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Giardinia, gli ordini continuano ad arrivare

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Alla fine dello scorso anno, pur così segnato dalle difficoltà dovute alla pandemia, Giardinia ha registrato l’ingresso di due nuovi associati, che portano a 22 il numero dei garden che fanno parte del consorzio.

“È la dimostrazione che le aziende hanno capito che soprattutto in un periodo complesso, il reciproco aiuto e l’unione degli interessi rappresentano la carta vincente”, dice il presidente Carlo Teruzzi, che spiega anche quali eredità ha lasciato il 2020 e quali sono le prossime sfide.

La preoccupazione al momento è rivolta alle conseguenze della carenza di merce e materie prime, di cui il consorzio sta monitorando i risvolti sul mercato. “Il primo riguarda le importazioni, con il costo dei noli decuplicato sia per noi che importiamo direttamente, sia per i nostri fornitori, con il relativo e inevitabile aumento dei prezzi di listino, che riguarda ormai tutte le categorie merceologiche. – spiega Teruzzi – Il secondo aspetto riguarda invece la carenza della merce. Per il momento non sembrano esserci conseguenze dirette sulle importazioni, ma l’attenzione è tutta sul Natale, per la carenza di materie plastiche. Al momento gli ordini comunque sembrano arrivare. Molti dei nostri associati inoltre, avendo intuito questa difficoltà, hanno provveduto in anticipo a livello di magazzino”.

Nel frattempo, i trend positivi che a partire dal lockdown hanno benedetto il giardino e gli spazi esterni si sono confermati anche per questa primavera. “Continua a essere molto alta la richiesta di mobili, barbecue, orto, e ritengo di poter dire che non si tratta di una bolla, ma di una tendenza che se a un certo punto dovrà calare lo farà nella peggiore delle ipotesi in modo costante e lento”, commenta il presidente di Giardinia.

Ripercorrendo le fasi principali del 2020, Teruzzi spiega che nelle prime fasi dell’emergenza, il consorzio si è subito organizzato per far incontrare gli associati da remoto, così da non interrompere lo scambio di idee, esperienze e contatti che ne rappresenta il valore. “Un anno fa come ora registravamo numeri enormi, dopo un periodo di chiusure durante il quale molti si sono organizzati con le consegne online, più per tenersi attivi e lavorare, che non per far fronte alle perdite. Alla riapertura e fino a settembre si può dire che grazie al traino delle piante e all’interesse per la vita all’aperto, la maggior parte ha recuperato quel che aveva perso prima“.

Poi c’è stata la seconda ondata

“Ed era quella che temevamo maggiormente, perché proprio in corrispondenza del periodo chiave del Natale, durante il quale per tutti noi il business è legato a un grosso afflusso di pubblico. È stata dura, anche più dura della primavera, soprattutto, in termini di percentuali di calo, per tutti coloro che solitamente registravano i numeri più alti, perché legati ad alti numeri di presenze”, aggiunge Teruzzi.

Pur nella complessità del periodo, durante il quale non era nemmeno del tutto chiaro quali prodotti si potessero vendere e quali no, molti garden center hanno fatto grandi investimenti in misure antiCovid, dalle misure di controllo a una diversa distribuzione degli spazi per evitare assembramenti, fino alla prenotazione delle visite online. “E ci sono anche soluzioni – dice il presidente di Giardinia – che ripeteremo di certo nei prossimi anni: questo periodo ci è servito anche per ripensare a come si facevano le cose, a darci da fare con nuove idee e stimoli”.

Tra le principali attività del consorzio, sconvolte dalla pandemia, c’è anche la partecipazione a fiere ed eventi internazionali. “Naturalmente tutto il lavoro è passato su Zoom – spiega Carlo Teruzzi – ma le fiere ci mancano e ci sono mancate, sia da un punto di vista commerciale, ma soprattutto per quanto riguarda i rapporti e i contatti”.

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