Bonfante: tra tradizione produttiva e sviluppo tecnologico
Bonfante è una realtà attiva da oltre settant’anni nella produzione e commercializzazione di articoli per l’arredo giardino, un ambito che nel tempo si è arricchito di soluzioni innovative dedicate all’arredo urbano, ai sistemi di recinzione modulare e al prato sintetico.
La tradizione artigianale, iniziata con il fondatore Guido “Piero” Bonfante nel 1952, continua a vivere grazie all’impegno della famiglia e di uno staff consolidato, che vanta 100 brevetti di prodotti ornamentali, 5 brevetti industriali sugli innovativi sistemi di arredo urbano, 4 brevetti industriali sulle recinzioni modulari e oltre 600 referenze in catalogo.
La visita alla Bonfante di Badia Polesine, guidata dai titolari Dino e il figlio Dario Bonfante, rivela un’azienda che ha saputo coniugare artigianalità, innovazione di processo e una costante attenzione ai cambiamenti del mercato.

Un insieme di elementi che fondono tecnologia e cultura, digitalizzazione e artigianalità. Basta guardare agli spazi esterni dell’azienda, che precedono l’area produttiva, per trovare ben evidenti le tracce degli eventi culturali che per anni hanno animato la sede. “Le iniziative “Arte & Natura” sono nate con l’obiettivo di aprire l’azienda al territorio, valorizzando arte e solidarietà”, spiega Dino Bonfante (che ricopre anche la carica di Presidente dell’Associazione che anima e sostiene il Teatro Sociale Balzan di Badia Polesine. Ndr).
Murales, sculture e installazioni testimoniano oggi quel legame con la comunità locale e quell’attenzione alla creatività che caratterizza ancora l’approccio dell’impresa. L’ultimo progetto sociale, interamente sponsorizzato da Bonfante e sviluppato dal Comitato Biblioteca del Comune di Badia Polesine, riguarda la stampa di una raccolta di racconti donati da 12 scrittori di fama nazionale, il cui ricavato delle vendite sarà devoluto a Fondazione Città della Speranza per la ricerca e il sostentamento delle famiglie di bambini oncologici.
Progettazione, funzionalità e sostenibilità ambientale
Dal primo edificio di 90 mq – demolito nel 1988 – Bonfante ha progressivamente ampliato la sede storica fino agli attuali 2.000 mq coperti, su 30.000 mq complessivi, di cui una parte adibita a magazzino verticale con una capienza di oltre 3000 posti pallet.
Nel 2000, nell’ottica di sviluppare una nuova tecnica produttiva, è stato progettato e realizzato un ulteriore stabilimento produttivo di 1200 mq coperti su 7.000 mq complessivi. “Ogni fase di ampliamento è stata funzionale a migliorare i flussi produttivi e a diversificare i materiali trattati”, spiega Dino.
Nel descrivere l’approccio progettuale, Dino Bonfante sintetizza: “Il processo creativo parte sempre da un’intuizione. Un’idea, una visione, uno schema. Io non dico mai “non si può fare”, ma valuto tempi, modi e costi. Alla fine, contano tre cose: che il prodotto piaccia, che sia funzionale e che abbia un prezzo giusto. Se un prodotto è bello e funziona, il cliente è disposto anche a spendere di più”.
Una visione che ha guidato l’azienda anche nella selezione dei materiali e nelle scelte di produzione successive, alla luce dei cambiamenti del mercato e della crescente richiesta di prodotti più leggeri e maneggevoli, sottolineando la capacità dell’azienda di interpretare esigenze concrete e trasformarle in soluzioni progettuali originali.
“Il consumatore in genere privilegia articoli facili da trasportare, meno ingombranti e con un posizionamento economico accessibile”, osserva Dario Bonfante, evidenziando come la domanda di grandi manufatti in cemento si sia progressivamente ridotta nel mondo del giardino negli ultimi anni.
Nonostante l’evoluzione dei materiali, il reparto dedicato al cemento mantiene una forte connotazione artigianale. “Tecniche come la martellinatura continuano ad avere un valore distintivo, soprattutto per una clientela che ricerca prodotti tradizionali e duraturi”, sottolinea Dino, indicando alcuni manufatti particolarmente complessi che richiedono tempi di lavorazione elevati e una manodopera specializzata.
Non solo prodotto, packaging attenzione alla sostenibilità
Una delle innovazioni che l’azienda considera più strategiche è il sistema di packaging: scatole rinforzate, resistenti alle intemperie e completamente prive di polistirolo. “L’obiettivo era ridurre rotture e contestazioni, garantendo al contempo facilità di movimentazione – spiega Dario -. Il sistema di maniglie interne e le protezioni strutturali si sono rivelati decisivi dal punto di vista logistico”.
Bonfante, da sempre pioniere delle innovazioni, nel 2008 ha presentato il primo prototipo di isola di arredo urbano ecosostenibile autonoma e ad impatto zero, attualmente installata nel parco tecnico aziendale e che ha portato allo sviluppo di altre linee aventi concetti analoghi.
Mantenendo la stessa attenzione anche sui processi produttivi, tutta la flotta di carrelli elevatori diesel è stata convertita con mezzi elettrici, l’impatto energetico in Bonfante è pari a zero, grazie agli impianti fotovoltaici presenti sugli stabilimenti e all’eliminazione del gas per riscaldamento. Inoltre, alcuni processi produttivi prevedono il riciclo di acqua derivante dalla produzione stessa.
