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In Svizzera mercato indenne, nonostante la pandemia

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Sono stati resi noti i primi dati sulla performance del mercato svizzero 2020. La fonte è il consorzio BHB sulla base della rilevazione dei dati di mercato effettuata da Gfk, che confermano la sostanziale costanza che il settore ha raggiunto negli ultimi anni.  

È comunque divenuto praticamente impossibile valutare i dati di mercato, senza considerare l’impatto che la diffusione del virus Covid19 ha avuto sui comportamenti, spontanei o costretti, dei consumatori.

Inoltre, vanno tenute in debita considerazione le conseguenti norme restrittive introdotte, che hanno imposto in alcune circostanze la chiusura dei punti vendita di settore. Questi eventi, inattesi e complessi, hanno ormai preso il sopravvento sulle più consuete dinamiche congiunturali e strutturali.

Il 2020 si era annunciato secondo i migliori auspici e, all’iniziale ottimismo era subentrato un certo scoramento negli operatori del “Baumarkthandel” elvetico, costretti all’inattività tra i mesi di marzo e aprile, per contribuire a ridurre le occasioni di contatto sociale e di conseguenza le probabilità di contagio.

Quanto emerso dai comunicati del BHB riferisce invece di un mercato che ha saputo reagire alle circostanze, facendo segnare una sostanziale tenuta rispetto al 2019, pur pagando dazio ad una prima parte dell’anno che, sebbene largamente influenzata dalle circostanze eccezionali ben note, aveva fatto segnare una crescita del 3,5%.

Uno sviluppo appena più sostenuto, nell’ordine del 3,6%, si era registrato sulla base delle superfici confrontabili, che ammontano complessivamente a oltre 850.000 mq, distribuiti su poco meno di 200 punti vendita.

Il volume di fatturato è di oltre 3 miliardi di franchi svizzeri ed è realizzato in primo luogo dai reparti di vendita dei prodotti per la cura della casa e per il giardino. Controverso appare invece il panorama delle performance dei singoli reparti.

Crescite sostenute sono state rilevate nel vasto e articolato aggregato degli “altri prodotti”, con un +20,3%, ma anche nel più significativo reparto degli “elementi costruttivi”, con un ragguardevole +15,4%.

Brusca frenata, invece, dell’”Automotive”, che vede ridotti i suoi volumi del 13,3% e del materiale per ufficio, -10,9%. Parrebbe dunque che la forzata, ridotta mobilità e il parziale rallentamento delle attività professionali si siano immediatamente tradotte in contrazione di volumi e fatturato.

I tre maggiori distributori locali, COOP Bau+Hobby, Jumbo e la catena Do it + Garden del Gruppo Migros assorbono oltre i 2/3 del mercato complessivo, che annovera anche i punti vendita delle imprese specializzate di settore tedesche OBI, Bauhaus e Hornbach, nonché imprese locali la cui presenza è concentrata in specifiche aree regionali, come Do it e Brico.

Un approfondimento a parte meriterebbe poi un altro “big player” locale, LANDI, i cui circa 300 punti vendita, pur non essendo considerati a tutti gli effetti parte integrante del mercato specifico, contribuiscono in maniera sostanziale alla diffusione dei prodotti destinati al DIY & Garden.  

Distribuiti a macchia d’olio su buona parte del territorio confederale, gli outlets di LANDI, rispondendo alle origini del gruppo, prevalentemente radicate nel modo agricolo e dei consorzi agrari, sono generalmente collocati in aree rurali ed extra urbane.

LANDI si caratterizza per l’alta percentuale di prodotti venduti a marchio proprio, oltre il 60%, e soprattutto per l’elevato grado di notorietà nella platea dei consumatori svizzeri.

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