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Marchesini (Assoclima): “Il Green Deal può dare opportunità a tutta la filiera”

Nell’ultima assemblea di Assoclima (Associazione dei Costruttori Sistemi di Climatizzazione), è stato confermato alla presidenza Maurizio Marchesini, per il biennio 2025-2027. L’intervista.

Se alcune associazioni di categoria guardano con diffidenza alla transizione energetica, Assoclima intende promuovere programmi per la sostenibilità e diventare un punto di riferimento per tutto il mercato della climatizzazione. 

“Ho accolto con grande senso di responsabilità la riconferma alla guida di Assoclima. Nei due anni del precedente mandato abbiamo ampliato la base associativa, rafforzato collaborazioni e dato più voce al comparto della climatizzazione. La priorità è quella di coniugare tutela dell’ambiente e competitività imprenditoriale, perché le nostre tecnologie sono decisive nella transizione energetica ma anche un motore industriale per l’Italia e per l’Europa – dice Maurizio Marchesini a Diyandgarden -. Lavoreremo a un Piano Sociale per il Clima che sia il più inclusivo possibile, tenendo conto del fatto che le fasce cosiddette vulnerabili non sono solo le persone povere, ma tutti i cittadini e le imprese che vengono esposti a dei prezzi dell’energia sempre più impattanti. Il processo di decarbonizzazione deve essere a vantaggio di tutti”.

Presidente Marchesini, in questo percorso quale dovrebbe essere l’approccio della politica?
L’approccio della politica dovrebbe essere quello di salvaguardare il più possibile il tessuto lavorativo e sociale, accompagnandolo in un percorso verso la transizione energetica. La storia umana è piena di periodi di necessario adattamento al mutare delle condizioni esterne o alle novità introdotte dal progresso tecnologico e non possiamo pensare che rimanendo fermi e ancorati a uno stile di vita e di consumo a cui siamo stati abituati in questi anni si possano ottenere risultati migliori. Mantenere la direzione prefissata verso il raggiungimento nel lungo periodo della neutralità carbonica è una priorità imprescindibile e la politica deve essere brava ad accompagnare gli utenti finali in questo percorso, stimolando la domanda di prodotti innovativi e tecnologicamente più efficienti, così come assicurando che le misure siano coerenti con i target espressi dalle direttive di riferimento e siano elaborate per coinvolgere il maggior numero di nuclei familiari, privilegiando quelli in povertà energetica.

Green Deal e correttivi

A questo proposito pensa che vada ridiscusso il Green Deal?
Direi di no. Possono essere proposti dei correttivi che allevino l’onere burocratico in carico alle aziende, come già sta facendo la Commissione con i pacchetti Omnibus, ed è saggio valutare emendamenti specifici che introducano una maggiore flessibilità nel traguardare determinati obiettivi così che i settori più in difficoltà possano essere agevolati nel percorso di trasformazione tecnologica in un’ottica net-zero. Tuttavia il risultato finale deve essere quello indicato e già definito nelle direttive: le aziende, gli utenti finali e le stesse policy impostate dagli Stati Membri con il PNIEC e tutti i più recenti piani strategici di medio-lungo termine hanno dato una direzione chiara e non si può ignorare l’impatto che potrebbe avere il tornare sui propri passi dopo la quantità di capitali e risorse che le aziende hanno già mobilitato per investire nelle tecnologie propedeutiche a spingerci verso la riduzione del 55% delle emissioni al 2030 e la neutralità climatica al 2050. Produzione di energia da fonti rinnovabili, efficienza energetica e riduzione dei consumi provenienti da fonti fossili sono obiettivi imprescindibili e su cui i fabbricanti di apparecchiature vogliono giocare da protagonisti con le loro idee.

Rispetto al vostro settore, che effetti stanno dando i progetti legati al Pnrr?
Stanno certamente rappresentando un ambito in grado di compensare la crisi che il settore residenziale privato sta ancora attraversando dopo i fasti del Superbonus. I rallentamenti di questi ultimi due anni non hanno impattato su applicazioni generalmente destinate all’ambito terziario e alla pubblica amministrazione come sistemi VRF, pompe di calore di potenza superiore a 50 kW, rooftop, condizionatori destinati al raffrescamento dei data center e unità di trattamento aria. L’applicazione del principio DNSH agli investimenti di fondi europei consente inoltre di convogliare le risorse verso quelle tecnologie che siamo orgogliosi di rappresentare come Assoclima e che sono in grado di coniugare contemporaneamente una maggiore produzione di energia da fonti rinnovabili e un livello di efficienza energetica impareggiabile rispetto ad altre tecnologie.

La rimodulazione del Superbonus e le attese per il Decreto F-Gas

Che effetto ha dato la rimodulazione degli incentivi fiscali come il Superbonus?
Il Superbonus ha avuto un impatto molto positivo nel breve termine, generando un boom di produzione e vendite nel settore della climatizzazione. Tuttavia, la sua graduale rimodulazione e la fine delle misure più generose hanno provocato un contraccolpo significativo, con un calo marcato nelle vendite di pompe di calore destinate al settore residenziale, rendendo ancora più urgente l’introduzione di strumenti alternativi come il Conto Termico 3.0. Il Conto Termico 3.0 rappresenta uno strumento molto importante per sostenere la transizione energetica degli edifici pubblici e privati. Quest’ultima versione mira a semplificare le procedure di accesso agli incentivi, aumentare i massimali di spesa e ampliare la platea degli interventi ammessi. In un contesto di rimodulazione di altri incentivi fiscali, come l’Ecobonus, il Conto Termico 3.0 potrebbe diventare il principale motore di rilancio per il settore dell’efficienza energetica e delle rinnovabili termiche.

Cosa si aspetta dal Decreto  F-Gas?
Per prima cosa auspichiamo sia pubblicato puntualmente e nel rispetto di quelle che sono le deadline definite dal Regolamento 2024/573. È importante che sia aggiornato uno strumento così rilevante, che adesso coinvolgerà anche l’installazione, la manutenzione e la manipolazione di refrigeranti naturali, alternativi a quelli fluorurati. Sarà fondamentale assicurare un adeguato periodo di transizione per gli operatori finali, in modo che possano essere adeguate le competenze ma non sia precluso loro di effettuare interventi che fino a questo momento possono compiere senza alcuna necessità di certificazione. Ci aspettiamo che il decreto possa portare a una revisione del meccanismo della banca dati F-gas, orientandola in una versione che sia più aderente alle necessità degli operatori finali e possa costituire un primo elemento di monitoraggio dell’installazione in deroga di determinate apparecchiature nel caso vi fossero dei requisiti di sicurezza da rispettare. Su quest’ultimo tema, auspichiamo e lavoriamo insieme al Ministero per definire modalità semplici e chiare che permettano di sfruttare le deroghe concesse dal Regolamento F-gas solo in casi estemporanei che non vanifichino gli importanti sforzi tecnologici che le aziende rappresentate stanno facendo per migrare verso refrigeranti a basso impatto ambientale e una migliore sostenibilità a tutto tondo dei sistemi a pompa di calore.

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