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La famiglia, negli ultimi 30 anni


Commissionata da BNP Paribas Cardif in occasione dei suoi trent’anni di attività in Italia e condotta da Eumetra MR, è “Modern family: dal 1989 a oggi, com’è cambiata la famiglia in 30 anni”.

La ricerca indaga sull’evoluzione delle famiglie italiane e il rapporto con la sfera sociale, le abitudini di consumo e la sostenibilità economica e ambientale, il lavoro, i rischi più temuti, le assicurazioni e la tecnologia. La survey è stata realizzata su un campione della popolazione compresa tra i 25 e i 70 anni tramite 1.000 interviste con il metodo C.A.W.I. Il campione è stato suddiviso per genere – donne (48%) e uomini (52%); età – 25-34 (23%), 35-44 (28%) 45-54 (26%), 55-64 (16%), 65-74 (6%) – e area geografica – Nord-Ovest (22%), Nord-Est (28%), Centro (19%), Sud (31%).

Riguardo alle tipologie di famiglie intervistate: nel 61% si tratta di famiglie tradizionali (coppie sposate o conviventi), single (10%), coppie di fatto senza figli (9%), chi vive con la famiglia di origine (6%), separati/divorziati (6%), famiglie allargate (6%). Il numero medio di membri è di 3, con le famiglie più numerose diffuse maggiormente al Sud (dove il 14% ha più di 4 componenti). Nord Est e Centro ospitano, invece, il maggior numero di single (14%), e il Nord Ovest di famiglie con un figlio unico (31%). In generale, il 60% degli intervistati ha almeno un figlio.

Il mondo del lavoro

Nelle famiglie italiane lavorano in media 2,4 persone. Di queste il 76% ha un contratto a tempo pieno, il 22% è part time, il 2% possiede un contratto di lavoro occasionale. Circa un terzo delle donne ha il part time, percentuale che si riduce, invece, per gli uomini (13%). Sempre per quanto riguarda le donne, il 34% dichiara di essere casalinga, con una piccola percentuale di uomini che dichiarano di dedicarsi al lavoro domestico (2%). Ovvero, la strada per la parità di genere in ambito lavorativo rimane ancora lunga. All’interno del nucleo familiare le donne guadagnano in genere meno, anche se stanno recuperando terreno rispetto agli uomini nei ruoli di imprenditrici e manager.

Rispetto a “ieri” il 72% degli italiani crede che lavorare sia più semplice, grazie anche ad alcune innovazioni che facilitano il work-life balance, ad esempio lo smartworking, praticato abitualmente dal 14% degli intervistati, talvolta dal 15% e almeno una volta dall’8%. In tutto quindi, il 37% degli italiani ha familiarità con il telelavoro, pratica ancora estranea al 63%.

Le finanze e i consumi

Solo un 1/3 del campione (36%) si sente sereno rispetto alla propria situazione economica. I più ottimisti sono gli uomini (40%) e i giovani tra 25 e i 34 anni (43%). Per questo al 77% è capitato di rinunciare a spese importanti (al 20% capita spesso) o anche a risparmiare. Tra le rinunce più diffuse il risparmiare (55%), organizzare viaggi/vacanze (54%) e acquistare servizi e prodotti per il benessere e il tempo libero (40%). Comunque per il 42% la situazione economica rispetto alla famiglia d’origine è considerata migliore, anche se per il 35% è peggiorata, mentre per il 17% è invariata.

Per il futuro, invece, vince il pessimismo: solo il 28% è convinto che migliorerà, il 36% pensa non cambierà e il 25% che peggiorerà. I giovani tra i 25 e i 34 anni sono i più fiduciosi: il 41% è convinto che le proprie finanze miglioreranno, percentuale che si abbassa al 21% per gli italiani tra i 55 e i 64 anni e al 15% degli over65. Segno che, nelle fasce di età centrali permane una certa preoccupazione di fondo. Addirittura, infatti, il 36% degli adulti tra i 55 e i 64 anni crede che la situazione economica della propria famiglia è destinata a peggiorare in futuro.

Riguardo ai consumi la casa è da sempre una delle voci di spesa più consistenti. In media gli italiani spendono 380 euro al mese – tra bollette, riscaldamento, affitto, mutuo, condominio – con un picco di 456 euro per chi vive in affitto vs i 353 euro di chi ha casa di proprietà. Spendono ovviamente di più le famiglie con figli (413 euro) rispetto alle coppie che non ne hanno (326 euro). A livello geografico si spende di più nel Nord Est (416 euro) e meno al Sud (338 euro).

