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Le “alleanze” di Bosch che ridisegnano il futuro dell’elettroutensile

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Ten minutes DIY and Garden

Oltre il lago si staglia all’orizzonte, a volte maestosa e baciata dal sole, altre quasi timidamente affiorante tra la nebbia e le nuvole, la lunga catena montuosa della Alpi. Il grande baluardo che segna un confine fisico, ma forse non solo quello.

Riflessioni leopardiane? Nostalgie d’antan? Non proprio, né l’uno, né l’altro. Semplicemente lo scenario in cui viene redatto questo modesto contributo. Ed è lo stesso scenario in cui, un paio di estati fa, chi scrive e allora alle prese con un progetto nel settore Power Tools, dava fondo alla lettura di uno studio di settore in lingua tedesca.

Gli elettrountensili nello studio del Dr. Jürgen Dispan

La pubblicazione in questione era “Branchenanalyse Elektrowerkzeuge” (Analisi del settore elettroutensili), del novembre 2016 e edita dalla Hans-Böckler-Stiftung. L’autore, il Dr. Jürgen Dispan dell’IMU Institut di Stuttgart, era impegnato a tracciare i possibili scenari futuri per un settore di mercato, la cui filiera ha ancora oggi un impatto non trascurabile sull’occupazione nell’industria del sud della Germania e in particolare del Baden-Württemberg.     

Uno dei temi cardini dello studio, che affrontava vari aspetti del settore, sottolineava come l’avvento delle nuove tecnologie, e in particolare dello sviluppo delle batterie agli ioni di litio, fosse destinato a influenzare profondamente non solo il mercato della mobilità, ma anche quello di altre aree dei beni di consumo.

Il rapido sviluppo delle applicazioni degli accumulatori Li-ion poneva ancora una volta in primo piano il tema della crescente dipendenza dell’industria occidentale di settore dalla fornitura di componenti, la cui produzione, anche in ragione della disponibilità delle materie prime, era concentrata nei paesi del sud est asiatico.

La produzione dei Power Tools, come quella di molti altri beni, anche dell’industria farmaceutica e dei dispositivi di protezione, come ci ha drammaticamente ricordato la pandemia in corso, aveva già conosciuto negli anni precedenti il progressivo dislocamento delle attività manifatturiere nei siti produttivi della Cina e dei paesi limitrofi.

Per la verità, osservando le dinamiche di settore e analizzandone fatti e cifre degli ultimi anni, solo una parte della produzione dei Power Tools aveva conosciuto questo trend, quella più marcatamente “consumer”, destinata in primo luogo al bricolage o al DIY, per usare il termine che meglio lo contraddistingue a livello internazionale.

Le imprese impegnate storicamente nello sviluppo, produzione e commercializzazione di elettroutensili e affini, destinati all’industria e al mercato professionale, non avevano seguito lo stesso percorso.

L’area sud della Repubblica federale tedesca contava e conta tuttora un numero elevato di imprese, i cui marchi costituiscono un punto di riferimento di sicuro approdo, sia per i produttori, che trovano in loco aziende specializzate in componenti di qualità, sia per molti utilizzatori professionali, che ricercano strumenti di lavoro affidabili e dalle elevate prestazioni.

La dipendenza della tecnologia Li-Ion

Uno “zoccolo duro”, il cui futuro poteva correre il rischio di vedere minate le sue fondamenta, solide per capacità innovativa, competenze e quote di mercato, ma di anno in anno sempre più dipendente dalla tecnologia Li-Ion, le cui quote di vendita hanno assorbito una parte cospicua di quelle degli utensili ad alimentazione a corrente alternata.

D’altra parte, quegli stessi punti di forza, innovazione e competenze, di sviluppo, manifatturiere e applicative, avevano consentito alla stessa tecnologia degli accumulatori agli ioni di litio di compiere significativi passi in avanti, raggiungere livelli di affidabilità e prestazioni capaci di meglio soddisfare le esigenze di una platea di utilizzatori più esigenti, e quindi di proporre al mercato soluzioni “di sistema”, versatili e compatte.

L’industria tedesca aveva già dato alla luce il concetto di “Industria 4.0”, ormai diventato patrimonio comune su scala internazionale, nell’intento di ammodernare il sistema produttivo e riportare la manifattura tedesca ai vertici mondiali, rendendola competitiva a livello globale e assicurando un futuro all’occupazione locale, comunque inevitabilmente interessata dall’evoluzione rapida delle nuove competenze, tecnologiche e non.

Un elemento di riflessione, e non solo, che doveva vedere anche l’industria tedesca del settore degli elettroutensili affrontare a viso aperto le sfide poste dagli scenari sopra descritti, non ultimo quello di concentrare gli investimenti, in primo luogo in ricerca, sviluppo e produzione delle batterie Li-Ion di futura generazione, nel territorio che storicamente “ospita” il distretto industriale di settore.

