Da rifiuto a risorsa: la second hand dei pannelli fotovoltaici
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KeepTheSun, un progetto di Coesa, è il primo marketplace italiano di pannelli fotovoltaici usati. Dopo una prima fase di test, ora è pienamente operativo.
È possibile trasformare un rifiuto in una fonte di energia pulita e a basso costo, dare nuovo impulso alla transizione energetica in un’ottica di economia circolare e sostenere così la filiera europea del fotovoltaico? La risposta è sì. Infatti questi sono stati gli obiettivi alla base di KeepTheSun, primo marketplace italiano di pannelli fotovoltaici usati. Un progetto ideato e sviluppato da Coesa che, dopo una prima fase di test, a partire da febbraio 2024 è diventato pienamente operativo.
Un mercato dal potenziale enorme
Fondata a Torino nel 2012 da Federico Sandrone e Dario Costanzo, Coesa è una ESCo (Energy Service Company), cioè una società che semplifica la transizione ecologica di imprese, pubblica amministrazione e famiglie. L’azienda opera come general contractor per l’efficientamento energetico e offre una gamma di servizi che vanno dall’audit energetico alle pratiche per ottenere fondi e incentivi fiscali.
Inoltre gli esperti Coesa affiancano energy manager e amministratori nell’individuazione dei progetti più indicati rispetto a Superbonus 110%, Ecobonus 50-65%, Conto Termico 2.0. L’azienda torinese tempo fa si è chiesta che fine facessero i vecchi pannelli fotovoltaici e se potessero avere una seconda vita.
Stiamo parlando di un mercato con un potenziale enorme considerando che il 90% dell’usato è destinato alla discarica. Insomma, secondo Federico Sandrone, amministratore delegato e cofondatore di Coesa, “un vero spreco, che ci priva di una quantità colossale di energia pulita”. Risorse che, se rimesse in circolo, potrebbero far nascere un vero e proprio mercato secondario del fotovoltaico certificato per dare una garanzia ai clienti.
La piattaforma KeetTheSun
La nuova piazza virtuale è pensata per far incontrare le esigenze dei proprietari che intendono sostituire i pannelli con modelli di nuova generazione, ma anche quelle di chi vuole creare un impianto off-grid, non connesso alla rete elettrica nazionale. Il mercato di riferimento non è solo nazionale ma bensì globale e si estende ai Paesi extra UE, dove non sono presenti incentivi per le rinnovabili, e a tutte le aree che hanno scarso accesso alle fonti di energia, dove spesso i pannelli fotovoltaici vengono esportati illegalmente.
Per finire la piattaforma KeetTheSun mette a disposizione degli utenti anche un servizio per smaltire i moduli non più utilizzabili attraverso aziende specializzate partner. Un’attività che consente di recuperare circa il 90% dei materiali impiegati. In particolare vetro, alluminio, plastica, silicio e componenti elettrici, che si trasformeranno in materie prime seconde da reimmettere sul mercato. In prospettiva verranno sviluppati anche nuovi servizi legati a verifica e test dei pannelli in vendita.
DIYandGarden ha voluto rivolgere alcune domande a Federico Sandrone e a Matteo Stoppa, rispettivamente amministratore delegato e cofondatore e chief innovation officer di Coesa, e direttamente dalle loro risposte capire perché un’idea di questo tipo potrebbe avere un futuro sicuro e luminoso.
Come è nata l’idea di riciclare i pannelli fotovoltaici? Potreste spiegare come funziona la vostra piattaforma?
L’idea nasce da un’attenta analisi del mercato delle rinnovabili e da un dato di scenario con cui tutti dovremo prima o poi fare i conti: entro il 2050, secondo i dati IRENA, 78 milioni di tonnellate di pannelli fotovoltaici usati sono destinati a finire in discarica. Per capire questo numero dobbiamo però considerare un altro elemento. Un modulo in buone condizioni, dopo 20/25 anni di vita, mantiene ancora un’efficienza almeno dell’80%. Buttarlo nella spazzatura sarebbe un vero spreco, che ci priverebbe di una quantità colossale di energia pulita. Consideriamo poi che gli impianti fotovoltaici di vecchia generazione, installati durante i vari Conti Energia, sono sempre più soggetti a opere di rinnovamento (il cosiddetto ‘revamping’), soprattutto in campo industriale.
Con qual conseguenze?
Mentre un sistema domestico è decisamente più longevo, in tutti gli altri contesti si tende sempre a realizzare la massima produzione energetica per ottimizzare l’investimento. Il numero dei moduli fotovoltaici usati in commercio è quindi destinato a crescere oltre le previsioni. Dall’esigenza di risolvere il problema del trattamento di fine vita dei pannelli fotovoltaici è nata quindi per noi una nuova opportunità di crescita e diversificazione di business. KeepTheSun è una piazza virtuale dove comprare e vendere liberamente i pannelli usati.
Come funziona?
