Transizione energetica, gli italiani fiduciosi nell’innovazione

Gli italiani credono nella transizione energetica, ma i costi ancora troppo alti e l’assenza di informazione ne rallentano la diffusione. Questo è ciò che è emerso dall’indagine BVA Doxa per Ariston.
La ricerca certifica la fiducia nella sostenibilità, con il 58% propenso a installare delle pompe di calore (21%) o dei sistemi ibridi (il 37% ) rispetto alle caldaie tradizionali.
Per il il 68% degli intervistati, l’efficienza energetica rappresenta il criterio principale nella scelta di un nuovo impianto, a dimostrazione che il tema della sostenibilità sia ormai radicato nella quotidianità degli italiani, anche grazie a una solida fiducia nella tecnologia: l’86% reputa affidabili questi impianti, e il 77% è convinto che offrano un comfort superiore rispetto ai sistemi convenzionali.
L’interesse, tuttavia, non si limita all’aspetto ambientale dato che l’innovazione è vista sempre più come un’opportunità per valorizzare economicamente il proprio immobile: l’85% del campione riconosce che l’adozione di un impianto innovativo può aumentare il valore della casa. Un investimento consapevole, dunque, che riflette una nuova sensibilità verso l’efficienza energetica come leva concreta di risparmio e miglioramento della qualità della vita.
Rimangono però alcune barriere proprio perché il 66% degli italiani individua nel costo iniziale elevato il principale ostacolo, seguito dalla difficoltà di installazione (32%) e dalla scarsa conoscenza degli incentivi disponibili (30%).
Mancano politiche a sostegno della transizione energetica
Ma come si concretizza la fiducia degli italiani negli investimenti? ? Ebbene, l’Italia rispetto a altri paesi europei ha registrato un indice Energy Intensity Index (EII) migliore del 16% rispetto alla media e nel 2024 la maggior parte degli investimenti (quasi il 50%) in efficienza energetica sono da attribuire al settore residenziale, nonostante un’evidente decrescita imputabile alla sensibile riduzione delle aliquote del Superbonus.
Infatti gli interventi più effettuati hanno riguardato gli involucri, i serramenti e Pdc. Solo il 5% dei proprietari di edifici ha speso oltre 50 mila euro e pochi (2- 4%) tra i 20mila euro e i 50 mila euro per le nuove installazioni. Buona parte dei proprietari ha avuto un approccio più limitato verso la transizione energetica, installando in autonomia tecnologie per l’illuminazione e elettrodomestici smart.
Le regioni più virtuose
Quanto alle regioni più virtuose, le province autonome di Trento e Bolzano sono prime per certificati di classe A per l’efficienza energetica (rispettivamente al 23% e 21%), Valle d’Aosta (20%), Lombardia (19%) e Veneto (18%).
Fra le provincie la situazione è ancora più frammentata, tanto che la prima per immobili ad alta efficienza energetica è di Brescia (27%), seguita da Ascoli Piceno (25%) Bergamo (23%), Bari (22%), Como e Verona (entrambe al 21%). Rieti è invece la prima per immobili di categorie F e G che rappresentano i gradi più bassi (73%), poi Enna (69%), Frosinone (66%), Massa e Carrara (66%), Pistoia (63%).
Dunque, gli italiani sembrano propensi alle nuove soluzioni, ma la disparità di reddito e l’assenza di una politica di incentivi stanno scoraggiando gli investimenti.

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