Global DIY Summit 2024. Com’è andata?
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Si è conclusa la 10a edizione del Summit andata in scena dall’11 al 13 Giugno a Roma presso il centro congressi La Nuvola. Il resoconto del Summit, visto dall’interno, di Luca Gaudenzi, general manager Made4DIY. Nel 2025 tutti a Lisbona.
il Summit globale del settore Home Improvement che raggruppa i retailer provenienti da tutto il mondo, le aziende produttrici e gli altri player che operano in questo comparto ha riunito circa 1.000 manager nella capitale italiana, ritornando nella luogo in cui il cammino dell’evento aveva avuto inizio.
Infatti, nel 2013, la seconda edizione del DIY Summit, si era svolta proprio a Roma presso l’esclusiva e bellissima location di Villa Miani.
Un cammino, quello del DIY Summit, che ha visto sicuramente una crescita eccezionale dell’evento, in circa 10 anni ha raggiunto dei livelli altissimi in termini di numero di partecipanti, di presenza e coinvolgimento dei Retailer da tutti i paesi del mondo, oltre che di attrattività e rappresentatività dell’intero settore del DIY e Gardening.
Questo successo sicuramente, in buona parte è frutto dell’eccezionale lavoro del General Manager Inaki Maillard e del suo staff, compreso quello delle Associazioni che lavorano dietro le quinte dell’organizzazione del DIY Summit. Le organizzazioni EDRA / GHIN, ed HIMA; rispettivamente l’organizzazione dei retailer (European DIY Retail Association / Global Home Improvement Network ) e quella dei produttori (Home Improvement Manufacturers Association).
Roma, e l’effetto WOW?
Le attese nei confronti del DIY Summit di quest’anno erano altissime, visto che la seconda edizione dell’evento svoltasi nel 2013 era stata entusiasmante.
Roma, “La città più bella al mondo” è una cornice che esalta ogni evento portando sempre un valore aggiunto speciale. Quest’anno purtroppo questa connotazione si è persa, e tra le note dolenti dell’edizione 2024 sono da segnalare alcune carenze tecniche del centro congressi ed anche la scarsa presenza del “fattore wow” che Roma avrebbe potuto dare all’evento.
Va comunque sottolineato che l’evento è stato organizzato magistralmente e con grande attenzione per i dettagli dal Team del DIY Summit, ma forse si poteva osare ancora di più, per esempio con Get Together e cena di gala organizzati all’esterno del centro conferenze, in qualche location esclusiva che Roma poteva sicuramente offrire; come fatto già in passato.
I costi e le sponsorizzazioni
L’evento ha mantenuto anche per quest’anno il medesimo costo di partecipazione importante di € 2.395 euro per il pubblico visitatore e costi di sponsorizzazione per le aziende che invece sono aumentati di circa € 2.000, partendo da € 14.000 per i silver sponsor fino a più di € 30.000 per i Diamond sponsor.
La vasta area espositiva offerta dal moderno centro congressi della Nuvola è stata ben organizzata, consentendo alle aziende sponsor dell’evento di avere i propri stand ben posizionati e con ampi spazi a disposizione.
Le aziende presenti nell’area espositiva del Global DIY Summit hanno ogni anno il grande vantaggio di presentare in questa esclusiva vetrina, le gamme di prodotto dedicate al DIY e Gardening.
Vista la grande presenza di retailer da tutto il mondo, con delegazioni anche di buyer, questo è sicuramente un motivo valido per investire risorse nell’evento al fine di assicurarsi una maggior visibilità, anche se andrebbe considerato un progetto di sponsorizzazione su più edizioni per avere una presenza stabile nell’evento. La sola toccata e fuga, investendo per uno stand in una singola edizione, in un contesto così grande e ricco di impegni come quello del Summit, non è remunerativo.
Le insegne presenti
Tantissime le insegne della distribuzione che erano presenti quest’anno al DIY Summit, tra i retrailer Europei la presenza di ADEO (Leroy Merlin, Bricoman, Brico Center, Weldom, Aki), Kingfisher ( B&Q , Castorama, Brico Depot , Koctas), OBI, Hubo, Brico Alliance, Bricolife, Hornbach, Mr.Bricolage, Praktiker. Per l’Irlanda erano presenti tutti i principali player tra cui Woodies. Tra i player internazionali erano presenti anche Cash Build, The Home Depot, Bunnings.