La famiglia influenza certamente anche le scelte di consumo dei singoli membri. Gli italiani impiegano circa 173 euro al mese per le spese personali; gli uomini spendono leggermente di più (181 euro) delle donne (163 euro).

Tra i comportamenti più diffusi in termini di consumo c’è l’attenzione alle promozioni e ai saldi (52%), l’acquisto online (41%), il fidarsi nell’acquistare online qualunque tipo di prodotto (27%) e il preferire l’acquisto veloce ed essenziale nei negozi (26%). Solo il 16%, quando va in un negozio, preferisce essere servito. Il 69% degli italiani chiede, poi, consiglio ai propri famigliari prima di fare un acquisto, specialmente per acquistare prodotti per la casa (38%) e auto e mezzi di trasporto (31%). Lo stesso discorso vale anche per i prodotti e servizi assicurativi: l’ultima volta che ne hanno acquistato uno si sono rivolti per il 26% proprio alla famiglia.

In famiglia chi decide sugli acquisti? Generalmente le scelte sono condivise, come per le vacanze e i viaggi. Tuttavia gli acquisti che riguardano, ad esempio, i generi alimentari vengono decisi nella maggior parte dei casi dalle donne (58%), mentre gli uomini curano di più l’aspetto legato ai prodotti finanziari (49%) e assicurativi (48%).

Le preoccupazioni percepite

Rispetto a 20/30 anni fa, per il 62% degli intervistati le preoccupazioni sono aumentate. Tra queste al primo posto la perdita del lavoro o delle attuali fonti di reddito (63%), seguita dai rischi alla sicurezza, come i furti attraverso la tecnologia (61%) e i furti, scippi e rapine e violenze (54%). Più della metà ha paura di subire bullismo, cyberbullismo, mobbing e discriminazione (52%) o teme catastrofi naturali (51%).

I rischi percepiti mutano quando viene chiesto agli italiani di immaginarsi nel futuro. In questo caso è la salute il grande timore: il 62% ha paura di avere una malattia improvvisa e di non poter sostenere le spese, con la perdita del lavoro o delle attuali fonti di reddito (47%) che, in una prospettiva futura, viene vissuta con meno preoccupazione rispetto al presente.

In media le donne hanno una percezione maggiore dei rischi: avere una malattia improvvisa e di non poter sostenere le spese è temuto dal 69% delle donne e dal 56% degli uomini. Stesso discorso per la perdita del lavoro o delle attuali fonti di reddito (53% per le donne e 42% per gli uomini), così come furti, scippi e rapine, violenze (45% vs 35%) e catastrofi naturali (44% contro 32%).

La tecnologia in famiglia

Le dotazioni tecnologiche fanno oramai parte integrante della vita delle famiglie: smartphone (97%) e pc portatili (86%), tablet (67%), smart tv (65%), console per videogiochi (57%). Il numero medio di dispositivi per famiglia è di 7,9, con il 70% delle famiglie che possiede addirittura oltre 6 device.

Il 95% degli intervistati naviga sul web tutti i giorni o quasi. Risultato inferiore ma molto significativo quello relativo ai social media: il 74% li utilizza quotidianamente, il 15% meno spesso, il 6% mai o quasi mai, solo il 5% dichiara di non essere iscritto. Le donne sembrano usare più spesso i social rispetto agli uomini (78% vs. 70%), mentre per le fasce d’età non sorprende che la percentuale di chi accede ogni giorno ai social sia molto alta per i giovani tra i 25 e i 34 anni (81%) e diminuisca gradualmente al crescere dell’età.

Le abitudini “green”

Circa metà degli italiani (52%) ritiene che sul tema della sostenibilità ambientale ci sia oggi più attenzione rispetto al passato. In effetti, gli italiani dichiarano di tenere molti comportamenti finalizzati alla salvaguardia dell’ambiente, come ad esempio fare ogni giorno la raccolta differenziata (69%), evitare gli sprechi in casa (67%), acquistare prodotti rispettosi per l’ambiente (43%), preferire l’acquisto di prodotti a “km zero” (40%). Una famiglia su quattro (25%) quando può evita, inoltre, di utilizzare l’auto e annualmente fa donazioni a enti “no profit” (24%).



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