Laura Di Paola, Risparmio Casa: “Fare rete e colaborare tra donne”
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Accogliamo e pubblichiamo, ben volentieri, un’altra testimonianza da parte di una donna manager che vanta una lunga esperienza nel campo del marketing e della comunicazione.
Intervista a Laura Di Paola Direttore Marketing di Risparmio Casa, posizione che ha assunto nello scorso mese di settembre 2024.
Prima di tutto ci faccia un breve quadro della sua azienda, che forse non tutti conoscono
Risparmio Casa, con 186 punti vendita complessivi di cui 2 in Svizzera ed 1 a Malta, è una insegna leader nel settore drugstore tra le prime tre nel panorama nazionale (fonte Guida Nielsen IQ). La proprietà è al 100% italiana, dei fratelli Battistelli. La catena conta oggi tre mila collaboratori in tutta Italia, con una superficie di vendita complessiva che supera i 380 mila mq. (media 2.000 a punto vendita). L’assortimento comprende prodotti per la pulizia e cura della casa, bellezza e cura della persona, prodotti per animali domestici, casalinghi, tessile casa, giocattoli, cartoleria, fai da te, accessori auto, piccolo elettrodomestico e prodotti stagionali tra cui quelli legati al mondo del Garden.
La sua esperienza professionale: studi e percorso fino all’attuale posizione
Ho conseguito una laurea in ambito umanistico, che mi ha fornito una solida base culturale e buone capacità di analisi ed ho poi frequentato numerosi corsi di specializzazione post laurea in ambito marketing e comunicazione. Il mio percorso professionale si è sviluppato principalmente nel settore della GDO e in realtà immobiliari di rilievo come Finiper, Iperal e OBI, dove mi sono sempre occupata di marketing e comunicazione. Determinazione e costante aggiornamento professionale sono stati elementi fondamentali che mi hanno permesso di crescere ed entrare in Risparmio Casa a settembre 2024 nella posizione che ricopro oggi. Lavoro col il coordinamento di 10 persone per le attività di budgeting, pianificazione pubblicitaria online e offline, CRM, supporto nuove aperture, comunicazione private label, CSR, ufficio stampa e sponsorizzazioni.
Quali ostacoli ha riscontrato, come donna? Ritiene in generale che la donna sia discriminata nella carriera e che sia rispettata tanto quanto un uomo?
Non posso dire di aver incontrato ostacoli insormontabili legati al mio essere donna, ma è innegabile che, in alcuni contesti, il mio impegno e la mia determinazione abbiano giocato un ruolo chiave nel farmi prendere sul serio. Mi è capitato di confrontarmi con colleghi e interlocutori ancorati a una visione “vecchio stile”, che tendevano ad associare le donne a ruoli più organizzativi o di supporto. Ho sempre cercato di superare questi stereotipi con i fatti, anche se, spesso, lo sforzo è stato soprattutto mio, più che il risultato di un reale cambiamento di mentalità. In alcune occasioni, ho visto affidare opportunità a colleghi uomini; tendo però, forse per eccesso di autocritica, a interpretare queste scelte come legate al merito, più che al genere. Credo comunque che molte dinamiche siano il risultato di questioni culturali e di modelli di riferimento, più che di una reale mancanza di rispetto personale.
Trova che essere donna porti a dubitare del proprio valore professionale?
Non credo che essere donna possa mettere in discussione il proprio valore professionale; tuttavia, la percezione di sé dipende anche dal contesto familiare e sociale in cui si è cresciuti, così come dall’ambiente lavorativo in cui si è operato.
Nel mio percorso ho incontrato molti professionisti e professioniste che mi hanno aiutata, formata e motivata, ma sono convinta che, soprattutto, siano stati il mio impegno e la mia volontà a portarmi alla posizione che ricopro oggi.
In cosa la donna ha un vantaggio rispetto a un uomo e in cosa uno svantaggio (se esistono)?
Anche in questo caso, credo che la questione sia fortemente influenzata dalla cultura e dai bias cognitivi delle persone.
Le differenze fisiche sono oggettive, ma non le considererei nei termini di vantaggi o svantaggi “di genere”, bensì come origine di aspettative e preconcetti differenti che possono influenzare la percezione delle competenze. È innegabile, comunque, che soprattutto nelle posizioni manageriali le donne non siano sempre la prima scelta. Questo non dipende necessariamente dalle competenze, ma spesso da stereotipi radicati e da una cultura, non solo lavorativa, che tende ancora a privilegiare figure maschili nei ruoli di responsabilità. In generale, però, le donne vengono spesso apprezzate per le loro capacità organizzative, creative e per l’affidabilità. Il percorso verso una piena parità di opportunità è ancora lungo e richiede un cambiamento di mentalità a livello collettivo.
Nota che ci sia un cambiamento negli ultimi anni nella considerazione della donna manager da parte di colleghi, clienti e fornitori?
Negli ultimi anni ho osservato un aumento significativo della presenza femminile nel mondo del lavoro, anche in ruoli di responsabilità. Questo ha sicuramente contribuito a una maggiore considerazione delle donne manager da parte di colleghi, clienti e fornitori, favorendo al contempo una migliore autoconsapevolezza tra le stesse donne. Nonostante questa crescita, la presenza femminile nelle posizioni manageriali in Italia rimane inferiore alla media europea, dove circa un terzo dei manager è donna. La percentuale di donne in posizioni dirigenziali, in particolare ancora più bassa. Un esempio evidente è la presenza femminile in convegni, congressi e tavoli di discussione. Lo stesso vale per alcune simbologie e tradizioni da superare, come nel classico esempio del taglio del nastro durante un’inaugurazione: l’uomo con le forbici al centro e due donne ai lati a reggere il nastro. Sono piccoli gesti, ma riflettono modelli culturali ancora da rinnovare. Credo fortemente nella collaborazione tra donne: fare rete, sostenersi e valorizzarsi reciprocamente è la chiave per accelerare una parità autentica e duratura e per questo trovo molto interessante il movimento di pensiero e azione che le donne stanno portando avanti, dentro e fuori la rete. Di recente mi sono iscritta a “Donne del Retail”, un’associazione che riunisce professioniste, manager e imprenditrici del settore GDO e Retail. È una community vivace e inclusiva – aperta anche agli uomini, che invito ad aderirvi – che promuove il valore della collaborazione e la sensibilizzazione su temi di genere ancora troppo trascurati. Un esempio virtuoso che, nel 2025, testimonia quanto ci sia ancora bisogno di fare rete per valorizzare il contributo femminile nel mondo del lavoro.
Il ruolo delle donne nella sua azienda?
In Risparmio Casa la presenza femminile è molto significativa, circa il 60% del totale, con una buona quota anche in ruoli direttivi come quelli di responsabile della selezione del personale, brand manager, area manager e district manager.
Cosa consiglierebbe ad una giovane studentessa che deve ancora fare il suo ingresso nel mondo del lavoro?
Il mio consiglio principale è di affrontare il lavoro con impegno, senso di responsabilità e capacità di ascolto, che sono qualità fondamentali per tutti, indipendentemente dal genere. Un altro aspetto importante è non prendere sempre sul personale certi atteggiamenti o commenti, che spesso non sono diretti alla persona, ma nascono da dinamiche più generali, a volte inconsapevoli.
Infine, consiglio di coltivare una certa leggerezza: saper lasciar correre critiche non costruttive o piccoli ostacoli e mantenere viva la fiducia in sé stesse è un grande punto di forza. La determinazione, se accompagnata da equilibrio, può fare davvero la differenza.

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