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Imballaggi: sui vasi passa la posizione Assofloro-Coldiretti


Il 4 marzo scorso la Presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio su una proposta di Regolamento sugli imballaggi.

L’obiettivo del Regolamento è contrastare l’aumento dei rifiuti di imballaggio prodotti nell’UE, armonizzando allo stesso tempo il mercato interno degli imballaggi, promuovendo l’economia circolare.

Per quanto riguarda i vasi per il florovivaismo il testo riflette quanto proposto da Assofloro e Coldiretti come soluzione alternativa al testo adottato in plenaria dal Parlamento europeo: i vasi che vengono utilizzati dalla aziende florovivaistiche per la coltivazione di piante e fiori, compresi i contenitori per il trapianto direttamente riempibili, utilizzati nelle diverse fasi della produzione o destinati ad essere venduti con la pianta, non sono considerati imballaggi ma bensì beni strumentali alla coltivazione.

Quanto ottenuto non era per nulla scontato perché nelle ultime settimane la Commissione è stata oggetto di forti pressioni in nome di interessi economici privati e giustificati dai contributi al riciclo delle plastiche in altri paesi, in particolare la Germania, che avrebbero voluto i vasi come imballaggio, causando un danno grave alle aziende florovivaistiche italiane, in modo particolare a quelle del comparto floricolo, già messe a dura prova dall’aumento dei costi di produzione.

“Oltre ad avere evitato un ulteriore macigno sui costi di produzione di piante e fiori che si sarebbe abbattuto ingiustamente sugli agricoltori e i florovivaisti italiani, riducendo ulteriormente il margine di guadagno e la competitività con gli altri Paesi, la soddisfazione più grande è per avere evitato   -grazie alla forza dell’aggregazione e dei numeri di Assofloro e Coldiretti, un’azione di lobby privata che avrebbe danneggiato le aziende italiane” ha affermato Nada Forbici, Presidente Assofloro e Coordinatore della Consulta Nazionale Florovivaismo di Coldiretti.

La reazione delle aziende florovivaistiche italiane e il peso dei numeri

La reazione è stata immediata: per la prima volta nella storia della floricoltura del nostro Paese, le aziende italiane, coordinate da Assofloro e dalla Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti, si sono attivate minacciando il boicottaggio commerciale nei confronti dei distributori italiani del principale produttore di vasi per piante in Europa che, per dinamiche legate ai  contributi al riciclo delle plastiche in altri paesi, in particolare la Germania, aveva avviato una azione di lobby sulla Commissione europea per fare si che tutti i vasi fossero dichiarati, a prescindere dal loro uso nel ciclo produttivo, imballaggi. Questo avrebbe pesato ingiustamente sugli agricoltori florovivaisti italiani.

Davanti a questo rischio è stata fatta un’azione rapida di coordinamento, riunendo 7 aziende italiane che acquistano circa 2,8 milioni di vasi dall’azienda tedesca (degli 8 milioni totali che vengono consumati in Italia ogni anno), a cui a seguire si sono unite tante altre, facendo valere il peso dei numeri e la forza dell’essere uniti e minacciando azioni di boicottaggio commerciale. Queta azione ha costretto l’azienda tedesca a negoziare con Assofloro e Coldiretti una rettifica ufficiale della richiesta fatta alla Commissione europea e ad aprire un dialogo per possibili azioni future in comune.

E ora? Cosa succede?

L’accordo provvisorio sarà ora sottoposto per approvazione ai rappresentanti degli Stati membri in seno al Consiglio (Coreper) e alla commissione per l’ambiente del Parlamento.

Se approvato, il testo dovrà poi essere formalmente adottato dalle due istituzioni, previa messa a punto da parte dei giuristi-linguisti, prima che il regolamento possa essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrare in vigore. Il regolamento si applicherà 18 mesi dopo la data di entrata in vigore.



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