Quest’anno va anche sottolineata una folta presenza di buyer e dirigenti delle catene giapponesi, tra cui, Kainz, Ken Depot pro e GooDay. Presente anche la Japanese DIY Association, il principale gruppo giapponese di produttori DIY.
Il mercato giapponese del DIY, che ha iniziato a svilupparsi solo recentemente, alla fine degli anni 80, è passato rapidamente da 19 miliardi di dollari fino al valore attuale di ben 36 miliardi di dollari in pochi anni; i retailer giapponesi si stanno aprendo sempre di più ai produttori europei ed internazionali.
11 Giugno. Il primo giorno
Come di consueto la giornata antecedente al convegno viene dedicata allo Store Tour, ovvero alla visita di 3 o 4 punti vendita. Partita quasi i sorsina, negli anni ha assunto sempre maggiore rilevanza tanto che quest’anno erano ben 6 i pullman dedicati al tour.
Le insegne visitate sono state: Bricofer, Leroy Merlin, Obi e Tecnomat, con l’outsider Eataly. per approfondire lo Store Tour clicca qui.
Al termine del primo giorno di Summit si è svolto il Vip Cocktail e il Get Toghether. Il primo è riservato solo agli sponsor ed ai retailer presenti al DIY Summit, congiuntamente ai top manager delle associazioni coinvolte nell’organizzazione del DIY Summit. Rappresenta una modalità ulteriore per fornire alle aziende sponsor di “agganciare” le eventuali insegne di interesse
Il DIY summit ha sicuramente migliorato nel corso degli anni le opportunità di sviluppo contatti con i retailer internazionali. A tal proposito segnaliamo anche la app specifica che permette di contattare i partecipanti dell’evento ed inviare dei messaggi per richiedere appuntamenti.
Purtroppo la app funziona meno rispetto al modo tradizionale degli incontri one to one e ne auspichiamo una maggiore comunicazione in futuro. Inoltre, sarebbe bello che per le prossime edizioni fosse rilasciata più in anticipo e con modalità di contatto anche più diretto per i partecipanti.
Successivamente si è svolto il “Get Together “, momento informale dedicato a tutti i partecipanti del Summit, che si è tenuto nella medesima location del centro congressi la Nuvola.
Per l’occasione John Herbert (General Secretary EDRA / GHIN) ha dato il benvenuto a tutti gli ospiti dell’evento insieme a Sabrina Canese, Presidente di Assofermet (qui il discorso integrale) che ha ringraziato tutti i partecipanti dell’evento organizzato quest’anno nella “Città eterna”.
La cena di Gala e il conferimento del DIY Legacy Award a Cosimo Fadda
Prima di entrare nel merito die contenuti della convegno, va segnalato il momento più emozionante del Global DIY Summit 2024 avvenuto durante la cena di Gala, che si è svolta al piano superiore del centro congressi della Nuvola dove tutti i 1000 partecipanti dell’evento si sono riuniti per festeggiare il convegno ed il suo momento più importante.
Ricordiamo che ogni anno, a metà della cena di gala, viene assegnato un premio alla carriera per i personaggi che hanno fatto qualcosa di altamente significativo per il mondo dell’Home Improvement.
Quest’anno ci sono state un paio di novità sul fronte delle premiazioni. La prima è l’introduzione della GLOBAL DIY HALL OF FAME, una lista che raggrupperà tutti i più grandi protagonisti del settore DIY da tutto il mondo. La seconda riguarda il nuovo DIY Retail Legacy Award; il prestigioso premio che celebra la carriera delle persone più importanti nel mondo del retail che sono state capaci di sviluppare in modo significativo il settore del fai da te.
Questo importante premio è stato assegnato quest’anno a Cosimo Fadda, Presidente Onorario del Gruppo CFadda. Il premio è stato presentato da Marco Orlandelli, Presidente di MADE4DIY (Consorzio Italiano dei Produttori per il Fai Da Te e Giardinaggio).
