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DFL Gruppo Lamura. Investimenti, formazione e sostegno ai giovani

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Aperta a Sala Consilina (SA) 40 anni fa, DFL, del Gruppo Lamura, ha subito nell’ultimo decennio una vera e propria accelerata che l’ha portata a triplicare il numero dei capannoni esistenti e a raggiungere, nello scorso 2018, un fatturato di 32 milioni di euro.

La foto aerea dell’azienda me la mostra Pasquale Lamura, giovane titolare del gruppo (37 anni) che, insieme al fratello Francesco (27 anni), è alla guida dell’azienda che distribuisce prodotti per la ferramenta, brico e garden, nell’area centro-sud Italia.

L’occasione per un’intervista (che si è divisa a metà tra Pasquale Lamura, titolare dell’omonimo gruppo e Luigi Nasti, responsabile marketing e comunicazione) è data anche dalla concomitante implementazione di una nuova linea che consente di lavorare la minuteria. Si tratta di un nuovo impianto di confezionamento che sostituisce il precedente e che, se pur di recente realizzazione, non risultava essere più adeguato a soddisfare le nuove esigenze lavorative. Un passo “obbligato” come lo definisce Pasquale Lamura che innanzitutto ha consentito “l’importante spostamento di forza lavoro ad altre attività, riducendo le persone dedicate al confezionamento da 8/10 a 2/3 e l’aumento del livello di sicurezza, con la riduzione dei rischi infortunio prossima allo zero”.

Non solo. La preparazione ordini non avviene più con cassette di plastica ma con scatole, riducendo ad una percentuale irrilevante l’attività di compattamento, da una o più cassette a una o più scatole. “L’impianto è stato progettato per produrre 360 colli ora – prosegue Pasquale Lamura -, con una riduzione dei margini di errore data dal controllo del peso di ogni collo di minuteria. Inoltre, l’etichettatura dei colli, che prima era manuale, ora è eseguita da una stampante di linea”.

Il nuovo impianto è stato posizionato al posto del precedente ma, pur occupando lo stesso spazio, ne ha razionalizzato la disposizione. Infatti, sono state create, all’interno del perimetro dell’impianto aree per la macchina preformatrice di scatole, baie per lo stoccaggio dei colli autospedibili (“originali”) e un’area per materiali a consumo.

Un investimento o una necessità?
PL: Indubbiamente una necessità. In questi ultimi anni abbiamo notevolmente implementato il nostro giro d’affari, allargando anche il nostro raggio d’azione, grazie anche al fatto che il meridione d’Italia è un’area meno presidiata dalla Gds, ad eccezione dei capoluoghi di regione. Quindi,  il nostro lavoro di distributori non subisce nemmeno quel tipo d’insidia. Stiamo lavorando bene e registriamo una crescita superiore al 20% che non è data solo dall’aver ampliato il portafoglio clienti. I nostri agenti, anche quelli dedicati ai mercati consolidati, sono tutti in crescita.

Una crescita dovuta al mercato o ad uno spostamento di fatturato da un distributore all’altro?
PL: Focalizzerei l’attenzione su un altro elemento: l’ampliamento del nostro catalogo che è davvero importante. Partiti da agricoltura, giardinaggio, edilizia, ferramenta, oggi, ci stiamo aprendo a comparti quali il casalingo, l’arredo da interni e da esterni, l’idraulica, l’antinfortunistica e i prossimi investimenti verranno fatti nel settore Pet. Solo negli ultimi sei mesi abbiamo inserito circa 2.000 articoli nuovi, basti pensare che da un catalogo 2018 di 24 mila articoli ora siamo già a 28 mila. Ampliare l’assortimento è un’altra condizione necessaria per evolvere e crescere: il cliente ha esigenze sempre diverse e ama le novità.

Poca Gds e molto tradizionale nel Sud d’Italia. A che punto siamo?
PL: Nella nostra zona la rivendita è ancora piuttosto statica, direi tradizionalista, ad eccezione dove è avvenuto e sta avvenendo il cambio generazionale. In quel caso la distribuzione è più evoluta.

