Produzione

Meno vincoli per il mercato delle vernici

Pur rimanendo un comparto competitivo. Mercato europeo delle vernici, il settore chiede di alleggerire gli attuali vincoli europei.

Seppur con delle incertezze legate all’aumento delle materie prime, in Europa le vernici continuano a giocare un ruolo di primo piano nell’industria e nell’artigianato.

Secondo gli ultimi dati di European Coatings, il fatturato totale di tutte le 25 società quotate nel 2024 è stato di 28,4 miliardi di euro. Nell’anno precedente, il totale era stato di 28,46 miliardi di euro, con un leggero calo di circa lo 0,2%. La Germania rimane il primo paese in Europa per produzione di vernici dato che può contare su grandi imprese come Meffert AG Farbwerke che ha registrato un aumento del fatturato del 15,5%. Ovviamente la stragrande maggioranza dei produttori di vernici si rivolge all’edilizia e in Italia, nonostante la rimodulazione degli incentivi, il mercato continua comunque a crescere.

Restando in Europa, nel Regno Unito l’effetto della Brexit è stato quasi come quello di una nuova tassa, tanto che sta costando sia a chi importa sia a chi esporta. Quasi 1 operatore su 6 ha registrato costi operativi più elevati a causa della Brexit superiori al 4%, mentre il 32% ha affermato di aver registrato costi di gestione del + 6% nelle relazioni con i paesi Ue.  

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Dunque in Europa i produttori e i rivenditori continuano a difendere il proprio valore. Lo scorso gennaio però da Bruxelles è arrivata la decisione di mettere dei dazi a tasso variabile (in base alle dimensioni delle società) sul biossido di titanio, pigmento bianco per la realizzazione delle vernici.

Quando arrivano notizie sull’introduzione di nuovi dazi si sparge il sentimento della preoccupazione dato che l’innalzamento di una tariffa presuppone l’aumento del prezzo finale e come conseguenze tanti prodotti invenduti e perdite. Questo è successo e con l’imposizione dei dazi da parte della Commissione sula e le associazioni di categoria hanno manifestato perplessità.

Ma quali risultati ha prodotto la decisione di Bruxelles? Ebbene, l’impatto dei dazi ha prodotto effetti differenti. Nonostante la preoccupazione per il futuro, tante aziende produttrici appena hanno iniziato a vociferare di aumenti hanno fatto delle scorte nei propri laboratori, così avere il materiale a disposizione. Altre invece hanno cambiato fornitori, privilegiando anche acquirenti europei.

Le richieste nel detttaglio

Ad oggi però ciò che dà apprensione a chi opera nel settore è dato dai nuovi obiettivi di sostenibilità promossi dalla Ue, tanto che il Consiglio europeo dell’industria delle vernici, degli inchiostri da stampa e dei colori per artisti (CEPE) ha presentato un manifesto per rafforzare la competitività industriale.

Il documento contiene innanzitutto delle proposte di modifica degli obiettivi disciplinati dai regolamenti  REACH e CLP, che prevedono dal dicembre del 2026 il divieto di immissione sul mercato delle sostanze  N,N— dimetilacetammide (Dmac) e 1-etilpirrolidin-2-one (Nep),  in una concentrazione pari o superiore allo 0,3%. Poi la riforma del regolamento sui biocidi (BPR),  perché secondo l’associazione gli attuali limiti ostacolano la ricerca di nuove soluzioni.  Infine il Documento del Cepe ha suggerito delle misure per favorire la lettura dei codici QR per tutta la filiera e per la semplificazione del processo di notifica ai centri antiveleni.

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