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Rapporto Coop 2022: un nuovo mondo complicato


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Realizzata nella terza settimana di agosto, la ricerca vuole cogliere lo stato d’animo immediato, “grezzo nella sua contemporaneità”.

Presentato in anteprima lo scorso 8 settembre, redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto di analisi di Nielsen e i contributi originali di Gs1-Osservatorio Immagino, Iri Information Resources, Mediobanca Ufficio Studi, Nomisma Energia, Npd, il Rapporto Coop 2022 – Consumi e Stili di Vita degli Italiani di Oggi e di Domani vuole essere una sorta di istantanea, come sottolineato durante la presentazione da Albino Russo, direttore generale Ancc Coop, dei consumatori italiani in un momento particolarmente difficile.

“Quello che abbiamo davanti sarà un nuovo mondo pericoloso. Un mondo che mette in dubbio la stessa globalizzazione, concetto salutato da tanti anche nel settore del retail come una ventata di novità. In questi mesi abbiamo visto confermato che eventi locali, anche lontani da noi, portano a cambiamenti globali. Ne sono un esempio i tanti lockdown in Cina e il blocco del Canale di Suez. Il blocco delle esportazioni di grano significa guerra del pane, significa milioni di persone alle soglie della morte per fame, significa la ripresa delle migrazioni in modo importante e dirompente”. E inaugura il nuovo concetto di “Slowglobalization”.

Dunque, oltre a guardare alla globalizzazione con una visione più critica, durante l’introduzione alla ricerca, Russo ha accennato a ciò che definisce un “secondo mito”, ovvero la democrazia per tutti. “In realtà ci siamo accorti che le vere democrazie sono poche e che spesso i cittadini che vivono in democrazie anche consolidate vorrebbero un ritorno all’uomo forte. Come abbiamo visto qualche anno fa con l’assalto a Capitol Hill”.

Un Paese “in allerta”

Il Rapporto Coop 2022 si interroga in particolare su quale sarà la risposta delle famiglie alla crisi scatenata dalle tensioni sul fronte energetico e le ricadute sui prezzi, alle quali stiamo assistendo quotidianamente o quasi.

Realizzata nella terza settimana di agosto, la ricerca vuole cogliere lo stato d’animo immediato, “grezzo nella sua contemporaneità”. Gli italiani sanno di dover stare attenti e da tempo sono in allerta per il nuovo mondo che sta arrivando.

Sono preoccupati per l’economia, ma anche per la situazione politica. Per questo andranno a votare. Un voto “informato” attraverso social e talk show tv. Sanno che un fattore di preoccupazione è quello che riguarda l’ambiente, forse perché l’indagine si è svolta durante un’estate difficile, fatta di siccità e continue ondate di caldo. Per questo tanti italiani si rifugiano in una loro “loveland”, come la definiscono i ricercatori. Uno spazio fatto di amore, fiducia, responsabilità, positività per l’ambiente.

Un’Italia a doppia identità

Accanto a questa, però, esiste un’altra identità che sfugge alle analisi, da ricercare con più attenzione e che trova meno spazi nei dibattiti. Un’identità caratterizzata da consumo di alcolici, gioco di azzardo, psicofarmaci, droghe. Un sintomo di un malessere che si esplicita nel segreto della casa.

Nel 2022 24 milioni di italiani hanno dichiarato di aver dovuto rinunciare a qualcosa di importante. Di questi, 18 milioni dichiarano di non raggiungere un livello accettabile per ciò che riguarda cibo, sanità, servizi. Ed è qui che si vede il pericolo dell’inflazione ed è lì che cova il disagio del Paese. Perché tanta gente sta così male? Già nel 2021 avevamo visto che non basta avere un lavoro. Per 20 anni i salari non sono cresciuti, mentre il costo della vita non si è fermato. Nel 2022 l’inflazione è quella di 40 anni fa ma senza una struttura pubblica che allora permetteva di gestirla”.

