“Essere Umani”, nel live streaming parlano Casati, Ancona e Bandera
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Alla giornata, organizzata da Newton, hanno partecipato Alberto Casati, VP GM Southern Europe, Middle East, Turkey, Africa (SEMEA) presso Stanley Black & Decker, Inc., Luigi Ancona, sales director di Hilti Italia e Augusto Bandera, segretario generale di Assofranchising.
Newton è una società milanese specializzata nel management consulting, nell’organizzazione di eventi e nella live communication. Lo scorso 21 aprile ha organizzato “Essere Umani” una maratona iniziata alle 11 del mattino e terminata poco dopo le 18.00.
Un evento in live streaming per “liberare e condividere pensieri e idee per la ripartenza”, che ha visto la partecipazione di circa 50 ospiti tra i più diversi con speech da 10 minuti l’uno.
Distribuzione: rispettare i tempi e cogliere bisogni ed esigenze
Partendo dalla situazione della distribuzione del nostro settore, Alberto Casati ha sottolineato che la caratteristica propria del tessuto distributivo italiano di riferimento di Stanley Black & Decker, quella di piccole realtà prevalentemente a conduzione familiare, rappresenta uno degli elementi più difficili da gestire in questo momento. Una situazione di estrema complessità e delicatezza, considerando che in mancanza di supporti, l’interruzione della filiera distributiva significa “mettere in difficoltà tutto il processo produttivo di manutenzione svolto dagli artigiani che quotidianamente fanno acquisti nei punti vendita della nostra distribuzione”.
Una preoccupazione che Casati rivolge anche alla diversità di approccio al Covid-19, riscontrato, in particolare, nei 78 Paesi da lui seguiti. “A una settimana di distanza dall’esplosione dell’epidemia in Italia anche gli altri Paesi, come in una sorta di effetto domino, hanno promulgato le restrizioni. Purtroppo, con poca uniformità nell’implementare sia le regole base per salvaguardare la sicurezza delle persone”. Un’osservazione, quella di Alberto Casati, molto ampia che mette in risaldo le molte differenze che vanno a scapito di un’omogeneità di misure per affrontare e contenere il Covid-19. “Il virus è identico per tutti ma l’atteggiamento e il modo in cui tutti i Paesi lo fronteggiano non sono uguali e la poca uniformità mi preoccupa. Temo che non tutti non stiano facendo le cose nel giusto modo”.
Anche per quanto riguarda l’Italia si evince una certa preoccupazione soprattutto per il futuro, visto che, situazione alla mano, non è affatto detto che chi si sia ritrovato per primo ad affrontare l’emergenza sarà anche il primo ad uscirne.
Un futuro, peraltro, che Alberto Casati suddivide in tre ambiti. Quello aziendale il cui cambiamento dovrà passare per un modo di lavorare più efficace con tempi ottimizzati, scanditi da una maggiore attenzione all’analisi e alla distribuzione della quale si dovranno rispettare i tempi, capirne i bisogni e soddisfarne le esigenze. Una distribuzione, il secondo ambito, che potrebbe cogliere questo momento “per dare maggiore impulso alla digitalizzazione, avvicinandosi magari all’e-commerce e, in ogni caso dialogare in modo differente con il consumatore”. Infine, il terzo fattore, il mercato, sul quale però Alberto Casati, concludendo, non si sbilancia, “perché è ancora troppo presto per capire l’impatto effettivo che il Covid-19 produrrà sull’economia produttiva”.
Rapidità delle decisioni al netto della burocrazia
Un mercato, come sottolinea Luigi Ancona che, per quanto riguarda Hilti Italia, è composto da imprese di costruzione e industria che, al momento sono per il 90% in stand by.
Una situazione che però non ha impedito all’azienda – in questo momento prevalentemente in smart working – di continuare ad essere attivi nel mantenere il legame con i propri interlocutori e clienti, sostanzialmente con attività da remoto, legate alla formazione ma anche con interventi operativi con i clienti che stanno continuando a lavorare.
Il tutto in attesa di una ripartenza che, così per Ancona, come precedentemente per Casati, necessiterà della giusta lucidità per una capacità decisionale che dovrà essere molto rapida, senza però precludere la massima collegialità possibile. Perché la continua connessione “consentirà di conoscere velocemente le esigenze dei clienti; esigenze che con molta probabilità richiederanno servizi e soluzioni diverse da quelle consuete.
Tutto questo al netto di una burocrazia che preoccupa Luigi Ancona perché “conoscendola sappiamo che potrebbe essere un fattore limitante ad una ripresa che, al contrario, potrebbe essere rapida”.
L’opportunità della digitalizzazione
Agusto Bandera, segretario generale di Assofranchising, naturalmente pone subito al centro della questione la distribuzione, anello centrale della filiera che arriva al consumatore finale e che, soprattutto in taluni settori, si trova già oggi in grande difficoltà. In questo senso le organizzazioni in franchising possono avere un vantaggio rispetto agli indipendenti: “quello di trovare un modo più o meno comune per ripartire insieme”.
Ed è questo assunto che l’associazione sta lavorando, “cercando di attivare una serie di azioni a sostegno delle reti”, perché il Covid-19 è stato ed è ancora, di fatto “un acceleratore, perché le reti più strutturate, ovvero quelle che avevano messo in campo investimenti e progetti a favore della fusione tra online e offline, sono quelle che hanno un futuro, tant’è che molti associati stanno accelerando in maniera notevole i piani di sviluppo in tal senso.
E, certamente, conclude Bandera, tutto ciò nelle reti in franchising diventa più semplice perché si possono sfruttare al meglio “l’elemento centrale che definisce la strategia e la costruzione della parte digitale dell’experienze e, nel contempo, gestire la coesistenza del canale fisico e del presidio territoriale”.
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