Sistema Arredo, tra export, sostenibilità e ricambio generazionale
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L’Area Studi Mediobanca ha presentato un approfondimento settoriale dell’indagine congiunturale sulle imprese del IV Capitalismo (ovvero aziende di dimensione intermedia con un numero di addetti tra i 50 e i 499), operanti nel sistema dell’arredo italiano.
Si tratta di informazioni estrapolate dall’indagine campionaria somministrata a 5200 medie e medio-grandi imprese manifatturiere italiane a controllo prevalentemente familiare tra metà marzo e fine aprile.
Il panel delle aziende oggetto di questo approfondimento si compone di 330 imprese attive nei comparti della lavorazione del legno, del mobilio e illuminazione e dei rivestimenti le cui vendite pesano per il 41,4% dell’intero sistema arredo italiano per un totale di 18 miliardi di euro.
Consuntivi 2021 e aspettative 2022
Le imprese del IV Capitalismo del sistema dell’arredo italiano stimano un aumento del fatturato aggregato del 25% nel 2021 (+22% le esportazioni). Il comparto della lavorazione del legno è cresciuto del 37% (+21% l’export), i rivestimenti del 25% (+21% all’estero) e i produttori di mobilio e illuminazione hanno chiuso il 2021 con una crescita delle vendite del 23%, sia a livello nazionale che oltreconfine.
Nel 2022 si stima un’ulteriore crescita delle vendite dell’8,5% nominale ed export in aumento dell’8,1% nominale, forti anche del fatto che circa il 65% delle aziende del IV Capitalismo si attende un beneficio diretto o indiretto dal PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Su alcuni settori le incognite pesano maggiormente. Sono infatti meno dinamiche le prospettive per i player della lavorazione del legno poiché più soggetti ai rincari di energia e alla carenza di materie prime. L’incremento nominale atteso delle vendite è pari al +6,7% (+4,2% oltreconfine). I produttori di rivestimenti si attendono invece vendite in crescita dell’11,7% nominale (export +11,1%). Il comparto dei mobili e dell’illuminazione prevede un incremento dell’8,3% nominale sia in Italia che all’estero.
Aspetti organizzativi e competitivi del sistema arredo italiano
Il quadro geopolitico attuale suggerisce una riorganizzazione della supply chain. Per fronteggiarne i rischi di rottura, il 77,8% delle società medie e medio-grandi del sistema arredo ha in agenda l’aumento o la diversificazione dei fornitori che si combina con la loro prossimità, considerata strategica dal 61,1% delle aziende. Minore preferenza per la riduzione dei suppliers o la loro integrazione (rispettivamente 11,1% e 7,4%).
In media l’11% degli acquisti proviene da un fornitore straniero. Circa l’84% delle imprese ne ha almeno uno, tuttavia la produzione viene realizzata quasi integralmente in Italia. Il IV Capitalismo del sistema arredo è dunque un fenomeno autenticamente italiano per proprietà e organizzazione, ma con vendite oltre confine rilevanti che superano il 52% di quelle totali.
Quanto al contesto competitivo, la maggioranza delle imprese ritiene che il vantaggio dei concorrenti esteri stia nella maggiore dimensione (56,6%) e nei minori costi di produzione (45,3%). Il 52,8% delle imprese reputa che i competitor stranieri risiedano in Paesi più favorevoli alle imprese, dotati di una migliore Pubblica Amministrazione e di reti infrastrutturali più adeguate. Non viene invece percepita alcuna inferiorità circa la qualità dei prodotti, l’affidabilità e le competenze.
Scenario attuale tra governance e sostenibilità
Le imprese analizzate hanno un assetto organizzativo che rispecchia la proprietà familiare: il 78% delle posizioni apicali delle imprese osservate è occupato da membri della famiglia.
Tuttavia, le incertezze dell’ultimo biennio rendono improrogabili alcuni cambiamenti tra i quali il rinnovo della linea manageriale e l’aumento delle competenze. Si tratta di necessità dichiarate dal 57,5% delle imprese. Il 30% attribuisce priorità alla realizzazione di acquisizioni per crescere. Il 20% delle imprese prevede operazioni sul proprio capitale, attraverso la sua apertura oppure la sua cessione (entrambi 10%).
È altresì noto che tutte le imprese familiari si trovano a dover affrontare, prima o poi, la questione del passaggio generazionale auspicabilmente in continuità con i valori e le tradizioni familiari. È questa un’esigenza avvertita dal 40% delle imprese rispondenti. Alcune, tuttavia, ne ritardano il processo: il 61,1% degli imprenditori riconosce nell’assenza di competenze/volontà degli eredi un impedimento in tal senso. Chi invece ha già affrontato e risolto la questione, lo ha fatto indicando anticipatamente un successore nella famiglia che potesse assumere deleghe operative in azienda (76,5% dei casi), trasferendo quote societarie alla nuova generazione oppure inserendo manager esterni (entrambi 35,3%).
I risultati dell’indagine mettono infine in luce la centralità delle tematiche di sostenibilità dove l’attenzione verso l’ambiente è avvertita come fondamentale dall’88,3% delle imprese del IV Capitalismo del sistema arredo. Le principali priorità sono riconducibili alla riduzione degli scarti (76,3% delle rispondenti), al conseguimento di certificazioni ambientali (59,3%), al reperimento di professionalità specializzate (50,8%) e alla riduzione dei gas serra (49,2%).
Lo strumento più utilizzato per la comunicazione dei temi ESG-Environmental, Social and Governance è un’apposita sezione del website aziendale (40,7%), mentre il 25,4% delle aziende predispone un rapporto ufficiale dedicato. Il 22% delle rispondenti dichiara di non effettuare alcuna comunicazione in merito.
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