Sabrina Canese: arte e ferramenta
Prima di tutto un ringraziamento per essersi prestata al botta e risposta che avete visto nel filmato, un modo per tratteggiare in poco più di un minuto un elemento distintivo del suo carattere: la simpatia.
Protagonista dell’intervista è Sabrina Canese, ad della Ferramenta Canese di La Spezia (nata nel 1959 come piccola bottega in centro città, oggi è una delle realtà più importanti in Liguria per la vendita all’ingrosso di ferramenta, con una particolare specializzazione nel comparto della sicurezza), consigliera di Assofermet, presidente dei giovani imprenditori della Confcommercio Liguria e vicepresidente dei Giovani Imprenditori della Confcommercio Nazionale.
Una vita piena di impegni e di progetti, uno dei quali espressamente dedicato al mondo della ferramenta, si tratta del Concorso fotografico Artensile, giunto quest’anno alla sua quarta edizione, che con gli elaborati creativi ed artistici dei fotografi partecipanti, nobilita l’essenza del prodotto di ferramenta e di conseguenza quella pratica della manualità che, nel nostro Paese, non sempre ha goduto di un’immagine particolarmente positiva.
“Quando frequentavo il liceo – racconta Sabrina Canese – soffrivo il fatto di essere la signorina viti e bulloni. Poi, quando sono entrata nell’azienda di famiglia ho scoperto un mondo fatto di migliaia di merceologie e di prodotti espressioni di storia e di cultura del lavoro. Ho capito che l’immaginario diffuso del prodotto di ferramenta che lo vede come un prodotto banale è sbagliato e frutto della non conoscenza. Occorreva raccontare le storie che ci sono dietro e dentro i nostri prodotti e Artensile vuole essere proprio questo: raccontare attraverso l’arte della fotografia la profonda dignità e i contenuti di cultura e creatività che il prodotto di ferramenta rappresenta”.
Arte e ferramenta con Artensile
Artensile nasce nel 2012 come concorso fotografico locale, ma già dall’anno successivo riesce a coinvolgere fotografi da tutto il territorio nazionale. Alla sua nascita il primo e unico sostenitore economico di Artensile è stata la Ferramenta Canese, l’azienda di famiglia. Come è riuscita a convincere suo padre Marcello e suo fratello Massimiliano?
Non ho avuto alcun problema. Siamo tutti convinti che fare impresa non significa solo fare soldi. La tradizione delle PMI italiane è quella di essere utili al proprio territorio e al mercato in cui operano. Qualsiasi azienda prospera, se prospera il territorio in cui vive e lavora. Come per i 50 anni di attività abbiamo rinunciato alle feste e abbiamo donato un’ambulanza, così Artensile vuole essere un contributo al mercato della ferramenta per ritrovare un prestigio perduto.
Nel tempo siete riusciti a raccogliere consensi da parte delle aziende del mercato?
Ogni anno il numero degli sponsor cresce. Le aziende della produzione del nostro settore vivono le nostre stesse problematiche sul fronte del vissuto di prodotto e quindi hanno capito e apprezzato il mio sforzo. Quest’anno poi abbiamo il sostegno anche di Assofermet che ha sponsorizzato uno dei tre premi che verranno assegnati.
Assofermet e mercato
Proprio a proposito di Assofermet, come si trova all’interno di un Consiglio che ci risulta completamente maschile?
Benissimo. Contrariamente agli anni in cui aziende del nostro settore usavano, nelle loro pubblicità, il corpo della donna in maniera quanto meno discutibile, oggi non è più così e tanto meno in Assofermet dove quello che conta è la competenza e l’impegno. Sono stata chiamata da Andrea Lenotti, insediatosi un anno fa alla presidenza, per dare una mano sul fronte della comunicazione. Ho accettato con orgoglio perché si è trattato di un riconoscimento, per me importante, del mio lavoro.
La notizia del momento che emerge dal mondo Assofermet è quella della costituzione di Terna da parte di Capaldo, Fraschetti e Viglietta, tre colossi tra i grossisti italiani. Cosa ne pensa?
Lasciamoli lavorare e poi guardiamo i risultati. Forse è venuto il momento di creare aggregazione se si vuole andare lontano. Potrebbero diventare un esempio, ma lo sapremo solo tra qualche tempo.
Voi in quanto grossisti siete dalla parte della ferramenta tradizionale. Considerando lo sviluppo della grande distribuzione e del commercio elettronico come vede il futuro del negozio di prossimità?
Per quanto mi riguarda sono dalla parte della ferramenta tradizionale non solo per una questione professionale ma anche culturale. Certamente il commercio elettronico e la grande distribuzione sono realtà dalle quali già oggi non si può prescindere, tuttavia credo che la ferramenta tradizionale ha e avrà sempre un suo spazio perché è l’unica realtà in grado di garantire quei servizi e soprattutto quell’assistenza alla vendita che, in particolare per il consumatore italiano, è ancora assolutamente necessaria.
Però sui prezzi è molto difficile competere.
Non è molto difficile è decisamente impossibile. In internet troveremo sempre un 5% meno, su qualsiasi prodotto e quindi la strada della ferramenta tradizionale non può essere quella. Dobbiamo qualificarci sempre di più, offrire servizi sempre più importanti, far crescere la nostra immagine in quanto punto di riferimento utile e, soprattutto, costruire un’offerta di qualità e distintiva.
Possiamo dare un contenuto alla parola “distintiva”?
Diciamo che la selezione dei fornitori è sempre più importante, non solo per garantire la migliore qualità di prodotto al cliente, ma anche per consentire a noi di lavorare al meglio. La grande azienda che si concede troppo alla grande distribuzione è ovviamente per noi un problema, perché ci costringe a margini a volte inaccettabili.
Per concludere?
Per concludere vorrei approfittare dell’occasione per ricordare che è possibile mandare le fotografie per partecipare ad Artensile 2016 fino al 31 luglio prossimo. Tutti i dettagli e il modulo di iscrizione sono nel sito di Artensile.
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