Com’era prevedibile, si registra una flessione nella attività legate al do it for me (DIFM), al contrario del diy Il dato è stato registrato dall’European Home Improvement Monitor.
Nel sondaggio del quarto trimestre del 2019, la quota DIFM è scesa al 34,8%, mentre in confronto, la quota di progetti fai-da-te per il bricolage è salita al 65,2%. Nell’anno precedente, la relazione tra DIFM e DIY era ancora divisa dal 37,5% al 62,5%. Il livello attualmente misurato è lo stesso di quello dell’anno 2015.
Tuttavia, la USP Marketing Consultancy, che gestisce il monitor in undici paesi in Europa, prevede che la tendenza verso progetti DIFM continuerà a lungo termine.
Il crollo delle richieste pare sia da addebitarsi all’aumento dei prezzi di questi servizi causato dalla chiusura di molti punti vendita. Ciò nonostante i centri brico hanno ormai capito come stimolare la richiesta nelle nuove generazioni, le cui capacità di bricolage sono diventate sempre più carenti negli ultimi anni. A questo si aggiungono la maggiore propensione a cambiare casa e la sempre maggior offerta di servizi di DIFM proposta dalle insegne del bricolage.
I ricercatori del mercato sottolineano che la situazione appare spesso molto diversa nei singoli paesi. In Francia, ad esempio, il 75% dei progetti è realizzato dagli stessi bricoleur, mentre in Italia e Spagna ciò vale solo per circa la metà dei progetti.
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