Covid-19, agenti e agenzie di merchandising in stand by
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Le limitazioni imposte dal Governo in questo momento problematico, hanno ovviamente forti ripercussioni anche nel nostro mondo. Non solo per quanto riguarda i negozi ma anche per tutte le professioni che quotidianamente lavorano per e con la distribuzione.
Le vendite dei Brico, nei primi 2 mesi dell’anno sono state molto positive rispetto allo scorso anno, ma con marzo, com’era prevedibile, abbiamo assistito ad una forte riduzione degli afflussi nei negozi.
Aziende ed attività commerciali chiuse hanno ridotto la disponibilità di spesa ed il continuo bombardamento mediatico cui siamo sottoposti inducono quantomeno alla prudenza (eufemismo) dei consumatori.
Come sappiamo è rimasta solo la necessità di acquisto, con tutti dubbi del caso (se la lampadina è un acquisto di prima necessità, il trapano come lo consideriamo?), mentre tutte le attività ed i progetti programmati, vengono rimandati alla fine dell’emergenza.
Un vero controsenso, perché la “ reclusione “ in casa è un ottimo motivo per lavori di abbellimento dell’abitazione o del giardino.
Per avere il polso aggiornato e costante sulla situazione, abbiamo coinvolto una serie agenti plurimandatari e agenzie di merchandising, operanti in tutta Italia nei settori ferramenta, utensileria e garden per conoscere cosa hanno richiesto loro i clienti e quali azioni hanno intrapreso.
I clienti più attenti e strutturati del settore tradizionale hanno inviato delle circolari (vedi 3 esempi) e in altri casi hanno invitato telefonicamente, inizialmente a rimandare e successivamente ad annullare le visite degli agenti.
Questo ha, da un lato una motivazione legata alla protezione della propria salute e di quella dei consumatori, ma indubbiamente anche e soprattutto al voler posticipare gli ordini, per prudenza e timore di un crollo della domanda, che è evidente.
Come conseguenza, da marzo gli agenti lavorano, per quanto possibile da casa ed anche loro fanno parte delle categorie molto penalizzate dal calo dei fatturati.
Alcuni rivenditori hanno chiuso temporaneamente, soprattutto in concomitanza con la chiusura dei grossisti.
Altri stanno vivendo alla giornata, sperando in un allentamento delle restrizioni, o hanno messo in stand by l’attività, in attesa del ritorno alla normalità.
Consideriamo anche i costi aggiuntivi derivanti per i negozianti dalle normative nel far rispettare le distanze di sicurezza nel punto vendita, dispenser di gel igienizzante, sanificazioni, e nelle Regioni come la Lombardia, in cui è obbligatorio, nel fornire guanti alla clientela. Costi che, sui bilanci già ridotti dalle mancate vendite, risultano essere stati un aggravio molto pesante.
Per quanto riguarda le agenzie di merchandising, il lavoro si è ridotto in funzione del calo ordini, cui è legato questa attività. Inoltre dopo il decreto dell’11 marzo scorso di fato sono rimaste “disoccupate” non potendosi più recare nei punti vendita.
Alcuni riallestimenti già in programma sono stati ovviamente rimandati, mentre per le nuove aperture sicuramente slitteranno in funzione della durata di questa situazione che, secondo le ultime comunicazioni dovrebbero terminare con l’avvio della “Fase 2”.
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