Il “Power for all Alliance” di Bosch cambia lo scenario

Siamo giunti ai nostri giorni e abbiamo appena registrato le interessanti novità che uno dei global player più importanti del mercato specifico ha comunicato all’annuale BOSCH Power Tools International press conference 2020.

“POWER FOR ALL ALLIANCE” è ora realtà. Un’alleanza industriale tra concorrenti del DIY and Garden, che vede 4 gloriose imprese del settore, Gardena, Gloria, Wagner, e Bosch, con 3 diversi settori della casa di Stoccarda, condividere la stessa piattaforma di batterie 18 V Li-Ion, sviluppata e prodotta unicamente da Bosch PT.  

Ma guarda un po’, sarà solo il caso? Un segno del destino? Oppure dalle righe dell’autorevole studio sopra citato è nata una scintilla (…ehm, trattandosi di Bosch, non poteva non nascere da una scintilla)?

Di grande significato non è solo “la santa alleanza” tra imprese concorrenti, ma anche che il primo passo sia stato compiuto proprio nell’area più esposta al fenomeno della delocalizzazione, in quella più esposta all’erosione dei margini, alla concorrenza aggressiva dei produttori di area asiatica, il DIY and Garden appunto.

Ma appare già evidente dalle dichiarazioni fatte nel corso della conferenza, che solo di un primo passo si tratta, e che presto potremmo assistere ad un salto di qualità, che coinvolga le business units e le imprese del mercato degli utensili professionali.

Le piattaforme Li-Ion condivise potranno interessare il business “heavy duty” e spingersi fino ai 36 V? È il vagito di una nuova era, che vede le imprese dislocate proprio nell’area sud della Germania, fulcro dello studio del Dr. Dispan, suonare la grancassa dell’innovazione e della tecnologia, proprio nel solco indicato dal suddetto studio, con Bosch a fare da apripista?

E inoltre, quali altri gloriosi marchi di estrazione teutonica verranno prossimamente interessati da “POWER FOR ALL ALLIANCE”? Fin dove si spingerà l’arditezza dell’iniziativa? Vinceranno solide e ambiziose relazioni industriali, nel pieno rispetto del ruolo che ciascun marchio riveste verso i propri partners commerciali e verso gli utilizzatori?

Ridisegnare le “certezze” della filiera

E ancora, il futuro dell’alimentazione a batteria degli utensili affronterà nuove sfide, attingendo al patrimonio comune di conoscenze e competenze delle “sette sorelle germaniche”? Abbiamo appena recepito dalla press conference che gli ulteriori sviluppi dell’iniziativa potrebbero riguardare temi quali i solar power charger e la sostenibilità: la futura tecnologia degli accumulatori saprà dare risposte adeguate ai quesiti posti dal dilemma ambientale?

Condivideranno le imprese coinvolte anche gli investimenti in R&D, in laboratori e siti produttivi locali, in collaborazioni con istituti di ricerca, come l’IMU del Dr. Dispan? Disegnando, in definitiva, una fitta rete di alleanze che salvaguardi, in un contesto competitivo e di qualità, l’occupazione locale nel settore?

Ai posteri, e soprattutto all’arbitro indiscusso di ogni impresa industriale e commerciale, il mercato, l’ardua sentenza!

Ma l’iniziativa di “POWER FOR ALL ALLIANCE” non si limita a questo. È un vero e proprio strattone, che scuote alle fondamenta “le certezze” dell’intera filiera. Rimanendo nel settore specifico, che è il focus di questa autorevole testata giornalistica digitale diretta da Giulia Arrigoni, numerosi altri quesiti vengono alla mente.

Per esempio, quali saranno, nel contesto sopra esposto, le prossime mosse dei produttori di elettroutensili, per il DIY, il Garden e per le applicazioni professionali, di estrazione nordamericana e asiatica? Hanno in serbo altre e più ardite iniziative?

E la distribuzione? Come avrà accolto la notizia? “POWER FOR ALL ALLIANCE” apporta un significativo contributo alla semplificazione delle sue “operations”? E gli utilizzatori? Vedranno confusa la loro fedeltà a questo o a quel brand? O piuttosto prevarrà la soddisfazione apportata dalla semplificazione di un’unica piattaforma trasversale di batterie Li-Ion 18V?

Uscendo per un attimo, invece, dal contesto dello specifico settore di mercato, non si può non sottolineare come la casa di Stoccarda abbia dato in pasto ai media, nell’arco di poche settimane, un’altra importante novità, che la riguarda in maniera eclatante. Una vera e propria chicca.

La prima donna nel board

Per la prima volta nella storia ultracentenale della Robert Bosch una manager donna è stata chiamata a far parte della ristretta cerchia del Board of Directors, che guida le scelte del colosso industriale e ne detta le linee guida.

