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Cosa cambia nel 2024 con la Normativa UE sulle batterie

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Dal 18 febbraio 2024 entra in vigore il nuovo pacchetto normativo che regola tutto ciò che riguarda batterie e accumulatori, approvato nell’agosto 2023 da parte dell’Unione Europea.

Si tratta di un Regolamento particolarmente importante perché interviene in un momento di massiccio sviluppo della mobilità elettrica, che fa prevedere che la domanda di batterie aumenterà di oltre dieci volte da qui al 2030.

Riguardo alle novità apportate da questo nuovo regolamento (UE 2023/1542) riceviamo e volentieri pubblichiamo una serie di analisi e riflessioni di Francesca Callegari, Go to Market Manager GP, importante brand nel mondo delle batterie, che con questo intervento fornisce una fotografia di cosa cambierà rispetto al passato sia per i consumatori che per i produttori.

Agosto 2023, il nuovo Regolamento

Il Regolamento approvato nell’agosto del 2023 rappresenta la prima normativa a livello europeo che prende in considerazione l’intero ciclo di vita delle batterie, che comprende anche gli aspetti di approvvigionamento, produzione, modalità di utilizzo e in particolar modo una regolamentazione stringente sulle pratiche di riciclo.

Il Regolamento tratta in misura approfondita e attualizzata, rispetto agli odierni obiettivi ambientali, aspetti come la sicurezza del prodotto, l’informazione attraverso dati precisi e il concetto di sostenibilità delle batterie declinato alla produzione e rigenerazione.

Le norme del regolamento si applicano a tutte le categorie di batteria, vale a dire batterie primarie e ricaricabili destinate a ogni tipologia di alimentazione, batterie per illuminazione o avviamento destinate a mezzi trasporto, sia dotati di motori endotermici che EV, nonché le batterie per usi industriali.

Il Regolamento identifica quindi la “batteria” indipendentemente da forme, volume e massa, contemplando anche altri parametri come gli aspetti progettuali e naturalmente chimica e composizione dei materiali.

Gli scopi del Regolamento

Lo scopo del nuovo Regolamento è quello di allineare tutto ciò che è identificabile con la parola “batteria”, con gli obiettivi di circolarità del Green Deal Europeo, oltre a promuoverne e contribuire alla sostenibilità durante tutto il ciclo di vita di ogni singolo prodotto.

Non a caso, tra le disposizioni del Regolamento, è prevista anche una dichiarazione dell’impronta di carbonio generata durante la fabbricazione delle batterie (in particolare le batterie per EV e le batterie industriali ricaricabili nonché quelle destinate ai mezzi di trasporto).

Non solo: il Regolamento UE 2023/1542 stabilisce parametri stringenti per quanto riguarda la quantità di rifiuti raccolti (e frazionati in base alla tipologia e all’utilizzo delle batterie) e, sempre in tema di riciclo e rigenerazione, anche il quantitativo di materie recuperate dai processi.

Ad esempio, a partire dal 2024, la quantità di materie come litio, rame, piombo, cobalto e nickel, dovrà essere estratta dai prodotti esausti in misura graduale ma crescente.

Per dare un’idea degli obiettivi, di raccolta delle batterie portatili esauste, la quantità dovrà raggiungere il 45% del venduto già nell’anno che appena terminato (2023), fino a raggiungere oltre il 70% entro la fine del 2030. Per le batterie dei veicoli (non EV) sarà concesso un lasso di tempo più esteso stabilendo il 50% entro fine 2028 per arrivare a fine 2031 a oltre il 60%.

Una carta d’identità per le batterie più potenti

Il nuovo Regolamento richiede inoltre che venga riportata una serie di informazioni volta a identificare meglio la tipologia di batteria destinata agli EV, ai mezzi di trasporto e ai pacchi destinati all’uso industriale.

Ciascuna batteria dovrà essere munita di un “passaporto” contenente queste informazioni in modo da consentire il tracciamento di ogni singolo prodotto lungo l’intero ciclo di vita.

Nota particolare è che il Regolamento prevede la registrazione digitale per tutte le batterie che hanno capacità superiore ai 2 kWh e che verranno immesse sul mercato a partire dal 18 febbraio 2027.

È estesa invece a ogni tipologia di batteria l’apposizione di un’etichetta ove sono riportati dati riguardo al fabbricante, il luogo di produzione e la data nonché tutte le sostanze contenute e classificate come pericolose.

