Leroy Merlin fa Ecocultura
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Leroy Merlin è da considerare tra le aziende della grande distribuzione, nella sua accezione più generale, che dimostrano una concreta sensibilità verso i temi ambientali. Lo ha già fatto eliminando con grande anticipo sulle “polemiche di legge” le borse di plastica e ora si riconferma organizzando il primo workshop sul tema del “packaging ecosostenibile” dedicato ai suoi fornitori.
“Consapevole dell’impatto ambientale della propria attività – si legge nel comunicato stampa -, Leroy Merlin Italia desidera creare una cultura diffusa dello sviluppo sostenibile che coinvolga tutti i suoi fornitori affinchè intervengano sui propri asset e si impegnino in un percorso di miglioramento continuo delle performance ambientali per trovare il miglior equilibrio tra aspetti ecologici e redditività“.
In sostanza significa che Leroy Merlin insieme alla società di consulenza ambientale Azzero CO2, hanno elaborato 10 linee guida per supportare i propri fornitori nella realizzazione di packaging sostenibili. Eccole di seguito.
1. Ridurre la quantità di materiale alla fonte scegliendo lavorati con processi di produzione a ridotto impatto, riducendo gli scarti di produzione dell’imballaggio, progettando in relazione alle dimensioni/peso del semilavorato, riducendo le dimensioni e lo spessore del packaging valutando scenari realistici per la protezione del prodotto;
2. Ridurre le tipologie di materiale scegliendo confezionamenti costituiti da componenti omogenei in quanto di più facile smaltimento;
3. Usare materiale riciclato;
4. Progettare il trasporto riducendo il peso e le dimensioni degli imballaggi che devono essere proporzionati al prodotto e scegliere una flotta di distribuzione che utilizzi mezzi ad alta efficienza, ibridi o alimentati da energia rinnovabile (autostrade del mare, trasporto ferroviario) e soprattutto preferire operazioni di cross-docking;
5. Progettare secondo le regole, ovvero redigere un documento di obiettivi interni per ridurre al minimo l’uso di sostanze pericolose utilizzate e piani di prevenzione dell’inquinamento, adottando sistemi a ciclo chiuso per recuperare o riciclare i prodotti chimici di processo, acqua ed energia;
6. Progettare con materiali rinnovabili scegliendo fornitori che certifichino il materiale come proveniente da fonti rinnovabili;
7. Attenzione alla chimica del packaging, ovvero tenere sotto controllo gli additivi dal punto di vista della composizione;
8. Adottare strategie di ecodesign, tenendo ben presente in fase di progettazione la sostenibilità ad esempio di plastificanti, stabilizzanti termici, coloranti, riempitivi, inchiostri e rivestimenti;
9. Progettare per il riuso e per il riciclo allungando la vita del packaging, consentendogli di essere riempito o riutilizzato più volte da consumatori, distributori, venditori o produttori (riuso) e progettare imballaggi facili da smontare per facilitare il recupero dei materiali;
10. Progettare per il compostaggio, preferendo materiali a base organica come carta, cartone e biopolimeri: l’impiego di questi materiali rende l’imballaggio quasi a emissioni zero, in quanto il materiale ritorna quasi completamente a far parte del ciclo biologico.
“Vogliamo migliorare le case in cui abitiamo attraverso prodotti più efficienti nel consumo di acqua e energia, più rispettosi dell’ambiente e della salute” ha dichiarato Luca Freddi, direttore della Centrale Acquisti, in apertura del workshop e proprio in questa direzione Leroy Merlin può dimostrare di aver iniziato un lungo e virtuoso work-in-progress verso la realizzazione di negozi sempre più sostenibili, aumentando la quota di energie rinnovabili utilizzate, diminuendo i consumi idrici e gestendo i rifiuti con la raccolta differenziata.
Nel progetto di ridurre le emissioni di CO2, Eric Dewitte, direttore della Supply Chain, ha dimostrato a conclusione dei lavori che proprio grazie ai trasporti multimodali (GTS, combinato marittimo, “LM Rail” con il partner Italia Logistica) e al cross docking – ovvero l’operazione per cui la merce che arriva da più destinazioni viene scaricata e (almeno in parte) ricaricata direttamente su altri mezzi, senza sosta a terra (neanche minima) per cui si riducono le manipolazioni della merce – si prevede, a fronte di 5.700.000 km da percorrere nel corso del 2011, un risparmio di 2750 tonnellate di Co2.
Attualmente Leroy Merlin monitora l’Impronta Carbone nei trasporti e l’efficienza ambientale del trasporto, misurando appunto quanta CO2 si immette per trasportare un pallet. Ad esempio, sulla tratta ANVERSA (BE) – RIVALTA SCRIVIA il 100% dei container viene trasportato per via intermodale, con 1100 km di cui 1000 via treno, evitando l’emissione in atmosfera di 200 Tonnellate di CO2; mentre sulla tratta GENOVA – RIVALTA SCRIVIA con il 40% dei container trasportato via treno per 73 km, si ottiene un risparmio annuo di CO2 di 70 tonnellate.
QUALCHE CONSIDERAZIONE CONCLUSIVA
Questi sono risultati concreti di cui tutto il mondo della produzione e della distribuzione di ogni tipo di bene, non solo nel bricolage, dovrebbero tenere conto, anche perchè i consumatori, spinti dalla crisi, sono stati costretti a spendere meno ma hanno scoperto come spendere meglio. In questo concetto di “spendere meglio” è compresa anche la crescita della sensibilità verso i temi ambientali, vissuti come fondamentali per la propria qualità della vita e per il futuro dei propri figli. Lo si legge nel rapporto sulla multicanalità del Politecnico di Milano, ma anche nell’ultimo libro di Giampaolo Fabris (“La società post-crescita. Consumi e stili di vita“), la cui lettura vi consigliamo.
“Il più forte ostacolo alla sua diffusione (della nuova tendenza eco-consapevole – ndr) – scrive Fabris – è la mancanza di una elaborazione collettiva, di paradigmi a cui fare riferimento, l’assenza di modelli proposti dai media”. I consumatori, però, si stanno organizzando autonomamente e per fare questo il web si sta rivelando decisivo. Le informazioni, i commenti e i suggerimenti corrono veloci nella rete e hanno un livello di credibilità elevatissimo. Secondo i recenti dati dell’Osservatorio sulla multicanalità del Politecnico di Milano, oggi il 21% degli italiani (dato rilevato sulla base del totale della popolazione, cioè anche chi non ha un collegamento internet) non compra un prodotto dopo aver letto un giudizio negativo su internet, mentre il 23% degli individui compra un prodotto dopo aver letto un giudizio favorevole nella rete.
Essere attivamente e concretamente impegnati nella battaglia per la tutela dell’ambiente (vale sia per la produzione come per la distribuzione) significa condividere un valore riconosciuto con i propri consumatori, i quali, quando andranno a fare la spesa ne terranno conto, sempre di più.
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