Gds brico. Alcune regioni ad alto potenziale
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Secondo Andrea Boi di TradeLab, nell’area settentrionale una potenziale crescita si evidenzia nel Nord Est, anche se è nelle regioni meridionali che è più facile sviluppare punti vendita.
Tornata “finalmente” in presenza a Fieramilano l’edizione 2021 di Bricoday, pur non avendo ancora un dato definitivo sul numero dei partecipanti, chiude con risultati importanti in termini di partecipazione sia di espositori che di visitatori. Secondo le prime dichiarazioni raccolte dagli organizzatori, le registrazioni dei visitatori hanno registrato un aumento a doppia cifra rispetto all’edizione del 2019.
Sempre secondo le prime analisi degli organizzatori, il profilo dei visitatori rispecchia il nuovo mondo del bricolage, sempre più ibrido per ciò che riguarda i canali distributivi. “Fino a qualche anno fa, distribuzione brico, ingrosso e ferramenta, costituivano la maggior parte dei buyer in visita. Attualmente, a questo “zoccolo duro”, sempre presente in forze, si affiancano nuove realtà. Come l’ecommerce che si è manifestato “fisicamente” con un numero importante di compratori, ma anche i buyer di molti canali fisici in passato estranei alle nostre merceologie hanno visitato la manifestazione.
Tradizionalmente la mattina si è aperta con il classico convegno (anche se quest’anno, per la prima volta, l’accesso agli spazi espositivi è stato immediato fin dall’apertura), che ha esplorato i principali temi di attualità del settore dopo l’annus terribilis rappresentato dal 2020. Si è parlato dell’andamento delle insegne, dello sviluppo della rete di vendita, di numeri del mercato, poi di ecommerce e marketplace, i trend del futuro.
Insegne brico 2019/2020: sviluppo della rete distributiva e performance economiche
Ne ha parlato Andrea Boi (Senior Manager e Partner, Trade Lab) che, dopo aver dato un’occhiata veloce alle performance economiche pregresse, è passato a esaminare l’andamento di questi due anni.
Vendite: molto ha pesato la crescita dell’attenzione crescente verso la casa, dovuta ovviamente alle misure emergenziali che per alcuni mesi hanno costretto la maggioranza degli italiani a chiudersi nelle loro abitazioni. Da qui fatturati in crescita per alcuni player, meno per altri. Una differenza dovuta a diversi fattori, a iniziare dalle misure governative. In altre parole: se un punto vendita si trovava nel perimetro comunale era facilmente raggiungibile, se era posizionato più lontano crescevano i vincoli e le remore nello spostarsi da casa. Senza dimenticare il divieto di vendere determinate categorie merceologiche Quindi una grande variabilità con differenze anche eclatanti .
In questi 2 anni il costo del lavoro fisso è calato, anche se in maniera molto contenuta. Una variazione dovuta a diversi fattori, a iniziare dall’utilizzo degli ammortizzatori durante i diversi lockdown che si sono susseguiti durante il 2020.
Lo stato della rete: in questi 2 anni i giorni di dilazione ai fornitori sono ulteriormente saliti, un dato medio frutto di politiche molto diverse. L’indice di bilancio ROI e ROE sono in crescita.
Se guardiamo allo sviluppo della rete, nel 2019 è partita un’interessante fase di sviluppo, in primis per il franchising. Inoltre, pur in maniera differente, lo spazio di crescita nelle regioni ha un alto potenziale.
Ma quale spazio di crescita? La risposta viene evidenziata nella slide: a seconda della regione e della zona geografica. Per ciò che riguarda l’area settentrionale una potenziale crescita si evidenzia nel Nord Est, anche se è nelle regioni meridionali che è più facile sviluppare punti vendita, in particolare di media metratura, così in molte zone del Centro Italia. Va anche sottolineato come all’interno della stessa regione le potenzialità di crescita sono diversificate.
Continua la crescita dei punti vendita. Un dato che mostra come in Italia ci sia ancora spazio per uno sviluppo della rete distributiva con 55 nuovi store in 3 anni, pari a un +7,6%. Una crescita che aveva rallentato nel primo semestre del 2020, ma che aveva ricominciato a correre nel resto dell’anno continuando anche nei primi 6 mesi del 2021. 140mila mq in più in due anni è un dato veramente significativo: quindi tanti punti vendita e con un’ampia metratura.
Il fatto nuovo è che la rete dei pv diretti si è andata consolidando, meno quella che fa capo al franchising.
Al momento risulta dunque un mercato dove le performance economiche dei retailer del settore bricolage hanno subito impatti decisamente e fortemente asimmetrici a causa sia della pandemia che dei conseguenti lockdown che si sono alternati a fasi relativamente tranquille.
Con una ricaduta su costi, margini e risultati. Un settore tuttavia che guarda con fiducia alla ripartenza e a una nuova fase di sviluppo con più punti vendita con metrature medio-grandi. Store che sono soprattutto in modalità diretta e meno in affiliazione. Spazio anche all’adesione ai diversi Consorzi.
Certo l’avanzata dell’ecommerce è un’incognita anche nel bricolage. Prima di sviluppare una rete distributiva fisica si guarda quindi anche a uno sviluppo, con conseguente investimento economico e umano, della vendita virtuale.
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