12 e 13 giugno. La Conferenza (una certa stanchezza)
Ogni anno la conferenza del Summit cerca di focalizzarsi su un tema cardine per il nostro settore, con l’obiettivo di creare un fil rouge che nel corso degli anni possa tracciare un percorso evolutivo del nostro settore.
Il motto di quest’anno è stato “Embracing Change in DIY – How to Thrive in the Never Normal”, ovvero Abbracciare il cambiamento, come essere vincenti in un periodo in cui la normalità non esiste più.
Non spicca certamente per la novità il titolo dell’edizione 2024 e purtroppo questo è il trend anche delle passate edizioni dal 2018 in poi.
il focus è sempre posto sul cambiamento che sta attraversando il settore dell’Home Improvement; sotto il punto di vista dei contenuti l’evento di quest’anno ha presentato ben poco di attraente.
Infatti, il punto su cui ci si aspetta molto di più è sicuramente la conferenza del DIY Summit, e quest’anno, purtroppo, è mancata una presenza consistente di retailer sul palco in grado di portare dati ed informazioni in merito ai trend del DIY a livello internazionale.
Anche sul livello del coinvolgimento, gli speaker sono risultati nella maggior parte dei casi poco accattivanti per gli spettatori, sia dal punto di vista dei contenuti presentati che dal punto di vista della personalità sullo stage.
Sarà forse stato il caldo dell’auditorium dovuto alla mancanza di aria condizionata? Questo aspetto ha sicuramente reso l’ascolto del pubblico meno piacevole purtroppo!
La conferenza si è aperta con il consueto benvenuto di John Herbert (General Secretary EDRA ) Reinhard Wolff (President HIMA) e Thierry Garnier ( CEO di Kingfisher group); anche Inaki Maillard, il General Manager che coordina l’intero DIY Summit ha fatto un’introduzione dell’evento.
Di seguito alcune delle presentazioni più interessanti in pillole.
La situazione macroeconomica. Tra le presentazioni degne di nota, è stata sicuramente interessante la panoramica della situazione macro-economica a livello globale, grazie alla presentazione di Ira Kalish, Chief Global Economist, Deloitte, in cui è stato fatto il punto sulla situazione delle principali economie mondiali.
Un serie di informazioni molto chiare e necessarie ad inquadrare il contesto di riferimento generale in cui si trovano ad operare le aziende dei vari paesi. Partendo dalla prima economia al mondo, quella degli USA che è stata la più resiliente a livello globale, e che porta con sè il cambiamento dell’economia dell’Unione Euopea che è ad essa collegata.
Oggi per l’economia Americana si denota un aumento della produttività, questo valore invece per l’Europa è leggermente è in calo. In parte questo miglioramento in USA è dovuto anche ad una virtuosa gestione del fattore immigrazione che ha contribuito in modo significativo all’aumento della forza lavoro e dello sviluppo economico del sistema americano, cosa che in Europa non sta avvenendo.
Questo sta portando l’economia americana ad una riduzione dei tassi di inflazione da parte della Federal Reserve che sono già in calo e che scenderanno ancora nel 2025. Tuttavia anche l’economia Europea si sta riprendendo bene e anche la BCE ridurrà i tassi d’inflazione ulteriormente nel 2025.
Sono quindi molto positive in entrambe le economie le prospettive di rivalutazioni degli immobili ed i costi delle abitazioni sono in crescita.
Tanti gli investimenti degli USA sulle imprese e sulle energie rinnovabili per agevolare la ripresa economica.
L’india risulta essere una delle principali economie emergenti, per via dei grandi investimenti degli ultimi anni in infrastrutture e capitale umano per spingere il commercio globale. Questo ha permesso oggi un grande sviluppo del paese e delle opportunità di investimento. Oggi l’economia indiana risulta avere una crescita maggiore in prospettiva rispetto a quella della Cina.
La Cina è la seconda economia al mondo ed è la più grande per numero di persone; nel paese c’erano grandi investimenti in proprietà immobiliari fino a pochi anni fa, ma se si osserva la situazione odierna, a livello immobiliare non è più florida come in passato, anzi ci sono innumerevoli residenze incomplete o non utilizzate e questo sta creando un problema negli investimenti.
Anche i prezzi delle proprietà immobiliari sono in calo, per questo il governo sta cercando di ri-attirare compagnie globali per investire in Cina ma senza un grande successo. Altro problema riguarda anche l’aspetto anagrafico, infatti la media dell’età dei lavoratori sta continuando a crescere.
