Da qualche anno si parla molto di Retail media, come opportunità per la distribuzione di nuove fonti di fatturato. Ora una ricerca ne conferma la crescita. Significativa.
Secondo le previsioni dell’agenzia di consulenza marketing WARC Media gli investimenti in Retail Media quest’anno aumenteranno, a livello globale, del 21,3% e, nel prossimo biennio supereranno i 180 milioni di euro, sorpassando quelli destinati alla televisione “in chiaro” ma anche gli investimenti totali destinati alla carta stampata (giornali e riviste).
Per contro proseguirà positivamente l’aumento della quota destinata alla TV connessa (CTV) che dovrebbe arrivare a superare i 36 milioni di euro nel prossimo 2026, una cifra ben lontana da quella attribuita al Retail Media.
Sostanzialmente nel retail Media le possibilità d’investimento pubblicitario sono due: on site e off site. La prima comprende gli annunci che vengono posizionati su siti web e app del retailer, mentre la definizione off site si riferisce alla pubblicità posizionata “in qualsiasi altro luogo che viene acquistata tramite una piattaforma di acquisto di proprietà del rivenditore o tramite una piattaforma lato domanda (DSP) tradizionale o un’altra piattaforma di acquisto e utilizza dati di proprietà del rivenditore” (fonte Advertiser Perceptions). Diversi sono i retailer che si sono dotati di una divisione ad hoc., Amazon e Walmart solo per citare i più grandi e OBI per ricordare qualcuno nel nostro settore.
Va sottolineato che se fino al 2022 la parte del leone era da attribuire alla parte on site, negli anni successivi si è vista una crescita molto importante della parte off site, tanto che oggi è maggioritaria, come si può vedere nel grafico sotto, rappresentativo dell’andamento negli Stati Uniti.
Tra le modalità pubblicitarie, da segnalare quella dei video che, sempre negli USA, dovrebbe raggiungere la cifra di 3,6 miliardi di dollari entro il 2026 (+2,6% circa).
Foto credits: OBI First Media Group
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