Progress, la Cassazione dà ragione alle comesse
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Si è concluso questa settimana il lungo iter giudiziario che ha visto protagonista l’insegna Progess di Capaldo Spa. Si conclude con la Corte di Cassazione che si è pronunciata a favore del reintegro delle 8 dipendenti dell’azienda di Atripalda, confermando le prime due sentenze di primo grado e di appello.
La questione ha avuto inizio nell’aprile del 2009 quando le 8 cassiere furono licenziate con la motivazione di una necessaria riduzione del personale; motivazione che non convinse le 8 protagoniste dell’azione, tanto da convincerle ad intentare una causa.
Nel frattempo, nel marzo del 2012 le cassiere sono state reintegrate, tuttavia, il risultato è stato accolto con soddisfazione, oltre che dalle protagoniste, anche dall’Ugl-Utl di Avellino che, a suo tempo non aveva sottoscritto la procedura di mobilità avviata dall’azienda, considerandola discriminante.
Costantino Vassiliadis, segretario generale dell’Ugl, ha dichiarato a Irpinia News che: “le dipendenti lavoreranno certamente in modo più sereno. È una nostra vittoria al termine di un percorso in cui pochi credevano. Io ci ho creduto come le lavoratrici e l’avvocato Freda e per questo siamo andati avanti per tutti questi anni. Oggi abbiamo il risultato che auspicavamo e finalmente la storia si chiude una volta per tutte”.
Raggiunto telefonicamente, Gerardo Capaldo, amministratore delegato della A.Capaldo Spa, ha dichiarato che “nel 2009 si rese necessaria l’esternalizzazione del servizio di incasso a fronte del rifiuto delle cassiere di adeguare i loro orari di lavoro al flusso della clientela; oggi il servizio è sempre esternalizzato e le cassiere reintegrate lavorano al picking dell’impianto automatizzato. Le ambiguità della legge spiegano l’esito giudiziario negativo”.
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