Tutto ciò porta la Cina a crescere molto più lentamente del passato, questo è un importante indicatore che si aggiunge alla minor domanda di export di prodotti cinesi ed un aumento dei prezzi delle commodities. Anche le importazioni di prodotti cinesi in USA sono in forte calo, in quanto oggi l’America sta puntando fortemente su import di prodotti dal Messico, che ha costi più bassi per quanto riguarda la logistica ed è meno in contrasto con gli USA rispetto alla Cina.
A seguito di questo, è possibile evidenziare che ci sono molte motivazioni per cui le economie di USA ed Europa potrebbero continuare con un buon trend di crescita ne futuro prossimo.
La strategia internazionale di OBI ai tempi del “Never Normal”
Tra i key note speakers della conferenza risalta Sebastian Gundel, CEO di OBI, il quale in poche slide ha voluto sottolineare i punti chiave della strategia internazionale di trasformazione e sviluppo dell’insegna in questi tempi complicati e di grande trasformazione per il settore dell’Home Improvement.
Anche per OBI che è leader in Germania ed è una catena importante a livello globale, lavorare e crescere in questo periodo non è semplice.
Il retailer oggi conta ben 646 negozi nel mondo; in media un punto vendita possiede tra le 40.000 e le 60.000 SKUs ed ha una superficie di circa 10.000 mq. OBI ha un fatturato globale di 8,2 miliardi di euro, ed ogni anno coinvolge circa 200 milioni di visitatori nei suoi punti vendita.
Tra le sfide di ogni giorno, uno delle principali per OBI resta il focus sulla mission aziendale “aiutare al meglio le persone a migliorare la propria casa e giardino” Per fare questo è necessario rompere con il passato ed abbracciare il futuro che è rappresentato dalla conoscenza del proprio cliente. Solo in questo modo è stato possibile continuare a crescere nonostante le difficoltà della pandemia e della crisi economica.
Anche se non è stato facile, questo ha spinto l’azienda a sviluppare la strategia multicanale per rimanere sempre più connessi con il cliente finale, OBI ECOSYSTEM. Una strategia omni-channel per aumentare il coinvolgimento, la fidelizzazione la soddisfazione dei clienti ed anche il volume e valore delle vendite. Questo grazie alla migliorata gestione del cliente sia all’interno dei punti vendita, sia online tramite app e sito web che ha permesso la raccolta di moltissime informazioni tramite la registrazione di account.
Punti principali per la strategia di sviluppo di OBI sono: rispondere in modo immediato ai bisogni del consumatore in store, sviluppare nuove partnering, sviluppare relazioni con gli imprenditori e monetizzare i dati raccolti nel funnel. Partendo dalla gestione in store del cliente, quello che fa la differenza oltre ad assortimento di prodotti e spazio sono le persone che lavorano in OBI, per questo l’insegna ha fatto diversi test in nei punti vendita di Berlino, in cui sono stati fatti investimenti in formazione del personale vendite e questo ha prodotto come risultato clienti più soddisfatti e che hanno acquistato di più. Quindi il principale target da migliorare sono gli addetti sul punto vendita, prima ancora dell’assortimento dei prodotti.
Molto importante anche il partnering per sostener progetti più complessi ed aiutare i diyers e gardeners ad affrontare progetti più importanti. Questo significa che OBI punterà sempre più sulla possibilità di realizzare progetti complessi, come dare la possibilità ai clienti di realizzare impianti fotovoltaici, creare piscine o altre opere di grande portata.
Lo spirito del Franchising, è un punto importante per l’insegna che investe molto in questa direzione e infatti, si punta molto sul Local entreprenaurial spirit per avere una crescita della rete di punti vendita.
OBI crede molto anche nel concetto di “global scale e local touch” quindi capire quando e come restare vicini con prodotti e assortimento alle esigenze dei clienti, ma cercare anche fare economie di scala.
Infine, la leva principale, dice Gundel, è l’emozione, “non si può affrontare la trasformazione senza l’emozione che per noi di OBI è la cosa principale!” . L’arrivo dalla mascotte di OBI sul palco del Summit ne è l’esempio.
