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Filomena Licciardi: “ un invito a riscattarci come esseri umani”

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Dall’articolo “Le Donne del mondo Brico e Giardino”, la testimonianza di Filomena Licciardi, direttore del punto vendita Brico Ok di Tito (PZ), uno dei negozi più significativi dell’insegna.

Come preannunciato nell’articolo dedicato alla presenza femminile nei comparti bricolage e giardinaggio, vi proponiamo un’altra delle interviste realizzate che testimoniano, esperienza, inizi e e carriere professionali nel mondo del lavoro.

La sua esperienza professionale. Come è arrivata nella sua posizione?
Il mio è da considerarsi un percorso atipico! Non ho fatto studi inerenti al management. Provenendo da una famiglia solida affettivamente ma non economicamente, mi iscrissi all’unica università meno dispendiosa, in quanto collocata nella mia stessa città, alla facoltà di Lingue che credevo più adatta al mio animo. Dopo la laurea, sempre per andare fuori dagli schemi, non feci nulla di inerente ai miei studi, bensì aprii un’azienda agricola. Ne frattempo ho anche conseguito il titolo più importante, quello di mamma separata.

Oggi sono direttore di un punto vendita, mi occupo di vendite, acquisti, layout espositivi e gestione del personale. Sono molto soddisfatta del mio lavoro e l’essere arrivata a ricoprire questo ruolo lo devo alla mia intraprendenza, alla passione che metto in ciò che faccio e anche alla dea fortuna che nella vita non guasta mai.

Che ostacoli ha riscontrato come donna? Direttrice o Direttore?
Non ho mai gradito l’appellativo declinato al femminile, ancora oggi quando qualcuno lo fa, non lo accolgo di buon grado. Svolgo esattamente le mansioni di un uomo dal punto di vista fisico e mentale e non sono certamente io a dire che una donna ha sempre una marcia in più. 

Pertanto da direttore quale sento di essere nell’animo, mi sono imbattuta nei soliti luoghi comuni da parte di uomini e anche donne che spesso per bigotteria hanno tentato di sminuire la mia figura e la mia posizione, attribuendone la riuscita puramente al mio essere donna in quanto “femme fatale” e non in quanto essere umano dotato di spiccata capacità gestionale.

Ritiene in generale che la Donna sia discriminata nella carriera?
Nonostante la battaglia portata avanti da donne storicamente di spicco per il raggiungimento della parità di genere, credo che purtroppo siamo, per certi versi, ancora ben lontani dall’essere considerate UGUALI agli uomini. Nel mio ambito il divario è ancora più evidente. Ogni giorno mi relaziono con un settore merceologico tipicamente “maschile”, ferramenta, utensileria, carpenteria, montaggio che chiaramente mette costantemente nell’ombra una donna soprattutto quando viene impiegata nella risoluzione delle problematiche relative. Soprattutto nel nostro amato sud tanto bello, quanto conservatore di retaggi spiccioli che collocano la donna al focolare domestico e quasi mai a capo di qualcosa.

Invidia da parte di altre Donne o solidarietà e stima?
Al termine invidia mi piace accostare carenza di coscienza. L’invidia prevede il desiderio di poter godere dello stesso bene altrui, spesso però manca la consapevolezza delle proprie potenzialità che si può ricercare solo nella propria coscienza. Nel lavoro come nella vita in generale, riconoscere i propri limiti è il primo passo verso l’accettazione dei ruoli altrui. Molto spesso è più semplice tentare puerili sgambetti, piuttosto che rimboccarsi le maniche mettendosi realmente alla prova.

Ritiene che sia rispettata tanto quanto un uomo?
Qui rispondo con un grande e amareggiato NO! Ma con orgoglio affermo che si può essere “uomo azienda” anche con una gonna!

Trova che essere Donna porti a dubitare del suo valore professionale?
Certamente! Spesso si preferisce il parere maschile a quello femminile. Si dà per scontato che una donna non abbia le stesse abilità di un uomo. Mi lascio sorprendere piacevolmente da quella fetta di clientela femminile incline al “fai da te” sempre più in crescita, lo leggo come un segnale positivo per il futuro. 

In cosa la Donna ha un vantaggio rispetto a un uomo e in cosa uno svantaggio (se esistono)?
Trovo disarmante sapere che in Italia la differenza salariale fra uomo e donna sia ancora significativa. Credo sia questo uno degli aspetti di maggior svantaggio. Basti poi pensare a quante donne ancora devono celare il solo recondito desiderio di avere un figlio perché compromettente per l’assetto organizzativo. Sono poche le aziende che prevedono un reale diritto alla maternità e molti titolari vedono un ostacolo nella donna manager o dipendente che è anche madre.  Onestamente fatico a trovare aspetti che si possano leggere come vantaggi.  

Nota che ci sia un cambiamento negli ultimi anni nella cosiderazione della Donna manager da parte di colleghi, clienti e fornitori?
Si, ho riscontrato un miglioramento durante la mia esperienza e mi è capitato, durante i viaggi di lavoro, soprattutto al nord del nostro Paese, di non dovermi scontrare con i soliti luoghi comuni avendo la possibilità di relazionarmi solo come persona. Ho sempre sostenuto che a volte noi donne abbiamo permesso di essere sminuite e di essere considerate solo per la forma e non per la sostanza. Non esistono in natura cose o situazioni prettamente maschili o femminili, basta avere alla base volontà, perseveranza e un pizzico di autocritica. Il mio vuole essere un invito a riscattarci come esseri umani senza prevalere su nessuno.

Trova nell’articolo Le Donne del mondo Brico e Giardino la lista completa delle interviste da leggere.

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