Le aziende di beni di consumo e di vendita al dettaglio stanno diversificando e localizzando le loro catene di fornitura per far fronte alle sfide legate alle consegne dell’ultimo miglio, alle aspettative di un commercio sempre più rapido e all’esaurimento delle scorte durante gli intensi periodi festivi.
Secondo un recente report del Capgemini Research Institute, le catene di fornitura globali sono attualmente minacciate da una moltitudine di fattori, tra cui inflazione, tensioni geopolitiche, eccessiva dipendenza da alcuni paesi per la fornitura di componenti, oscillazione delle tariffe di trasporto e congestione dei porti.
Più di tre quarti (77%) delle organizzazioni CPR ha ad esempio dichiarato che le tensioni geopolitiche hanno un impatto sui costi e sull’efficienza delle loro supply chain.
Alla luce di questo scenario, il report ha rilevato che il nearshoring (esternalizzare a livello locale o nelle nazioni limitrofe – n.d.r.) e l’approvvigionamento a livello nazionale stanno assumendo un ruolo sempre più significativo, in quanto le organizzazioni cercano di trovare un equilibrio tra costi e resilienza.
Entro il 2025 si prevede che gli acquisti offshore diminuiranno del 7% a livello globale, mentre il nearshoring e l’approvvigionamento domestico aumenteranno rispettivamente del 4% e del 3%. Il Nord America sta guidando questa tendenza, con un aumento previsto del 9% negli acquisti nearshore, un aumento del 4% di quelli domestici e una riduzione del 15% di quelli offshore entro il 2025.
Migliorare l’efficienza della supply chain
Il miglioramento nell’efficienza della supply chain è tra le priorità dei prossimi 12-18 mesi
Secondo il report, le aziende continuano a essere cautamente ottimiste, dal momento che si stanno concentrando sul miglioramento della redditività delle supply chain agendo su pianificazione, processi e automazione.
Per il 42% delle organizzazioni CPR, migliorare l’efficienza in termini di costi della supply chain è il principale obiettivo da raggiungere nei prossimi 12-18 mesi.
Per raggiungere questo obiettivo, la stragrande maggioranza (82%) delle aziende ritiene che la propria supply chain dovrà subire un cambiamento significativo e quasi nove su dieci (86%) affermano che i dati e la tecnologia avranno un ruolo chiave nel garantire questa trasformazione.
Tra le tecnologie adottate, implementate e portate su scala, la gestione dei dati (56%), il cloud computing (55%) e l’automazione (52%) sono le più citate per ottenere risparmi sui costi e aumentare i ricavi.
Difficoltà verso la sostenibilità
La sostenibilità continua ad essere un aspetto importante, nonostante l’adozione su larga scala sia ancora insufficiente.
Tre quarti (75%) delle organizzazioni CPR intervistate hanno dichiarato di impegnarsi attivamente per essere più sostenibili. Allo stesso modo, quasi nove su dieci (86%) riconoscono che l’approvvigionamento, il trasporto e la produzione etici e responsabili sono fondamentali per ottenere un vantaggio competitivo, una percentuale che era solo del 69% in una precedente indagine condotta nel 2020.
Tuttavia, meno della metà delle aziende ha implementato e portato su scala iniziative di sostenibilità: solo il 49% lo ha fatto relativamente all’approvvigionamento responsabile, il 45% per un approccio circolare alla produzione e il 45% per quanto riguarda il riciclo degli imballaggi.
Sebbene si tratti di un miglioramento rispetto ai livelli del 2020, il report mostra che la quota media del fatturato dedicata agli investimenti in sostenibilità è leggermente diminuita.
Gestire un consumatore volubile
Gestire la volatilità della domanda dei consumatori, ponendo al contempo attenzione all’efficienza dei costi, è oggi una priorità fondamentale per le imprese del settore CPR.
Oltre alle strategie di approvvigionamento mirate, il report sottolinea che i dati e gli strumenti analitici contribuiranno a migliorare la previsione della domanda, l’evasione degli ordini e la customer experience. Inoltre, renderanno possibile lo sviluppo dei prodotti, l’ottimizzazione del portfolio e l’automazione, soprattutto nei settori della produzione e dello stoccaggio, con conseguente aumento di ricavi e margini.
L’adozione di pratiche di economia circolare e una maggiore trasparenza nella supply chain possono inoltre contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
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