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Pezzutti e r-Material, la gamma prodotta con R-Pet

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Pezzutti

“Il progetto Rbox è una nuova divisione che ci trasforma da terzisti ad azienda con un proprio brand e una propria gamma di prodotti – spiega Luca Boatto -. L’iniziativa è partita due anni fa e ha una filosofia basata sui concetti di sostenibilità ed economia circolare”.

Nata negli anni Sessanta, Pezzutti, azienda di Fiume Veneto in provincia di Pordenone, nasce e lavora inizialmente come produttore di stampi per iniezione di resine termoplastiche. Un’attività che, ben presto, viene ampliata con la produzione di componenti tecnici in plastica e prodotti di consumo industriali conto terzi.

Oggi il Gruppo è dotato di oltre 200 presse ad iniezione, da 10 a 2.000 Ton, dispone di numerose tecnologie, incluse la bi- e tri-iniezione e l’impiego pionieristico di 100% recycled, fin dal 1999. Nel 2018 è stato realizzato il quarto stabilimento che ha dato il via ad una produzione basata sul concetto di Industria 4.0 e dedicato principalmente ai prodotti di largo consumo e di massa.

Attualmente Pezzutti dispone di 4 stabilimenti e 2 centri logistici e l’ultimo stabilimento di 20 mila mq che integra produzione e logistica, è posizionato a poche centinaia di metri da un interporto con scambio intermodale.

Nel 2011 il fondatore ha ceduto il 100% dell’azienda ad un team di manager e investitori e, ad oggi, sono 300 i collaboratori impiegati nei 4 siti produttivi, per un fatturato 2022 stimato in 125 milioni di euro e un risultato di esercizio 2021 che si è attestato sui 94 milioni di euro.

Il progetto Rbox: una nuova divisione con brand e gamme

In termini di produzione l’azienda è cresciuta operando soprattutto nel mercato del food con la produzione di packaging alimentari e inserendo, 25 anni fa, una nuova divisione dedicata alla trasformazione dei polimeri in oggetti per la casa e l’arredo. Un expertise che l’ha portata a collaborare con primarie multinazionali ma sostanzialmente sempre come terzista. Fino all’avvio del recente progetto “Rbox”.

Ce lo spiegano, in un’intervista, Luca Boatto, Sales Manager oltre ad essere uno dei soci d’azienda, e Giulio Botteon, Business Developer.

“Il progetto Rbox è una nuova divisione che, di fatto, ci trasforma da terzisti ad azienda con un proprio brand e una propria gamma di prodotti – spiega Luca Boatto -. L’iniziativa è partita due anni fa e ha una filosofia basata sui concetti di sostenibilità ed economia circolare”.

La trasformazione dell’R-Pet? Una tecnologia per pochi

“In sostanza, partendo dal fatto che siamo un’azienda di materie plastiche – prosegue Boatto -, abbiamo pensato di mettere a frutto il nostro know how per trasformare quantitativamente e qualitativamente la materia prima riciclabile. Con una particolarità che ci contraddistingue”.

Quale? “La trasformazione dell’R-Pet che è un’attività di pochi produttori in Europa perché la lavorazione richiedere condizioni, temperature e umidità specifiche con impianti dedicati – spiega Giulio Botteon -. Pezzutti ne ha percepito le opportunità ma ci sono voluti 4/5 anni per costruire il know how e le strutture necessarie”.

Una barriera tecnologica di ingresso piuttosto elevata per un materiale, il PET, che nasce per essere utilizzata a soffiaggio, classicamente per le bottiglie; un oggetto di uso quotidiano che può sembrare banale ma che in realtà è realizzato con un materiale nobile che deve fornire elevate prestazioni. “Il vantaggio – prosegue Botteon – è che in fase di riciclo le bottiglie sono facilmente recuperabili attraverso la raccolta differenziata. Oggi Pezzutti tratta oltre 300 milioni di bottiglie di plastica l’anno, pari a 15 mila tonnellate”.

I risultati della lavorazione dell’R-Pet permettono la produzione di oggetti esteticamente più belli, più resistenti e con percepito qualitativo più elevato: “quello che ci serviva per realizzare il progetto R-box e commercializzare la gamma r-Material, che viene prodotta nell’ultimo stabilimento aperto, seguendo un processo produttivo interamente sostenibile”, precisa Luca Boatto.

La gamma r-Material

La gamma R-material si compone di una serie di contenitori di differenti misure che, da poco meno di un anno, ha fatto il suo ingresso in alcune insegne della Gds del bricolage, sia in Italia (Leroy Merlin e Bricocenter) sia all’estero ma, “c’è ancora molto da fare visti i buoni risultati ottenuti finora – prosegue Boatto –. Finora è stato relativamente semplice avvicinare il buyer e spiegargli che il nostro non è un prodotto di primo prezzo ma con una buona estetica e qualità. Non è stato difficile perché in realtà nel mercato si è già innescata una ricerca verso un prodotto di livello superiore”.

Naturalmente anche la vocazione verso la sostenibilità aiuta, dato che stiamo parlando di riciclo della materia prima ma anche di una produzione attenta, basti pensare che la corrente elettrica proviene da fonti rinnovabili certificate – dal 2014 Pezzutti è certificata “100% Green Energy, con un impianto fotovoltaico producente > 1.000.000 KWH/anno – e il sistema di imballo per il trasporto, di cartone riciclato e riciclabile, è stato studiato per avere il minore impatto possibile: “il prodotto riporta solo un’etichetta parlante” precisa Botteon.

In che senso parlante? “Nel senso che riporta tutte le caratteristiche produttive fino al numero di bottiglie necessarie per produrre quel determinato articolo”. Un’informazione di grande modernità, anche se il percorso verso la sostenibilità all’interno della rete Gds, pur se avviato, è ancora lontano dall’essere concluso, “Ma è un opportunità, conclude Botteon, e proprio per le sue caratteristiche di canale distributivo, probabilmente ci arriverà prima di altri”.

I progetti per il 2023

E per il 2023? “Innanzitutto, un feedback su quello che abbiamo in gamma – spiega Luca Boatto – e poi 5-6 linee di prototipi in previsione per il prossimo anno. Li stiamo presentando e vogliamo capire cosa possa essere più interessante. Noi, insieme agli studenti della scuola di design di Pordenone”.

In che senso? “Nel senso che questo è un progetto solo in parte nostro, dato che, fin dall’inizio, di fatto dallo studio del logo R-material, abbiamo coinvolto la scuola di design di Pordenone che, una volta all’anno, offre la possibilità alle aziende del territorio di partecipare ad un progetto coinvolgendo gli allievi. 2/3 anni fa ci è stato chiesto di partecipare e abbiamo dato incarico ai ragazzi del terzo anno di sviluppare alcune idee; il risultato si è finalizzato in una decina di proposte. Di queste ben 6 hanno dato vita ad alcuni dei prodotti che commercializziamo.

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