La doppia dipendenza dell’Europa dall’area del conflitto (il gas dalla Russia e le commodities alimentari da Ucraina e Russia) hanno fatto infatti impennare l’inflazione. In Italia il +7,8% nel 2022 ci fa ritornare indietro di decine di anni (era +9,2% nel 1985). E allora un terzo degli italiani avrà difficoltà a pagare luce e gas entro la fine dell’anno. E saranno tanti quelli che dovranno scegliere tra pagare o non pagare. Secondo il Rapporto Coop il 15% degli italiani si dichiara attualmente già in difficoltà ad affrontare la spesa, un ulteriore 17% lo sarà da qui alla fine dell’anno.

Il grande freddo dei redditi

“Il Guardian titolava stamattina “quest’anno l’autunno arriverà prima”, nonostante le temperature esterne. Gli scenari parlano di recessione, e – senza voler essere pessimisti –si tratta di una profezia più realistica oggi di quanto lo fosse qualche mese fa”.

La perdita media del potere d’acquisto delle famiglie si aggira intorno ai 2.300 euro per il 2022. Tanto peggio se si vive da soli. Quindi cosa faranno gli italiani? Abbiamo molti difetti, sostiene Russo, ma sappiamo gestire le finanze. E in tanti hanno già attuato – o pensato di farlo – il cosiddetto “piano 3 R”. Ovvero rinunciare sprechi, rinviare spese e acquisti (auto, viaggi, intrattenimento outdoor), ridurre il superfluo.

Un italiano su 3 taglierà la spesa mensile per bar e ristoranti e per l’abbigliamento. Allo stesso tempo il 32% dichiara che rinvierà l’acquisto di prodotti tecnologici, il 30% di mobili e arredo per la casa.
Ma servirà tutto questo? Ce la faranno gli italiani a gestire i prossimi mesi? Pagheranno le bollette o il mutuo?

Selettività è il termine chiave

In tutto questo il cibo rimane un elemento importante per gli italiani, sul quale non sembrano volere fare compromessi.

Dopo la tenuta sorprendente del post covid (8 punti sopra), ora tutti sono in attesa di quello che succederà. Per ora in Italia l’andamento dei volumi è positivo contrariamente a UK e Germania e il forte rialzo dei beni non ferma i consumi alimentari. Ma dopo l’estate potrebbe arrivare “il gelo” nel carrello. E questo perché il caro vita quotidiano sta crescendo.

Probabilmente gli italiani sceglieranno un bilanciamento diverso con un 17% orientato a ridurre la quantità, mentre il 19% sembra prediligere la qualità.

“Questo ovviamente sarà tutto da dimostrare. Gli italiani per ora stanno comperando sui livelli di prima. Vedremo se questo proseguirà o saranno costretti a rinunce drastiche. Tagliare l’alto di gamma? O i prodotti più costosi? Oppure le marche leader? I prodotti free from? Qualcosa comunque accadrà in questo secondo semestre del 2022”, secondo l’opinione di Russo.

Quanto incide il costo dell’energia

Sullo sfondo le difficoltà della grande distribuzione, settore alle prese con una corsa dei prezzi all’acquisto che nell’ultimo anno è stato del 14,9%. Percentuale solo in parte scaricata a valle sui prezzi allo scaffale.

Il direttore generale Ancc Coop ha chiuso il suo commento sul rapporto guardando al comparto della distribuzione: “In questi anni abbiamo assistito al boom dell’eCommerce, che rimane tuttavia tra i più bassi d’Europa. Abbiamo premiato sì il punto fisico, ma con la crescita del discount. La gdo sta vivendo una tempesta perfetta. Dopo la pandemia c’è stata l’ascesa delle materie prime, anche alimentari, dopo un decennio di costi particolarmente bassi”.

E poi l’altro l’elemento fondamentale: l’energia. Abbiamo intitolato una delle ultime slide “Tsunami energia sul retail italiano”. Basti pensare che l’incidenza dei costi sui bilanci della gdo nel 2020 era un punto e mezzo.

Ora, considerando tutto, quell’incidenza si moltiplicherà di quasi 4/5 punti di differenza. Un problema a cui cercheremo di trovare una soluzione, ma sarà una svolta sul nostro mondo”.



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