GD, ovviamente il brand premium svedese Stiga, Alpina, Mountfield e Atco. Il tutto racchiuso nel logo di gruppo GGP (Global Garden Products).

Stiamo parlando di quasi un secolo di storia, ma la svolta che ci interessa segnalare con questo articolo è datata 2017, quando GGP Group decide di cambiare nome e diventare quello che è l’attuale Gruppo Stiga.

Nel 2017 si apre una nuova era

Una scelta strategica che sottende la volontà di proporsi direttamente al grande pubblico dei consumatori, con la progettazione e produzione di macchine con pesi, ergonomie e caratteristiche pensate per il privato e l’hobbista che possiede un giardino dai 25 ai 2.000 metri quadrati. Naturalmente senza trascurare il tradizionale mercato delle private label come quello rappresentato dai professionisti del settore (giardinieri, manutentori, ecc.).  

Una scelta in controtendenza rispetto ai grandi competitor del settore, tendenzialmente concentrati sulla produzione di macchine progettate e realizzate per i professionisti.

Il 2017, nella storia dell’azienda, non si caratterizza solo per il cambio di nome, infatti, è proprio il 29 giugno di quell’anno che il Gruppo Stiga pone la prima pietra del nuovo edificio pensato per ospitare il quartier generale dell’azienda, nella storica location di Castelfranco Veneto.

I lavori sarebbero iniziati il 21 agosto 2017 per concludersi 300 giorni dopo, il 21 giugno 2018, con ben due mesi di anticipo rispetto al previsto.

Il nuovo headquarter è stato per il Gruppo Stiga un momento di grande evoluzione verso una filosofia dei contenuti e una strategia di approccio al mercato rispondente a quelle che sono le esigenze e i trend del momento: sostenibilità, semplicità, ricerca e innovazione sono diventate le parole d’ordine.

Il tutto a partire proprio dal nuovo edificio di Castelfranco Veneto, realizzato con materiali per l’80% riciclabili e con una serie di accorgimenti progettuali e tecnici con l’obbiettivo, come abbiamo già illustrato in un precedente articolo, di raggiungere la migliore qualità del lavoro e il più alto livello di sostenibilità a favore dell’ambiente.

Ricerca e innovazione

Oggi Stiga si propone come azienda ad alto contenuto di innovazione e, di conseguenza, con una forte vocazione alla ricerca.

L’obbiettivo è comunque e sempre quello di progettare prodotti che siano altamente performanti, ma al contempo semplici da usare e non solo.

“Innovazione – spiega Giacomo Tesolin, senior vice president marketing di Stiga Group – significa trovare la giusta chiave per trasformare un prodotto utile, indispensabile, ma noioso come può essere un rasaerba, in un prodotto eccitante. L’esempio più calzante è quello dell’aspirapolvere Dyson che, per primo, ha eliminato il fastidioso sacchetto in cui si raccoglie la polvere e lo sporco. La polvere va direttamente in un contenitore che si svuota e si pulisce semplicemente e velocemente. È stata una rivoluzione che ha trasformato quel mercato.”

Un approccio che effettivamente ritroviamo nei prodotti nuovi di Stiga. Si pensi al rasaerba Stiga Fulcrum, con il manico che si può spostare a sinistra per tagliare agevolmente l’erba anche a fianco di muri o siepi. Oppure il trattorino Stiga Gyro, che si guida tramite un joystick rendendo il lavoro davvero divertente.

Per approcciare l’innovazione in questo modo occorre una struttura tanto solida quanto creativa. Sono circa 100 gli ingegneri che in Stiga sono impegnati a pensare a come risolvere i problemi dei consumatori generando sorrisi e compiacimento.

Le strutture, che abbiamo visitato, sono veri e propri centri di ricerca, con macchinari per le prove e le simulazioni delle situazioni più estreme davvero impressionanti. Di grande effetto la camera semianecoica per il controllo della rumorosità, ma anche la linea produttiva dei robot rasaerba Stiga Stig che già a prima vista sembra avveniristica.

D’altro canto, dietro al robot Stiga Stig ci sono circa 30 brevetti, un team di 20 persone tra ingegneri, prototipisti e sviluppo, oltre a 17 addetti alla linea produttiva, tutti rigorosamente in camice bianco.

Verso l’economia circolare

In una delle estremità di questa linea produttiva abbiamo notato la produzione e l’assemblaggio delle batterie necessarie per far funzionare tutte le macchine Stiga.

“Abbiamo iniziato una nostra produzione di batterie – sottolinea Tesolin – e siamo tra i primi in Italia a farlo. Si tratta di un altro elemento nell’ambito della nostra idea e del nostro impegno verso la sostenibilità. Noi stiamo lavorando a tutti i livelli per guidare il cambio in giardino dal motore termico alla batteria. Siamo convinti che sia un contributo indispensabile alla tutela dell’ambiente, che chi lavora nel nostro settore deve dare”.

“Tuttavia – continua Giacomo Tesolin – siamo anche coscienti che a fronte degli ottimi risultati che questa transizione può portare nel breve termine, tra 10/15 anni potranno sorgere problemi legati allo smaltimento delle batterie. Per questo motivo stiamo lavorando per riuscire a rimettere in circolo le batterie esauste in una logica di economia circolare, che è quella a cui tutto il mondo della produzione deve tendere.”

Una filosofia di approccio alla produzione e all’essere industria sicuramente impegnativa, ma anche straordinariamente stimolante perché concentrata sul presente e sul contributo da offrire alla propria comunità di consumatori, ma con uno sguardo attento e dinamico verso il futuro anticipando i problemi e trovando le giuste soluzioni.

Le missioni del presente mirano a sostituire gli acciai con materiali leggeri, robusti e inattaccabili nel tempo, a ridurre le emissioni, gli odori, il rumore. La missione nel breve termine prevede la sostituzione del motore termico con quello elettrico e con la batteria. Nel medio e lungo, l’economia circolare.

E sul fronte del marketing cosa ci dovremo aspettare da Stiga?

“Nel nord Europa – conclude Giacomo Tesolin – abbiamo una brand awerness dell’80%, in linea con le altre grandi marche svedesi, come Saab, Volvo e Ikea, per intenderci. Il nostro obbiettivo è di arrivare anche in Italia agli stessi livelli.”



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