Automazione dei processi e digitalizzazione della produzione
L’automazione e la digitalizzazione dei processi sono ben evidenti in tutte le aree della Bonfante, dotate di un sistema digitale centralizzato che gestisce ordini, tempi di lavorazione e capacità delle linee. “L’automazione ci permette di pianificare con maggiore precisione e di ottimizzare l’impiego delle risorse”, afferma Dino Bonfante.
Il cuore logistico dell’azienda è l’Hangar 3: 500 mq progettati per la movimentazione veloce dei prodotti, con sistemi digitali di gestione degli ordini, sinottici che calcolano tempi e carichi di lavoro, e sollevatori digitali che sgravano il peso dei prodotti in fase di picking con referenze miste. “La digitalizzazione logistica è iniziata oltre 20 anni fa – spiega Dino -. Oggi il sistema comunica quante ore servono per completare un ordine e ti permette di organizzare meglio le risorse; inoltre i clienti che hanno accesso al nostro portale B2B, inviano l’ordine direttamente al magazzino senza passare per l’ufficio riducendo i tempi di gestione e di evasione”.
Oggi le lavorazioni principali sono:
- La sede storica di Via Trivellin Est, 313. Colaggio del calcestruzzo su tre diversi tipi di stampi: acciaio, vetroresina e gomma in base al tipo di finitura voluta o prodotto sviluppato; l’impianto di betonaggio automatico è stato installato nel 1994, aggiornato nel 2007 e in fase di revamping per Transizione 4.0 per continuare a migliorare la gestione automatizzata delle miscele con elevati standard di precisione e resistenza.
- Lo stabilimento di Via Enrico Fermi, 182. Stampaggio del calcestruzzo con metodo progettato da Bonfante BHCCS (Bonfante’s High Compressed Cement System) con oltre 100 referenze specifiche proprietarie e custom per diverse aziende italiane in diversi settori; l’impianto di betonaggio automatico è stato installato nel 2001 e ha subito un revamping nel 2021 per Transizione 4.0 permettendo così una migliore performance di pigmentazioni, finiture e possibilità di realizzare prodotti strutturali certificati.
- In un’area dedicata dello stabilimento di Via Enrico Fermi, 182. Taglio laser robotizzato in fase di completamento per la realizzazione delle linee di prodotti in alluminio.
“Quest’ultima piattaforma è stata interamente pensata, progettata, e realizzata internamente e ci consentirà di standardizzare fasi come il taglio, la foratura e la preparazione dei componenti dei punti acqua in alluminio, riducendo possibili errori e tempi di produzione – aggiunge Dario -. Sempre in ottica green abbiamo scelto una soluzione laser fibra con consumi elettrici inferiori di oltre il 90% rispetto ai laser classici, inoltre, attraverso uno studio, siamo riusciti ad eliminare i gas tecnici normalmente impiegati durante le fasi di lavorazione”.
Ed è proprio l’introduzione della linea in alluminio a rappresentare uno dei maggiori successi recenti. “Attualmente il nostro potenziale produttivo è di circa 1000 pezzi al giorno – spiega Dario Bonfante -. Il dato interessante è che le vendite di alluminio non hanno sottratto spazio alle linee in cemento: al contrario, lo hanno valorizzato”. La scelta risponde alla domanda di prodotti più leggeri, dal design contemporaneo, con un’elevata resistenza agli agenti atmosferici e semplificazione per l’installazione.
“Al piano superiore di Via Enrico Fermi, si trova un’ampia sala allestita per ospitare addetti alla vendita e buyer – aggiunge Dario Bonfante -. Dal 2015 ha sede l’Accademia Bonfante Prato Sintetico, uno spazio dedicato alla formazione degli oltre 150 posatori certificati del prato sintetico Turfgrass, distribuito da una ventina d’anni, perché una buona vendita non può prescindere da una corretta conoscenza del prodotto” puntualizza Dino Bonfante.
Distribuzione, canale tradizionale ed espansione internazionale
La grande distribuzione continua a rappresentare un presidio fondamentale per la Bonfante. “È un canale organizzato e dinamico, che permette un confronto costante su assortimenti e performance – osserva Dario Bonfante, che della distribuzione se ne occupa in prima persona -. Il dettaglio tradizionale, dopo un periodo di rallentamento legato al Superbonus, sta registrando segnali di ripresa”.
L’attenzione dell’azienda si sta tuttavia spostando sempre di più sui mercati esteri. “In alcune aree europee il prodotto che realizziamo è praticamente assente. Questo crea opportunità reali di posizionamento” – prosegue Dario Bonfante-. La Slovenia, per esempio, è uno dei casi più avanzati, con assortimenti che si stanno ampliando considerevolmente. Sono inoltre attivi contatti in altri paesi europei e in Asia”.
A fine visita, la sintesi del percorso emerge nelle parole di Dino Bonfante: “Il nostro obiettivo è mantenere una gamma equilibrata con prodotti accessibili, soluzioni intermedie e articoli di fascia alta. La diversificazione è essenziale per rispondere a esigenze differenti senza rinunciare alla qualità”. Una visione condivisa anche da Dario, secondo cui “innovazione e radici artigianali devono procedere insieme, perché rappresentano la vera identità dell’azienda”.




























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