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La logistica ai tempi del Corona Virus


Dalla Cina, ormai, si importano componentistica e prodotto finito di ogni genere di merce e il 100% dei retailers importa almeno il 40% del totale.

Senza voler essere irrispettosi nei confronti del grande Garcia Marquez e senza soprattutto voler estremizzare una situazione che appare già complicata di suo, viene spontaneo cercare di capire cosa stia succedendo nel nostro Paese dal punto di vista della logistica, trasporti nazionali/internazionali e soprattutto cosa ci si deve aspettare nel medio termine.

Da qui qualche riflessione:

Intanto a livello globale, l’80% della merce che si muove sul territorio proviene via mare dalla Cina –  la “grande fabbrica mondiale” che tra il Capodanno e il Virus è rimasta ferma nella produzione oltre un mese e sta riprendendola solo ora ad una velocità molto rallentata.

L’Europa sta ricevendo in questi giorni la “coda” di merce prodotta e spedita prima del Capodanno e questa allo sbarco viene sottoposta ad attenta ispezione sanitaria, rallentando ancora così l’immissione nel Paese.
Tra qualche giorno inizierà invece la flessione del numero di containers in arrivo nei porti Italiani, stimato nell’ordine del 30% sia su Genova sia su Trieste -quest’ultimo praticamente in mano alle sole compagnie navali cinesi

Anche l’outbound  – l’export – non attraverserà momenti d’oro, visto che le regioni sottoposte a provvedimenti restrittivi a causa del Virus, sono anche quelle di maggiore produzione di beni per l’export. Lombardia e Veneto producono 1/3 della produzione Nazionale è giusto ricordarlo.

Che pensare invece della logistica nazionale e quella del trasporto locale delle merci?

Una cosa su tutte: dalla Cina ormai si importano componentistica come prodotto finito di ogni genere di merce, il 100% dei retailers per esempio, importa dalla Cina almeno il 40% del totale di ciò che vende, altrettanto dicasi per le aziende di produzione, la percentuale di l’import dei semi lavorati supera normalmente quella della produzione nazionale o continentale.

Prepariamoci, nella peggiore delle ipotesi, a vedere meno mezzi sulle strade, meno merce in magazzino e meno scelta sugli scaffali, soprattutto di merce “esotica”.

Il timore è che questo rallentamento se non fermo dell’economia, porterà le imprese anche a posticipare i previsti investimenti per l’innovazione in ottica trasporti e logistica che come per la crisi del 2011 avrà i suoi effetti con azione ritardata da metà/fine anno in poi, sempre che il problema Corona Virus trovi una soluzione veloce.

 Speriamo- ovviamente- di sbagliare previsione.



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