Florovivaisti e Garden Center lombardi. Pubblicata la Legge
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Con l’approvazione delle modifiche alla legge regionale sull’agricoltura, il Consiglio regionale della Lombardia introduce una nuova parte dedicata al settore del florovivaismo, prevedendo la possibilità di vendita di prodotti complementari e funzionali alla cura del verde, entro alcuni limiti di superficie da destinare a questo scopo. La legge è stata votata durante la seduta dell’11 giugno ed è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale di venerdì 21.
Le principali novità per l’ambito florovivaistico sono contenute nell’articolo 75 (“Disposizioni in materia di florovivaismo”), di cui si intende “favorire la modernizzazione”. Dopo aver precisato in cosa consiste l’attività principale florovivaistica, la legge definisce un limite di superficie destinata alla vendita dei prodotti cosiddetto complementari: non oltre il 10% della superficie totale e non superiore ai 1.000 metri quadri. L’articolo delinea inoltre un assortimento merceologico a complemento del prodotto florovivaistico e complementare l’attività principale.
L’elenco comprende, oltre alle piante, concimi e terricci, prodotti fitosanitari non professionali; vasi, fioriere e sostegni; materiali per la decorazione delle piante; attrezzi e accessori per la cura del verde del giardino o di casa; animali da compagnia e da cortile e prodotti a essi dedicati.
Così ha commentato l’Assessore regionale all’agricoltura, alimentazione e sistemi verdi Fabio Rolfi: “L’approvazione delle nuova legge è una risposta all’esigenza di modernizzare il comparto, in linea con lo spirito di liberalizzazione e in coerenza con l’evoluzione dei mercati e gli orientamenti della domanda dei consumatori. Il nuovo testo mira a salvaguardare e promuovere la competitività degli imprenditori florovivaisti professionali che esercitano l’attività di vendita al dettaglio della propria produzione, i quali si trovano a operare in una situazione di svantaggio commerciale nei confronti dei garden center, attualmente in rapida espansione su grandi superfici, e fortemente attrattivi in termini di prezzi e diversificazione dell’offerta commerciale”.
Le modifiche alla legge regionale del 5 dicembre 2008 – che intervenivano non solo sull’ambito del florovivaismo, ma anche sulla disciplina degli agriturismi – sono state approvate con 43 voti favorevoli, 1 contrario e 26 astenuti. Tra le criticità rilevate dalle opposizioni, e inerenti alle novità per il verde, c’è in particolare la possibilità di vendita di animali da compagnia e da cortile.
Durante la discussione della legge, l’11 giugno, è stato approvato dal consiglio anche un ordine del giorno che impegna la giunta regionale a delineare con chiarezza quali sono i beni e i prodotti complementari ammessi alla vendita, stilandone un preciso elenco. Per arrivare a un provvedimento regionale con l’intento di “uniformare le attività sul territorio e tutelare il livello occupazionale del settore”.
“La vendita diretta da parte dei produttori florovivaisti si è fortemente evoluta nel corso degli anni, diventando parte significativa e integrante dell’attività agricola primaria, seguendo le esigenze poste in essere dal mercato e ampliando l’offerta dei prodotti strettamente agricoli con beni e prodotti di carattere complementare, riferibili comunque al comparto agricolo e affini, come il giardinaggio”, premette l’ordine del giorno approvato nella seduta dell’11 giugno, con 59 voti a favore e 11 astenuti.
“In Lombardia sono presenti oggi molteplici aziende nel settore florovivaistico, tra cui oltre 150 aziende definibili come “Garden”, che hanno generato un settore interessato da un rilevante carico occupazionale. Negli ultimi anni le attività florovivaistiche si sono notevolmente evolute, anche a causa di una crescente concorrenze generata dalla grande distribuzione, a causa della quale è diventato antieconomico mantenere la sola attività di coltivazione”. Evidenziate le diverse “segnalazioni” provenienti anche dall’Europa per migliorare la capacità delle imprese di rapportarsi al mercato, l’ordine del giorno rileva anche i provvedimenti emessi dai singoli comuni lombardi per la regolamentazione della vendita dei prodotti complementari, gli spazi consentiti e la loro regolamentazione. “A fronte di una regolamentazione non chiara e omogenea, di differenti indirizzi delle amministrazioni locali, l’intero settore si trova di fronte al rischio di forti limitazioni nella vendita di prodotti senza i quali non sarebbe possibile garantire l’intero ciclo di attività nell’arco dell’anno, mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro”.
La filiera del verde lombarda risulta in crescita. I dati raccolti da Camera di Commercio Milano, Monza Brianza e Lodi, mostrano un incremento del 17% nel numero delle imprese attive, tra floricoltura e servizi, negli ultimi 5 anni, per un totale di 7.000.
I dati sono stati così commentati da Coldiretti, proprio in occasione dell’approvazione delle modifiche al Testo Unico regionale sull’agricoltura: “Per andare incontro alle esigenze dei consumatori nei vivai si potranno vendere anche i prodotti complementari funzionali alla cura del verde, dai vasi agli attrezzi, nel rispetto di precisi limiti delle superfici aziendali da destinare a tale scopo”. Secondo le cifre raccolte dall’associazione, in Lombardia oltre la metà delle imprese si concentra fra le quattro province di Milano, Varese, Como e Brescia. Gli ultimi dati di Regione Lombardia dicono inoltre che il valore della produzione florovivaistica regionale equivale a circa 220 milioni di euro all’anno.
Vi aggiorneremo in merito alle posizioni di Assofloro Lombardia e AICG; posizioni, al momento, non pervenute.
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