Il never normal e l’intelligenza artificiale – AI is the new normal!
La presentazione più brillante del DIY Summit è sicuramente stata quella di Peter Hinssen, speaker professionista e autore belga. L’oratore esordisce così “Tutti noi pensiamo… bene, la pandemia è finita, ora torniamo alla normalità. Non è così ! Mi spiace, ma chi pensa di poter lavorare in un mondo tranquillo e senza continui sconvolgimenti ha scelto il periodo sbagliato per vivere !“.
Dopo la pandemia molti uffici si sono svuotati e si è consolidato in alcuni giorni della settimana lo smart working da casa, questo ci fa capire che le cose stanno cambiando e lo faranno continuamente.
Ci dobbiamo adattare costantemente al cambiamento, un ottimo esempio è amazon, che durante la pandemia ha iniziato anche a vendere molti medicinali.
L’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento e tutto sta cambiando in modo più veloce di sempre. Dobbiamo essere capaci dia adattarci e la prima sfida è essere capaci di vivere nel mondo delle informazioni digitali in cui viviamo oggi. In questo l’AI dà un ottimo vantaggio all’utilizzatore, cose che prima erano impossibili ora sono diventate possibili e addirittura mainstream. Tra questi Hinssen porta molti esempi di app basate sull’intelligenza artificiale che danno molti spunti interessanti.
Per esempio, esiste una app in grado di riconoscere i lego sparsi per terra e identificare tutte le possibili costruzioni realizzabili con i mattoncini, creando anche le istruzioni di montaggio.
Molto esilaranti le immagini ottenute tramite app di AI che propongono una versione molto insolita del Papa che indossa outfit di diverso tipo.
Infine Hinssen conclude: “Le informazioni nelle nostre aziende non sono organizzate in modo strutturato ma per utilizzarle nel mondo dell’AI servono dati strutturati; questo è il motivo per cui per stare al passo con i tempi ed adattarci al cambiamento dobbiamo avere nelle nostre aziende dei database per sviluppare il potere di queste info, tramite la scienza dei contenuti (content science). Molte aziende non sanno ancora che oggi, per esempio, ci sono software basati sull’AI che ti permettono di generare presentazioni di prodotti e offerte in 3 minuti anzi che in 3 ore! Questo permetterà alle aziende in futuro di aumentare la produttività. Le persone sono preoccupate di perdere il proprio lavoro per via dell’Intelligenza Artificiale, ma in realtà non sarà così, le persone saranno sempre necessarie perchè serviranno per il content science e la creazione di database e framework dei dati.
AI is the new normal!“
Esiste una correlazione tra casa e salute
Christophe Jauquet è uno speaker professionista e scrittore di diversi libri sulla salute e gli stili di vita.
Nella sua presentazione, viene messe in evidenza l’interessante relazione che esiste tra salute psico-fisica e il luogo in cui viviamo, la nostra casa. Di base, la nostra casa ci deve far sentire bene e protetti, deve essere un luogo dove recuperare le energie.
Questa correlazione, tra ambiente in cui viviamo e salute, è anche il riflesso del percorso evolutivo della nostra società che infatti, nel corso degli anni, ha visto sia il miglioramento della nostra qualità della vita e di pari passo il miglioramento delle nostre abitazioni e strutture ospedaliere.
La stessa cosa sta succedendo in questo periodo, dove più nulla è normale, durante il covid e dopo il covid sempre più persone hanno capito che l’importanza della propria salute psico-fisica dipende anche dal luogo in cui viviamo e in cui stiamo. Per questo motivo sempre di più stiamo cercando di migliorare i nostri spazi rendendoli il più possibilie confacenti a 5 caratteristiche: calma, energia, sicurezza, vitalità e ristoro.
La parte conclusiva della presentazione si concentra su questo slogan “Our home is the epicentre of our life aspirations“. Quindi questa è un’ottima notizia per tutto il nostro settore dell’Home Improvement che ha un valore fondamentale per il cliente.
