Artigianato italiano: arretrano i mestieri tradizionali
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L’artigianato italiano cambia pelle. Secondo i dati Unioncamere-InfoCamere, elaborati dal Registro delle Imprese, il settore conta oggi 1,24 milioni di imprese (pari al 21,2% del tessuto imprenditoriale nazionale), ma con una composizione profondamente diversa rispetto al passato.
Negli ultimi due anni si è assistito a una vera trasformazione: estetisti (+10,4%), tassisti (+7,2%) e specialisti ICT (+5,4%) sono tra le figure artigiane in maggiore crescita, mentre si riducono i mestieri legati all’edilizia e al manifatturiero, come falegnami (-10,9%), trasportatori (-8,9%) e imbianchini (-8,5%).
Crisi generazionale e calo dei mestieri storici
Tra marzo 2023 e marzo 2025, le imprese artigiane legate alla cura della persona, alla mobilità urbana e alle nuove tecnologie hanno registrato incrementi significativi:
- +4.665 nuove imprese tra estetisti e centri benessere
- +1.050 tassisti
- +964 serramentisti
- +667 specialisti ICT
Un trend che riflette l’evoluzione dei consumi: la domanda di servizi personalizzati e l’accelerazione tecnologica stanno ridisegnando il volto dell’artigianato italiano, con “officine digitali” che prendono il posto delle botteghe tradizionali.
A soffrire maggiormente sono i settori legati all’edilizia e alla produzione artigianale classica. Oltre ai falegnami e agli imbianchini, in calo anche elettricisti (-2,9%), panettieri (-6,9%), idraulici (-2,4%) e meccanici (-3,6%).
La difficoltà di ricambio generazionale e la pressione competitiva delle nuove tecnologie accentuano la fragilità di mestieri che un tempo rappresentavano l’ossatura del comparto.
Giovani, donne e stranieri protagonisti della trasformazione
Tre categorie si confermano centrali nel processo di rinnovamento le Donne: in crescita tra estetisti (+11%) e tassisti (+14,8%), ma in calo in comparti tradizionali come lavanderie (-10%) e confezionisti (-8,3%); gli Under 35: trainati dagli specialisti ICT (+15,6%) e dai tassisti (+11,1%), ma in forte riduzione nei settori confezione (-31,6%) e falegnameria (-26,7%) e gli Stranieri, protagonisti nell’edilizia (85.640 muratori, +5.546 in due anni), ma soprattutto nell’innovazione con aumenti consistenti tra specialisti ICT (+29,2%) e tassisti (+28,4%).
Il quadro evidenzia un artigianato che, pur mantenendo un peso rilevante nell’economia nazionale, si sta progressivamente trasformando in chiave urbana, digitale e di servizio. La tradizione artigiana italiana non scompare, ma si riconfigura: al posto della cassetta degli attrezzi arrivano software, estetica e mobilità sostenibile.
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