Ferramenta Day per crescere
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Alla prima edizione del Ferramenta Day, organizzato dalla rivista Ferramenta 2000 insieme ad Assofermet, l’associazione italiana dei grossisti di ferramenta e tenutosi a Padova lo scorso 18 novembre, sono intervenuti, mal contati, circa 400 operatori economici del grande settore della ferramenta italiana (dettaglianti, grossisti e aziende). Un successo che certifica la voglia e la necessità degli operatori del nostro mercato di riunirsi per informarsi e confrontarsi su una società, su dinamiche commerciali e su un consumatore in straordinario e rapido cambiamento.
Avevamo già visto questa “voglia” durante il BricoDay organizzato dalla rivista BricoMagazine, ma lì si parlava con e della grande distribuzione specializzata. L’operatore della ferramenta è storicamente più difficile da coinvolgere, invece grazie a una buona organizzazione, all’oggettivo interesse dei temi trattati e alla qualità dei relatori, ha risposto riempiendo la sala del convegno e più e seguendo con grande attenzione tutti gli interventi, anche quelli del pomeriggio.
I successi di BricoDay prima e di Ferramenta Day pochi giorni fa, testimoniano che il settore ha bisogno in questa fase storica, certamente non facile, di incontrarsi, di discutere e di scambiarsi esperienze. Il bricolage e la ferramenta che un tempo avevano appuntamenti fieristici importanti, da tanti anni, troppi, soffrono della mancanza di momenti di aggregazione durante l’anno. E’ con piacere che a questo punto possiamo sottolineare che due case editrici importanti, come la EPE (BricoDay) e la CEI (Ferramenta Day) abbiano deciso di investire risorse ed energie per offrire un proprio contributo al mercato che da tanti anni le sostiene con le pianificazioni pubblicitarie.
Per quanto riguarda i contenuti di questa prima edizione del Ferramenta Day abbiamo rilevato, al di là delle analisi numeriche, che come abbiamo imparato nel nostro settore vanno ampiamente interpretate, la necessità da parte dei dettaglianti di ferramenta di rinnovarsi, di proporsi in maniera più moderna e funzionale alla propria clientela, sia essa composta da artigiani e professionisti o da privati. Come è stato sottolineato da Giovanni Bonadonna, presidente e da Michele Tacchini, vicepresidente di Assofermet-Ferramenta, le ferramenta italiane devono cambiare marcia ed entrare nella nuova era fatta di “conversazione” con il consumatore, di internet e di chiarezza cristallina nei rapporti.
I negozi si devono rinnovare, le vetrine devono essere maggiormente curate e all’interno gli ambienti devono essere luminosi e accoglienti. Occorre in qualche modo imparare quello che di buono ha da insegnare la grande distribuzione migliorandolo ed enfatizzando quella competenza e quella possibilità di assistenza al consumatore che è insita nella ferramenta tradizionale e che non potrà mai essere offerta dagli addetti ai reparti della grande distribuzione. Chi opera in una ferramenta tradizionale conosce i prodotti e le loro applicazioni quasi per trasmissione genetica perché spesso l’impresa è famigliare e i figli e i nipoti respirano ferramenta sin dai primi anni di vita. Questo è un know how “insito” impagabile e irraggiungibile da qualsiasi corso di formazione.
E’ importante che gli imprenditori della ferramenta tradizionale prendano coscienza della loro forza e della loro importanza per il mercato e per i consumatori. Negli anni ’80, al nascere delle prime insegne della grande distribuzione specializzata, in molti prevedevano la fine della ferramenta tradizionale. Questo non è avvenuto: circa 11 mila erano le ferramenta italiane negli anni ’80 e circa 11 mila lo sono ancora oggi. La grande distribuzione ha inciso pochissimo anche perché ha sviluppato il proprio business, e questo è un enorme contributo dato dalla GDS alla crescita del mercato, coinvolgendo nel bricolage e in un negozio di bricolage categorie di persone che negli anni passati non erano mai entrate in una ferramenta: tra queste la categoria più importante è quella delle donne che rappresenta oggi circa il 50% della clientela della GDS.
Le ferramenta tradizionali, passata la paura del confronto con la grande distribuzione, ha oggi tutte le possibilità per confermare il proprio ruolo di protagonista e diventare sempre di più, perché già lo è, il riferimento principale per tutti i consumatori e non solo per i professionisti e gli hobbisti evoluti. “Bisogna far entrare le donne e le famiglie nelle nostre ferramenta – ha sottolineato Michele Tacchini – e con il cambio generazionale e la presa di coscienza del nostro valore oggettivo è un obbiettivo assolutamente raggiungibile.”
Per continuare in questo sforzo di coesione e di aggregazione iniziato con il Ferramenta Day, i rappresentanti di Assofermet hanno annunciato la volontà di aprire l’associazione anche ai piccoli dettaglianti di ferramenta proponendo quote associative molto ridotte e accessibile a tutti. Inoltre è stato annunciato lo sviluppo di un progetto “AssoferNET” che prevede la costituzione di uno standard informatico che, grazie a internet, accomuni tutti i protagonisti del comparto: dettaglianti, grossisti e produttori.
Infine è della casa editrice CEI, che pubblica oltre a Ferramenta 2000 anche la rivista Garden & Grill, l’annuncio dell’organizzazione nel 2011 del primo Garden Day, dedicato alla distribuzione tradizionale del mercato del giardinaggio.
Per concludere vogliamo segnalare come finalmente, dopo tanti anni di “calma piatta” il settore del bricolage, della ferramenta e speriamo anche del giardinaggio tornano a discutere, ad analizzare tendenze e a studiare andamenti. E’ un segnale di vitalità importante che non potrà altro che fare bene alla crescita del mercato e della cultura del bricolage in Italia, andando incontro alle esigenze di noi consumatori che, finalmente, vediamo riconosciuto il nostro ruolo centrale nello sviluppo. Noi consumatori, noi “italiano medio” non siamo esperti di bricolage, la nostra formazione è spesso umanistica e non tecnica, però sappiamo navigare in internet, sappiamo raccogliere informazioni, abbiamo le idee chiare su cosa “vogliamo fare” ma abbiamo bisogno di una mano per capire “come fare”. Non ci servono più le schede didattiche dove viene illustrato il “come sostituire una piastrella”, per questo abbiamo internet. Quello che ci serve è un consiglio professionale, onesto e trasparente su quale utensile acquistare, su quale sconosciuto trucco utilizzare; abbiamo bisogno di trovare interlocutori professionali in cui poter riporre la nostra fiducia. Vogliamo qualità di prodotto e qualità di rapporto. Non è più vero che quello che andiamo a ricercare è solo il prezzo basso: abbiamo già fatto le nostre sperimentazioni con le “sole cinesi” (naturalmente è una banalizzazione e non la convinzione che il prodotto cinese sia necessariamente di scarsa qualità – n.d.r.), vogliamo fare del bricolage per migliorare la nostra qualità della vita e gli attrezzi che acquistiamo devono essere in linea con questo desiderio. Non ci importa la misura della superficie del negozio, quello che ci interessa è il servizio, la professionalità e la cortesia dell’interlocutore.
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