La nostra casa è ancora qualcosa di più di un luogo che ci deve fare sentire bene, protetti e coccolati, è un elemento che va di pari passo alle nostre aspirazioni di vita e quindi c’è un legame incredibilmente profondo tra noi e le nostre abitazioni; questo è il motivo per cui “Home is the ultimate investment in our ealth !“
La sostenibilità ambientale e Scope 3
Durante la conferenza del Global DIY Summit uno dei punti salienti è stato il tema della sostenibilità ambientale ed il raggiungimento degli obiettivi per le emissioni SCOPE 3.
Le emissioni Scope 3 sono una categoria di emissioni di gas a effetto serra (GHGs- Greenhouse gases) generate da operazioni di business da fonti che non sono direttamente possedute o controllate da un’organizzazione, come la catena di fornitura, il trasporto, l’utilizzo o lo smaltimento dei prodotti. L’obiettivo di scope 3 è quello di raggiungere la decarbonizzazione dell’atmosfera del nostro pianeta e quindi la riduzione presso ché pari al punto zero delle emissioni di gas a è effetto serra, inclusi C02 e CH4. Chiamate anche emissioni della catena del valore, sono le più difficili da misurare e ridurre.
Il presidente dell’associazione dei retailer EDRA/GHIN, Thierry Garnier (CEO Kingfisher group plc.) ed il Presidente dell’associazione dei produttori HIMA, Reinhard Wolff (CEO Wolfcraft gmbh) parlano dell’importanza della collaborazione tra produttori e distributori per riuscire a ridurre questo tipo di emissioni.
“Quì il fallimento non è accetabile – dice Reinhard Wolff, perché creerebbe dei danni irreparabile alle aziende che operano nel nostro settore – Dobbiamo essere capaci di prendere le corrette decisioni per intraprendere fin dall’inizio la strada corretta”.
Euomonitor presenta il DIY Opportunity Index
Euromonitor International, la principale azienda specializzata nella ricerca ed analisi di dati di mercato, ha presentato sul palco del Global DIY Summit l’interessante progetto del DIY Opportunity Index. Grazie alla presentazione di Nick Stene (Global Head of Home & Garden di Euromonitor International),
che spiega come per le aziende che vogliono essere vincenti nel nostro business è diventato fondamentale concentrarsi non solo sui dati ma sulle previsioni.
Quindi, nel mercato dell’home improvement che sta vivendo una continua evoluzione, è necessario spostarsi dal concetto di analisi dei dati di mercato che riflettono trend passati, al concetto di studio forecast.
L’Euromonitor DIY Opportunity Index serve proprio a questo, e quindi permette alle aziende di riuscire ad avere forecast dei trend delle diverse merceologie, con comparazioni su diversi mercati.
Questo, permette alle aziende di utilizzare le informazioni ed i dati strutturati che questo servizio offre, per determinare quali priorità dare allo sviluppo strategico dei diversi mercati, in base alle opportunità di crescita. La chiave è che non si tratta più di intuizioni, ma di lungimiranza!
Inoltre si segnalano…
Tra le altre presentazioni dei relatori che si sono succeduti nella due giorni di conferenza, si evidenziano anche le seguenti:
Craig Webb (Presidente della società di consulenza Webb Analytics) ha parlato delle novità principali riguardo alle insegne del retail presenti nel mercato degli USA. Sono stati presentati esempi di idee di business innovative messe in atto da diversi retailer americani, questo ha permesso di fare in pochi minuti il giro degli Stati Uniti d’America, facendo risaltare anche le attività e le idee innovative di insegne dell’Home Improvement minori rispetto ai soliti nomi dei colossi Home Depot e Lowe’s.
Andrea Scown, CEO di Mitre 10, ha presentato alla platea del DIY Summit il company profile di MITRE 10, insegna neo-zelandese del DIY. Una cooperativa formata da 84 negozi con oltre 8.000 addetti, con un management basato sulle famiglie locali. Un retailer che fa del suo punto di forza le stesse comunità in cui sorgono i punti vendita in Nuova Zelanda; quindi i clienti che sono sempre alla base del successo; il concetto dei negozi dell’insegna MITRE 10 è il seguente “a family store in your community”. La strategia di MITRE 10 è puramente customer centric, a tal punto da aver sviluppato una vera e propria community a sostegno delle persone che hanno necessità di svolgere lavori di Home Improvement, la MITRE 10 Helping Hands; l’obiettivo è appunto aiutarsi l’un l’altro.
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