Giovani e cambiamento climatico: competenze green ancora insufficienti
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Il nuovo report Capgemini–UNICEF svela il gap tra aspirazioni sostenibili e preparazione professionale.
I giovani vogliono essere protagonisti della transizione ecologica, ma temono di non avere gli strumenti per farlo.
È quanto emerge dal report “Youth perspectives on climate: Preparing for a sustainable future”, pubblicato dal Capgemini Research Institute in collaborazione con Generation Unlimited dell’UNICEF.
L’indagine esplora il punto di vista della Generazione Z sulla crisi climatica, le competenze green e il ruolo di governi e aziende nella costruzione di un futuro sostenibile.
Ansia climatica in aumento, ma fiducia nel cambiamento
Oltre due terzi dei giovani tra i 16 e i 24 anni temono per il proprio futuro a causa della crisi climatica, in aumento rispetto al 2023. Il fenomeno, noto come eco-ansia, è più diffuso nel Nord globale (76%) rispetto al Sud globale (65%), e tocca maggiormente chi vive in aree urbane (72%) rispetto a chi risiede in zone rurali (58%).
Nonostante queste preoccupazioni, il 61% dei giovani ritiene che acquisire competenze green possa aprire nuove opportunità professionali. Il 53% a livello globale – e il 64% nel Nord globale – desidera intraprendere una carriera legata alla sostenibilità ambientale.
Il divario di competenze è una barriera all’azione
Solo il 44% dei giovani a livello mondiale ritiene di possedere le competenze green necessarie per avere successo nel mondo del lavoro. Il divario è ancora più marcato nelle aree rurali e tra i paesi del Sud globale: in Etiopia, ad esempio, solo il 5% dei giovani si sente preparato, contro circa il 60% in Brasile.
Inoltre, rispetto alla precedente indagine Capgemini del 2023, si registra un calo della conoscenza di temi come il design sostenibile e i trasporti green tra i giovani di Australia, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. In compenso, nei paesi a basso e medio reddito si registra una maggiore consapevolezza sul risparmio energetico e idrico.
Le raccomandazioni: educazione, formazione, inclusione
Il 71% degli intervistati sostiene che i giovani dovrebbero influenzare le politiche ambientali, ma meno della metà si sente ascoltato. Per colmare questo gap, il report propone:
- l’integrazione dell’educazione ambientale nei programmi scolastici;
- l’espansione dei corsi di formazione green;
- l’allineamento tra strategie occupazionali giovanili e obiettivi climatici.
Le aziende, dal canto loro, sono invitate a creare percorsi professionali sostenibili, includere i giovani nelle strategie CSR e investire in iniziative guidate dalle nuove generazioni.
Tra le iniziative citate nel report, Green Rising – promossa da Generation Unlimited con il supporto di Capgemini – punta a offrire entro il 2026 opportunità concrete a 20 milioni di giovani in tutto il mondo, attraverso programmi di volontariato, formazione, lavoro retribuito e imprenditorialità green.
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