Si tratta del primo marketplace verticale italiano dedicato a questo settore e di uno dei primi in Europa. Un mercato tutto da costruire, gestito attualmente in maniera amatoriale da privati che vendono i vecchi pannelli su piattaforme online dove si possono trovare anche abiti e mobili di seconda mano, senza nessuna specializzazione di chi gestisce il canale. Il nostro sito, al contrario, è pensato per semplificare al massimo tutte le operazioni di caricamento delle offerte e mette a disposizione dei venditori, già caricate sulla piattaforma, le schede tecniche complete di decine di migliaia di tipologie di pannelli. Rimettere in circolo queste risorse, creando un mercato secondario del fotovoltaico, significa trasformare un rifiuto in una fonte di ricchezza, tutelare i consumatori ed evitare di alimentare la filiera estera del fotovoltaico, che in questi anni ha prosperato anche grazie a vantaggiosi incentivi fiscali.
Scegliere l’usato: perché?
Si tratta di una scelta vantaggiosa, oltre che sostenibile?
Soprattutto al di fuori del nostro Paese, esistono numerosi contesti dove il rapporto costi-benefici rende particolarmente vantaggioso l’impiego di pannelli fotovoltaici usati. Una buona esposizione solare, consumi limitati, un budget di investimento contenuto, oppure l’impossibilità di allacciarsi alla rete elettrica nazionale, sono tutti fattori favorevoli all’utilizzo dell’usato. Non a caso oggi il 90% delle esportazioni è indirizzato verso nazioni caratterizzate da una forte ‘povertà energetica”’ in Africa e in Asia centrale. Anche qui da noi, però, ci sono tante altre situazioni in cui possono essere impiegati moduli fotovoltaici usati. Penso ad esempio alle comunità montane, oppure ad attività agricole in cui si ha la necessità di alimentare delle centraline di controllo o monitoraggio. Sono situazioni in cui chi vuole realizzare un impianto off-grid, solitamente ha bisogno di potenze inferiori e può contare inoltre su un iter burocratico praticamente azzerato.
Avete trovato dubbi o resistenze da parte dei clienti riguardo a questa vostra proposta di economia circolare declinata sui pannelli fotovoltaici? Ci sono pregiudizi comuni che vi trovate ad affrontare?
Più che pregiudizi abbiamo incontrato ostacoli normativi o di scarsa incentivazione all’economia circolare. Un esempio molto semplice: in Italia è vietato installare pannelli fotovoltaici usati – anche se seminuovi di soli 2 anni – in un impianto incentivato. Questo chiude le porte a ogni possibile bonus fiscale e ci obbliga, al momento, a dipendere dalle importazioni estere. Per la transizione energetica del nostro Paese non è una buona notizia. Questa cosa non avviene ad esempio in Germania, dove viene incentivato anche l’utilizzo del fotovoltaico usato.
Chi sono i vostri clienti e perché aderiscono all’offerta di KeepTheSun?
Il nostro target è costituito principalmente da aziende in fase di revamping del proprio impianto fotovoltaici. Realtà che possono mettere sul mercato una grande quantità di pannelli relativamente giovani (in media 12-15 anni) e quindi ancora molto performanti. In alcuni casi troviamo anche scorte di moduli praticamente nuovi, ma usciti per qualche motivo dalle logiche della grande distribuzione. Non mancano però i proprietari di impianti residenziali che devono sostituire qualche pannello danneggiato, magari da una grandinata. In questi casi l’usato è prezioso, perché non sempre nel nuovo si trovano moduli delle stesse dimensioni. La forte spinta tecnologica degli ultimi anni, infatti, ha messo sul mercato pannelli sempre più performanti soppiantando quelli precedenti.
Ad oggi quali sono i numeri del mercato del fotovoltaico usato?
Il mercato è estremamente frammentato perché, come dicevo, oltre a KeepTheSun, si possono trovare annunci anche su diverse piattaforme generaliste e sui marketplace di alcuni social network. Tuttavia, se consideriamo l’età media dei pannelli di impianti industriali superiori ai 100 kW installati con il Conto Energia fino al 2010, possiamo stimare oltre 15 milioni di moduli fotovoltaici usati da sostituire nei prossimi anni. Un numero destinato a crescere, visto che l’ultimo Conto Energia si è chiuso nel 2013.
Il 2024 sta finendo ed è tempo di consuntivi: potete dirci com’è andato l’anno? E cosa vi aspettate dal prossimo?
I numeri parlano per noi. A partire da febbraio 2024, data in cui KeepTheSun è andato online, sono stati pubblicati annunci per oltre 38.000 pannelli. Sono 12.000 quelli venduti. L’età media dei pannelli fotovoltaici in vendita sulla piattaforma, inoltre, è di 11 anni. Ben al di sotto dei fatidici 20/25 anni che rappresentano la soglia oltre la quale la piena efficienza di un impianto cala in maniera significativa. In poco tempo la piattaforma è schizzata in cima alle ricerche di settore e registriamo un numero crescente di contatti di mese in mese. Per il prossimo anno il nostro obiettivo è completare il percorso che abbiamo iniziato. Un’ipotesi che stiamo valutando è quella di diventare noi direttamente operatori di compravendita, seguendo quindi l’intero percorso dal vecchio impianto fotovoltaico al nuovo. Un’altra strada che abbiamo già iniziato a tracciare durante il 2024 riguarda il completamento dell’ultimo anello della catena dell’economia circolare: ossia il riciclo dei pannelli e il relativo end-of-waste. Uno specifico progetto a riguardo è in fase avanzata, con una domanda di brevetto in fase di deposito. Stiamo lavorando per presentare altre importanti novità al mercato nei prossimi mesi.
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