Manutenzione caldaie, Confartigianato: “I controlli restino obbligatori”
Confartigianato, CNA e Casartigiani chiedono di non ridurre i controlli sulle caldaie domestiche: manutenzione e verifiche restano centrali per sicurezza, salute e sostenibilità.
Le ipotesi di una possibile riduzione, o addirittura del superamento, dei controlli sugli impianti termici di piccola potenza tornano ad accendere il dibattito nel settore. A intervenire con una posizione netta sono Confartigianato, CNA e Casartigiani, che richiamano l’attenzione delle istituzioni sull’importanza della manutenzione e delle verifiche periodiche delle caldaie domestiche, considerate elementi imprescindibili per la sicurezza delle persone, la tutela della salute e il miglioramento della qualità dell’aria.
Secondo le associazioni artigiane, le caldaie e i piccoli impianti termici rappresentano una quota rilevante del parco impiantistico nazionale. Una manutenzione corretta e controlli regolari consentono di ridurre in modo significativo i rischi di incidenti domestici, le intossicazioni da monossido di carbonio e i malfunzionamenti che possono compromettere la sicurezza degli edifici. Indebolire il sistema dei controlli, avvertono le organizzazioni, significherebbe trasferire tali rischi direttamente sui cittadini e sulle comunità locali.
La questione non riguarda soltanto la sicurezza. Confartigianato, CNA e Casartigiani sottolineano come la corretta gestione degli impianti termici contribuisca anche a un uso più efficiente dell’energia, con minori consumi e una gestione più economica per le famiglie. Allo stesso tempo, la manutenzione incide sulla riduzione delle emissioni inquinanti, in particolare delle polveri sottili PM10, che continuano a rappresentare una criticità ambientale e sanitaria in molte aree urbane del Paese.
Il ruolo delle imprese e dei tecnici abilitati
In una lettera indirizzata al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, le associazioni avevano già espresso la loro contrarietà a orientamenti che puntino ad allentare le verifiche sugli impianti sotto i 35 kW, giudicandoli inadeguati rispetto agli obiettivi di tutela ambientale e di incolumità delle persone e dei beni.
Ogni eventuale revisione normativa, secondo Confartigianato, CNA e Casartigiani, dovrebbe invece prevedere un confronto preventivo con le organizzazioni di categoria e il coinvolgimento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, competente per la regolazione e la sorveglianza delle imprese impiantistiche.
Le associazioni ribadiscono infine la necessità che i controlli sugli impianti restino effettivi e verificabili, evitando che si riducano a semplici adempimenti documentali. In questo quadro, viene valorizzato il ruolo dei responsabili tecnici abilitati, chiamati a garantire interventi qualificati e conformi alle normative.
La sfida, concludono, è quella di coniugare eventuali esigenze di semplificazione amministrativa con livelli elevati di sicurezza, efficienza energetica e tutela ambientale, senza arretramenti su un tema considerato strategico per il sistema Paese.
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