Spesso, e questo in tutta Italia, il cambio generazionale è un problema, nel senso che i figli non vogliono proseguire il lavoro dei padri…
PL: Si, noi viviamo questo problema così come quello dello spopolamento. Lavoriamo su un’area costituita soprattutto di piccoli centri, dove questi problemi si sentono maggiormente. Questa condizione rallenta il cambiamento, inoltre anche nella migliore delle ipotesi, quando i figli decidono di proseguire, il passaggio è arduo, per mentalità e spirito conservativo.

LN: aggiungerei anche che il tasso di laureati al sud è molto elevato e se è vero che molti di loro si trasferiscono al nord Italia o all’estero, quelli che rimangono stanno alzando il livello positivamente. Basta pensare che qui, in azienda, l’età media è di 35 anni ,con competenze molto elevate.

Ma l’espansione in altre aree d’Italia rimane comunque un obiettivo prioritario?
Certamente, tant’è che noi abbiamo già calendarizzato il nostro processo di espansione nei prossimi anni, su regioni dove non siamo presenti. Ad esempio, da qualche mese abbiamo iniziato a lavorare in Lazio, ma abbiamo le possibilità di fare ancora di più per aumentare il nostro fatturato che nel 2018 abbiamo chiuso a 31/32 milioni euro e, nel 2019, siamo proiettati,  a sfiorare i 40.

Ma una volta il grossista aveva la sua precisa area di azione e non sconfinava in quella di un altro….
E’ tutto saltato, oggi è un problema per chi non lo fa.

Poi c’è la rete che ha sparigliato le carte, vero?
LN: Il web è stato e continua ad essere un elemento dirompente e se nel nostro settore non ha ancora inciso in modo importante sulla struttura distributiva, lo ha fatto nelle modalità d’acquisto del consumatore che s’informa, scopre e impara anche se ancora tende a fare acquisti nel negozio sotto casa. la prossimità rimane, in ogni caso, il punto di riferimento per chi ha bisogno di consigli e consulenza. Se invece puntiamo l’attenzione sul rivenditore, va detto che la possibilità dei marketplace ha indubbiamente facilitato la possibilità per molti piccoli rivenditori, di realizzare un proprio e-commerce, alcuni anche con grande soddisfazione, ma molti sono tornati sui loro passi poichè gli investimenti legati alla comunicazione e alla logistica, non sono un fatto secondario.

In tutto ciò DFL come si pone?
LN: In questo senso DFL e, più in generale noi distributori, possiamo essere centrali non solo per le forniture ma parimenti per l’aspetto formativo: abbiamo 45 agenti che formiamo ad hoc sulla base del nostro catalogo e tutto il know how acquisito viene successivamente trasferito al rivenditore. Questo è un vero e proprio valore aggiunto che fa la differenza tra virtuale e fisico.

PL: Tant’è che è allo studio un progetto, denominato Lamura DFL  Academy, che prevede la formazione continuativa, presso la nostra sede, rivolta ai nostri clienti sia per quanto riguarda i prodotti (magari anche con la partecipazione die fornitori) ma anche più in generale su argomenti più generici dedicati alle tecnicche di vendita, esposizione e comunicazione del punto vendita.

Nulla per il cliente finale?
In realtà stiamo approntando un’app mediane la quale il consumatore potrà scoprire i prodotti, leggerne le caratteristiche e consultare la lista dei punti vendita dove poter effettuare i propri acquisti.

Infine, chi è stato il vincitore della seconda edizione dell’iniziativa “StartUp Evolution Pinuccio Lamura”?
LN: Quest’anno abbiamo deciso di rivolgerci agli studenti della scuola secondaria di secondo grado e il premio è stato assegnato a due studentesse del Liceo Artistico che  hanno presentato un progetto sul naming. Va detto che è stato molto ben realizzato, considerando la giovane età delle studentesse e la loro inesperienza. E’ un premio che sta molto a cuore all’azienda e che vuole mettere in contatto imprenditori del territorio con giovani studenti o neolaureati. Il prossimo passo sarà quello di coinvolgere anche le istituzioni, in modo da ampliarne ulteriormente la validità e le intenzioni.

Foto credits: DFL Lamura

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