Guzzardella: ” Non abbiamo bisogno della considerazione degli altri in quanto donne”
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Un altro “ritratto” dell’universo manageriale al femminile nel settore Home Improvement. Questa è la volta di Sara Greta Guzzardella, Kimono Spa.
Attualmente Guzzardella ricopre la qualifica di Presidente e Direttore della Comunicazione nell’azienda di famiglia, ma ha maturato esperienze lavorative in diverse agenzie milanesi.
La sua esperienza professionale e come è arrivata nella sua posizione
Ho studiato comunicazione all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, perché da sempre appassionata della materia, poi ho conseguentemente lavorato come account in agenzie di comunicazione a Milano su importanti clienti come The Coca-Cola Company, Honda Automobili Italia, H3G, Bwin e molti altri. Questa mia passione e la formazione, che ho avuto modo di sviluppare negli anni di lavoro a Milano, mi hanno aiutato a conseguire una professionalità che è stata poi molto utile quando 12 anni fa ho deciso di entrare nell’azienda di famiglia.
Come è stato entrare in azienda come “Figlia del Capo”
Mio padre Osvaldo, con suo zio Gustavo Gualeni hanno fondato la Kimono, 70 anni fa. Non mi è mai piaciuto essere considerata la figlia del Capo….e ho sempre cercato di non pormi come tale. Non è facile e ci vuole grande umiltà e rispetto per le persone che lavorano, perché le aziende sono quello che sono, anche grazie a tutti loro e non solo a chi li dirige. E bisogna impegnarsi il doppio per dimostrare il proprio valore professionale. Ho sempre ritenuto e tutt’ora ritengo che nonostante le aziende di famiglia possano fornire grandi opportunità alle generazioni che le ereditano, sia molto importante riuscire a portare un valore aggiunto e costruirsi una propria credibilità lavorativa perché una posizione di rilievo in azienda non deve essere data solo dal nome che c’è scritto sui biglietti da visita, ma soprattutto da quello che si è capaci di fare.
Lavoro e maternità
Che ostacoli ha riscontrato, come donna
Non credo di aver mai riscontrato particolari ostacoli nel mondo lavorativo per il fatto di essere donna. L’unico ostacolo reale è nella genetica e l’ho vissuto quando ho scelto di avere due bimbi, semplicemente perché il dono dell’ubiquità ancora non esiste e partorire un bimbo che si porta in grembo ed essere mamma, non si può delegare a nessun altro!
Ritiene in generale che la donna sia discriminata nella carriera e che sia rispettata tanto quanto un uomo? Trova che essere donna porti a dubitare del suo valore professionale?
Non credo che si possa generalizzare su un argomento del genere. Dipende da ogni singolo caso, da ogni singola azienda e da ogni manager che gestisca un team di lavoro composto anche da donne. Trovo che a volte sia un facile alibi dietro cui nascondersi. Ho sempre creduto che dipenda da noi non dubitare mai di noi stessi come individui, non solo come donne, ma ancora più importante che non bisogna permettere agli altri di farci vacillare e farci dubitare di noi stessi. A volte non è facile perché il mondo del lavoro, a prescindere dal fatto che siamo uomini o donne, è una sfida continua e credo sia davvero importante imparare fin da subito il valore di saper cadere (perché prima o poi si cade tutti) e sapersi rialzare più forti di prima.
In cosa la donna ha un vantaggio rispetto a un uomo e in cosa uno svantaggio (se esistono)
Ritengo che uomini e donne non siano uguali, per fortuna. Ognuno di noi ha caratteristiche diverse e un bravo manager dovrebbe saper sfruttare al meglio i valori delle persone che ha di fronte, a prescindere che essi siano uomini o donne, rispettando gli uni e gli altri per quello che sono e che valgono. Penso che noi donne siamo molto brave per la caparbietà e la resilienza che ci caratterizzano, dovremmo solo ricordarcelo di più e sfruttare al meglio e il più possibile questa e tante altre nostre caratteristiche. Non credo che ci siano vantaggi o vantaggi nell’essere uomo o donna. Dipende tutto da come ciascuno di noi si percepisce e come decide di porsi di fronte agli altri. L’unico vero svantaggio, se vogliamo chiamarlo così, per una donna (lavorativamente parlando), come accennato prima, è quello della genetica. Io penso che avere la fortuna di poter generare altre vite umane ed essere madri sia una cosa meravigliosa, ma è indubbiamente un impegno che ci mette alla prova ogni giorno. Una costante ricerca di equilibrio, un continuo saltare da un sasso all’altro per cercare di guadare il fiume, arrivando a fine giornata senza essere affogate e avendo portato a termine tutti gli obiettivi lavorativi e familiari. Ma in questo svantaggio è secondo me insito anche il nostro vantaggio, quello di cui parlavo prima. La nostra resilienza e caparbietà nel non arrendersi e saper, quasi sempre, trovare il modo giusto di portare a termine un obiettivo.
Nota che ci sia un cambiamento negli ultimi anni nella considerazione della donna manager da parte di colleghi, clienti, fornitori
Credo che ultimamente ci siano più donne manager rispetto ad un tempo, ma non è una questione di considerazione da parte degli altri quanto una considerazione da parte di noi stesse. Noi donne abbiamo capito che possiamo farcela, che siamo forti, che siamo diverse dagli uomini ma che possiamo sfruttare tutte le nostre capacità e la nostra intelligenza per fare cose meravigliose. Anzi forse è proprio in questa domanda il vero problema, non abbiamo bisogno della considerazione degli altri in quanto donne. Quando sei un manager hai degli obiettivi da portare a termine, che tu sia donna o uomo e dovrebbero essere solo quelli ad essere presi in considerazione.
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