Riassumendo, il Regolamento copre qualsiasi tipo di batteria ossia:

  • portatili e per usi generici (ad es. 4,5 Volts (3R12), le pile a bottone, i formati D, C, AA, AAA, AAAA, A23 e le batterie a 9V, ecc…)
  • per autoveicoli destinate all’avviamento e l’illuminazione
  • per mezzi di trasporto leggeri
  • per trazione EV
  • industriali a prescindere da forma, peso, volume, chimica e utilizzo (ad es. sono incluse le batterie destinate agli ESS)
  • specifiche per essere incorporate o aggiunte ad altri dispositivi (ad es. batterie per gli smartphone)

In vigore dal 18 febbraio 2024

Il nuovo Regolamento delle batterie entra in vigore il 18 febbraio 2024, tuttavia la sua attuazione vede l’articolarsi su più fasi.

Va considerato che la norma UE 2023/1542 va ad abrogare la vecchia direttiva, ossia la 2006/66/CE, il 18 agosto 2025; è pertanto previsto un periodo di transizione di 18 mesi nei quali vi sarà un graduale cambio generazionale fra “vecchi” e nuovi prodotti.

Ciò per dare un tempo sufficiente al comparto batterie che riguarda produttori, autorità nazionali e organismi coinvolti, per adeguarsi alle procedure di valutazione della conformità e ai requisiti legali essenziali o di altro tipo stabiliti dal nuovo regolamento, ed evitare così di essere impreparati a ogni evenienza.

Questo periodo di transizione è di estrema importanza poiché i prodotti fabbricati prima o durante questo periodo, che rispondono ancora alla Direttiva 2006/66/CE, non potranno più essere immessi sul mercato.

L’impegno GP

La filosofia GP abbraccia già da tempo i principi contenuti nel Nuovo Regolamento. Infatti, i prodotti che si trovano a scaffale sono già in linea con le prossime scadenze del nuovo regolamento e ciò consente all’azienda di proiettarsi in avanti di molti anni.

I risultati dell’impegno di GP sono oggigiorno tangibili e lo si può constatare attraverso l’ottenimento della certificazione Nordic Swan EcoLabel su diversi prodotti in vendita.

Questa certificazione, con le sue rigide restrizioni e gli altrettanto stringenti controlli sull’intero ciclo di vita dei prodotti a partire dal sito estrattivo dei minerali utilizzati per realizzare le batterie, è di per sé maggiormente restrittiva rispetto sia alla normativa vigente che alla nuova regolamentazione.

Inoltre, la volontà di GP, è quella di proseguire nella sensibilizzazione di consumatori e clienti finali verso una scelta ragionata e consapevole delle batterie e una corretta pratica per favorire il recupero efficace delle batterie esauste.

Questo messaggio verrà diffuso attraverso campagne mirate a far acquisire consapevolezza al consumatore di ogni età. GP pone particolare attenzione a dove verrà veicolato il proprio messaggio, ritenendo ad esempio le scuole come luogo fondamentale per piantare e far crescere in modo efficace il seme della conoscenza consapevole nella mente dei giovani e delle loro famiglie.

Importanza della comunicazione al consumatore

Finora si è parlato di Regolamento e di norme a cui i produttori dovranno adeguarsi. Tuttavia, anche l’operato dei consumatori dovrà favorire il nuovo ciclo di vita delle batterie.

Già nel 2021, riguardo alla quantità di batterie conferite, vi sono stati paesi europei come la Croazia che ha sorpassato il 70%, mentre il Lussemburgo e il Belgio hanno registrato oltre il 60% (fonte Eurostat). L’Italia purtroppo si è classificata soltanto ventiquattresima. Qual è il problema?

Prendiamo ad esempio la Francia, quarta classificata con poco meno del 60% e che a differenza dei primi tre, è un Paese popoloso con il quale possiamo meglio confrontarci.

Probabilmente le motivazioni sono multiple a cominciare ad esempio dalla ripartizione del territorio nazionale tra una miriade di consorzi, mentre la Francia ha istituito soltanto un ente responsabile di tutta raccolta e del corretto recupero dell’esausto.

Inoltre, rispetto al nostro Paese va anche considerata la presenza in Francia di più efficaci campagne di sensibilizzazione e una migliore risposta da parte dei consumatori.

L’Italia ha ancora molto da fare e i risultati potranno essere raggiunti soltanto se produttori e istituzioni comunicheranno il messaggio di responsabilità e consapevolezza collettiva riguardo al corretto conferimento dell’esaurito e che il medesimo venga realmente recepito dagli utilizzatori.

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