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Leroy Merlin, ancora proteste e scioperi per la logistica


Dopo le proteste sindacali iniziate nello scorso mese di marzo e culminate a fine giugno con la risoluzione del contratto, da parte di Leroy Merlin, con le cooperative Premium Net e Ceva Logistics Italia, le acque sembravano essersi calmate.

Niente di più errato, soprattutto in considerazione degli eventi di questi ultimi giorni che hanno visto USB, Unione Sindacale di Base emettere ben due note stampa.

Nella prima, del 28 settembre, USB specificava che:

“Non avevamo allora firmato l’accordo di subentro della nuova cooperativa di servizi logistici nel magazzino di Leroy Merlin a Castel San Giovanni di Piacenza dopo l’arresto di tutta la dirigenza del consorzio e delle cooperative che precedentemente gestivano l’appalto, poiché non vi era alcun tangibile segno di un cambio di rotta.

Oltre al non riconoscimento delle professionalità e della fatica dei facchini, non si prevedeva la stabilizzazione dell’esorbitante numero di lavoratori a tempo determinato. Oggi apprendiamo che per i lavoratori precari non vi è alcuna garanzia, non solo per l’assunzione a tempo indeterminato, ma addirittura nemmeno per la riconferma.

Dal 1° di ottobre infatti, 125 persone rischiano di non avere più un posto di lavoro a Leroy Merlin poiché il mancato rinnovo dei contratti li butterà in mezzo alla strada. Per tale ragione USB promuove tutte le iniziative sindacali e legali utili alla difesa dell’occupazione e del reddito”.

La nota stampa del 1° ottobre

A seguito di una serie di assemblee sindacali permanenti e scioperi, l’USB ha successivamente emesso la seguente comunicazione:

“Crea una ripercussione sociale grave nella comunità piacentina la decisione del consorzio UCSA e della consociata coop Delfinia di licenziare 125 lavoratori a tempo determinato nel magazzino in cui si fa la logistica di Leroy Merlin a Castel San Giovanni (PC).

Si tratta di una scelta che non è giustificata da ragioni contingenti legate ai volumi di lavoro, ma unicamente da finalità di massimo profitto e volontà di comando. Le lavorazioni sono state infatti spostate in altre sedi (a conferma che non c’è un problema di calo degli ordini) e il ricorso a lavoratori con contratti precari è da anni stabile ed in numero troppo elevato.

All’interno di questo quadro drammatico spicca il silenzio dei sindacati confederali che tacciono di fronte allo smantellamento di circa un terzo del magazzino.

USB da tempo denuncia il fatto che con il cambio appalto, dopo che i precedenti gestori di servizi sono finiti in galera, non si è realizzato pure un vero cambio di passo ed infatti permangono i nodi che hanno caratterizzato la vecchia gestione.

USB ha promosso un forte e partecipato momento di mobilitazione a fianco dei licenziati che ha costretto UCSA e la coop Delfinia a chiudere il magazzino, considerata l’alta adesione dei lavoratori.

USB chiede che i volumi di lavoro vengano fatti rientrare nel magazzino, si avvii un percorso di assunzioni a tempo indeterminato procedendo con criteri di priorità per coloro che hanno maturato da più tempo un’anzianità di servizio nell’impianto, che si metta mano al sistema delle progressioni professionali riconoscendo giusti livelli nei vari reparti, che infortunio e malattia vengano pagati al 100%, che il buono pasto abbia il valore di 7 €, che finisca il clima di discriminazioni, che vengano garantiti ritmi e carichi di lavoro rispettosi della sicurezza e della salute.

Queste sono le richieste che i lavoratori hanno avanzato, alle quali UCSA ha risposto negativamente e che USB ripresenterà con determinazione al prossimo incontro”.

S.I. Cobas per il blocco delle merci

Dal canto suo la Il S.I.Cobas, il sindacato intercategoriale piacentino, nella giornata del 2 ottobre, ha adottato la strategia del blocco alle merci per far valere le ragioni dei 125 lavoratori che stanno rischiando il posto.

Secondo quanto dichiarato “dalle 5:00 del mattino il presidio ha tenuto duro nonostante il grande dispositivo di forze dell’ordine messo in campo dalla questura”.

Sempre secondo S.I. Cobas le dimostrazioni e la compattezza dimostrata dai lavoratori avrebbero indotto l’arrivo, direttamente da Parigi, di rappresentanza Leroy Merlin per affrontare un’ulteriore fase della trattativa.

Foto: USB – Unione Sindacale di Base



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