“Lieber spät als nie” („Meglio tardi, che mai“) ha commentato la Stuttgarter Zeitung, autorevole testata della medesima città della multinazionale, sempre attenta alle vicende di casa Bosch. C’è un po’ di pepe nel commento giornalistico locale, non c’è dubbio, ma anche il benvenuto a quella che, si spera, e io me lo auguro, sembra essere una vera e propria svolta, un percorso da intraprendere senza ulteriori indugi e senza ritorno al passato.

Come non augurare a Filiz Albrecht, questo il nome della giovane Top manager, tutto il meglio, dal momento che avrà il compito delicatissimo, soprattutto in questa fase storica, caratterizzata da scossoni di ogni genere e non solo da quello pandemico, di responsabile delle risorse umane e del social welfare?

“Impossible” isn’t part of our vocabulary! Give your ideas shape @ Bosch si legge accanto al suo profilo. Non potrebbe essere sintetizzata in maniera più efficace l’immane task che dovrà affrontare, non ultima quella di riuscire finalmente a scalfire la tradizionale, mascolina, debordante compagine manageriale in grisaglia del granitico monolite di Schillerhöhe.

Tornando alla conferenza stampa di “POWER FOR ALL ALLIANCE” non si può non sottolineare come il parterre, trasversalmente a tutte le imprese rappresentate, non presentasse uno scenario che è in totale contrasto con la nomina di Filiz Albrecht. Non una sola donna manager nei posti di comando di un mercato che la vede protagonista da qualche decennio, almeno da Bosch IXO in avanti, ovvero “solo” 17 anni, di un target in continua evoluzione ed espansione.

Un aspetto, questo, che assume un significato ancora più importante agli occhi dello scrivente, che trova qui, in queste pagine digitali, la generosa ospitalità di una delle poche figure femminili del panorama nazionale e non, che ci informa e commenta con perizia e competenza, fin dai suoi primi vagiti, l’evoluzione del mercato del DIY and Garden o, se preferite, del bricolage, come si era soliti definirlo allora.

E in Italia? Che succede?

Nel frattempo, una leggera brezza si è alzata sul lago, la distesa di un azzurro turchino si è popolata di vele, lo sguardo ha lasciato la tastiera per tornare a indugiare sull’orizzonte. La mente si è spinta oltre la cortina di ferro delle Alpi. È scesa giù per i declivi sul versante italiano, chiedendosi se in Italia si stessero affrontando seriamente, con creatività, ma anche con determinazione e progettualità, temi analoghi a quelli qui commentati.

Quanta parte della storica industria nazionale di settore è andata persa nel corso degli ultimi decenni, non solo, certo, ma anche e soprattutto “grazie” alla nostra poca dimestichezza con il “fare sistema”? Assisteremo solo da spettatori ai nuovi scenari cui l’industria di settore ci mette di fronte?

E ancora, riusciremo a fare tesoro di indubbie competenze, che pure ci sono, sono disponibili, ma soprattutto a convogliarle verso un unico, comune obiettivo? Saremo capaci di andare oltre i confini, invisibili ma maledettamente invalicabili, dei nostri personali egoismi, e rivitalizzare questo ed altri comparti, industriali e non, in cui giocare un ruolo da protagonisti?

Sapremo fare tesoro della strada indicata da questa iniziativa industriale teutonica che rimanda, nel contesto politico, alla storica Grosse Koalition? Sapremo dare una visione prospettica, di medio periodo, a questo nostro mercato, andando oltre i positivi segnali congiunturali del momento?

Riusciremo, come imprese, istituti di ricerca e ambiente finanziario-politico-amministrativo, a dare forma e sostanza a una nostra “Bad Godesberg”, a un sistema-paese capace di uscire dall’inconcludente tifo da stadio quotidiano, cui veniamo condannati anche a distanza, attraverso i media, e soprattutto capace di competere ad armi pari nel complesso scenario globale?

E inoltre, di quale e quanta determinazione saremo capaci nel far emergere finalmente in tutti i settori della nostra società, ma anche solo di questo nostro specifico mercato, che commentiamo in queste importanti pagine digitali, le innumerevoli competenze, non solo manageriali, delle risorse femminili? 

Un semplice commento di una notizia di mercato è diventato quasi un pamphlet. È il momento del congedo. Di là dall’orizzonte non si percepiscono segnali degni di nota, neppure un’eco. Speriamo che non arrivi solo un rantolo, quanto piuttosto un ampio spettro di progetti, iniziative che contribuiscano a indicare una via italiana allo sviluppo di questo nostro settore, e non solo di quello. E perché no, anche un dibattito franco e costruttivo di settore, qui sulle pagine di DIY and Garden.

Italia, se ci sei, batti un colpo!    

Eugenio Perrella ha lavorato nel gruppo Bosch dal 1987 al 2013 ricoprendo, tra gli altri, il ruolo di regional sales director Europe south (Power Tools) in Robert Bosch Spa e quello generale manager in Freud Spa.

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