TradeLab: “investimenti per un parco negozi da rinnovare”
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In occasione dell’8^ edizione dell’osservatorio delle insegne diy, elaborato da TradeLab, sono stati presentati i dati relativi alle performance economiche delle insegne.
In merito alle performance economiche delle imprese nel corso del 2023 si può parlare di un anno record di in termini di vendite per margini, reddito operativo o ebit, nonché di differenze molto importanti in termini di analisi del conto economico tra le insegne nazionali e quelle regionali e più locali, significative differenze.
Facendo un ulteriore passo indietro, nel 2022 le vendite delle insegne diy (su un panel rappresentativo dell’80% delle insegne) hanno registrato un incremento globale del 9,2%, di cui un +10% per i retailers nazionali e un+2.8% per i retailers regionali. Un’analisi, questa, che evidenzia grandi differenze: il 63% delle singole imprese in realtà ha registrato un trend dal +5% al -10% e solo il 7,4% di queste è andata oltre il 30%.
Analizzando la chiusura del 2023, il dato di fatturato cumulato del panel di imprese coinvolte (ma non è dato sapere chi sono e quante sono le insegne analizzate.ndr) ha segnato un +5.9%, dato da un primo semestre decisamente positivo e un secondo semestre meno performante. Anche in questo caso le differenze tra retailer nazionali e regionali risultano meno rilevanti, indice di una convergenza di risultati da parte delle insegne.
L’incidenza dei costi
Secondo TradLab, sul fronte dei costi, l’incidenza del costo del personale a totale insegne in generale è in discesa; più stabili invece altre spese operative, eccezion fatta per i retailers regionali che dal 2019 passano da un’incidenza di costi operativi del 17,9% al 19% del 2023.
Da questa analisi emerge una situazione che vede i retailers regionali un po’ più penalizzati rispetto al passato. Dall’altra parte, in termini di marginalità, questi retailers, grazie ad un forte presidio locale e alla capacità di determinare quote di mercato localmente, hanno iniziato a vendere con maggiore marginalità, frutto di un mix di politiche di vendita egualmente aggressive e condizioni da parte dei fornitori.
Un altro dato interessante riguarda il reddito operativo, confermando quasi il record assoluto dell’anno scorso pari al 4%, attestandosi oggi al 3,9%. Migliora anche il risultato netto che passa dal 2,3% del 2022 al 2,7% del 2023. Si può parlare, pertanto, di un anno record per l’utile netto complessivo del settore.
Nei dati dello stato patrimoniale, si registrano meno immobilizzazioni, un invecchiamento dei punti vendita e una ripresa del valore delle immobilizzazioni da parte dei retailers nazionali, con investimenti rivolti ai punti vendita esistenti, a depositi o strutture per l’e-commerce. Valori in miglioramento relativamente al patrimonio netto, in particolare per i retailers regionali; cresce anche la durata media dei debiti verso i fornitori con circa 151 giorni per i retailers nazionali contro i 137 per i retailers regionali, forbice che si sta stringendo molto rapidamente, se si considera che rispetto al 2021 erano due i mesi di differenza.
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