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Il negozio “prossimo futuro”? Sempre più immersivo


Lorenzo-Cappannari
Lorenzo-Cappannari

Il negozio del futuro avrà una sua declinazione virtuale, e sarà accessibile da qualsiasi dispositivo: da schermo e soprattutto da visore. La tendenza verso una versione immersiva dei negozi, ben si presta al complesso merceologico dell’home improvement.

Nata a Milano in un basement lungo il Naviglio Grande, AnotheReality è una start-up specializzata nello sviluppo di soluzioni immersive XR (eXtended Reality, AR/VR/MR) con applicazioni nel mondo del business.

Tutto è iniziato nel 2014 con un piccolo studio di sviluppo di videogiochi, allora conosciuto come Digital Mantis. Grazie all’intuizione dei tre soci fondatori, fondendo il know-how proveniente da diversi background, nel 2016 la società si è convertita in uno studio XR, senza perdere quel particolare “gaming touch” così profondamente radicato nella cultura XR.

La tecnologia sta diventando un asset sempre più importante anche per il retail. E le soluzioni immersive XR potrebbero essere una soluzione interessante. Ma quanto sono applicabili attualmente?
Oggi si parla molto di metaverso, un termine che rappresenta una tecnologia ancora in evoluzione, ma identificata da due tecnologie abilitanti: i mondi sociali virtuali – ambienti tridimensionali accessibili da qualsiasi dispositivo, – e XR, dispositivi indossabili che permettono di fruire in prima persona di questi ambienti tridimensionali, aumentandone l’immersività, l’esperienza e quindi l’efficacia. Il negozio del prossimo futuro? Molto probabilmente sarà virtuale, o almeno avrà una sua declinazione virtuale, e sarà accessibile da qualsiasi dispositivo: da schermo, e anche da visore. Quanto più i visori saranno diffusi, tanto più i brand decideranno di creare una versione immersiva del loro negozio.

Oltre al cto Fabio Mosca e al coo Matteo Favarelli, tra i fondatori anche il ceo Lorenzo Cappannari, al quale abbiamo chiesto quanto queste nuove tecnologie siano applicabili al mondo retail.

Quale sarà quindi il futuro del retail dal suo punto di vista?
Credo che ormai sia abbastanza evidente il trend che vede uno spostamento dell’esperienza di retail verso l’esperienza, e questa è la parola chiave anche quando parliamo di tecnologie immersive o del metaverso, che dir si voglia. Sono a tutti gli effetti tecnologie esperienziali (non dimentichiamoci che derivano dal mondo del gaming!), e che nascono per unire il mondo fisico con il mondo digitale.
Vivremo una trasformazione del retail fisico che integrerà un layer esperienziale aumentato, e che avrà costole interamente virtuali, accessibili da qualsiasi parte del mondo. Anche se non lo amo particolarmente, il termine “phygital” esprime bene questo tipo di concetto.

La comunicazione è intrattenimento secondo i retailer. In altre parole: il consumatore vuole essere “intrattenuto”, altrimenti si stanca e passa ad altro. Quali potrebbero essere i modi di ingaggio migliori per “attirare” il cliente e trattenerlo nello store?
Il mondo del metaverso nasce dal videogioco, e non è un caso che tutte le ricerche vedano proprio nell’intrattenimento il caso d’uso con una crescita prospettiva più rilevante. Se applichiamo questa tecnologia al mondo del retail, possiamo facilmente immaginare dei negozi che, grazie a queste tecnologie che uniscono mondo fisico e mondo digitale (AR/VR), si trasformeranno in esperienze interattive fisiche e virtuali. Le meccaniche di esperienza e gioco possono attrarre e trascinare il consumatore all’interno, trasformandosi poi in logiche di gamification (livelli, punti, sfide) che aumentano invece conversion e loyalty.

diyandgarden.com si occupa dell’ampio comparto home improvement, che ha un merceologico molto ampio e tecnico. Cosa consiglierebbe al responsabile di una insegna per entrare nel mondo della realtà aumentata?
Suggeriamo senza dubbio di avvicinarsi alla tecnologia per risolvere un “pain point” specifico, e credo che nel mondo diy sia nella corretta argomentazione del prodotto. Dal try-on – ovvero provare come funziona il prodotto in maniera simulata, prima di acquistarlo, riducendo i resi, – al configuratore (vedere le diverse versioni e configurazioni di prodotto, riducendo lo stock e il lineare), alla formazione sul corretto utilizzo/montaggio, un simulatore step-by-step su come fare determinate azioni/attività, riducendo errori, danni e chiamate di supporto al call center)

L’esempio dello showroom virtuale di Frette

Tra i progetti seguiti da AnotheReality anche il digital showroom realizzato per Frette per presentare la collezione Primavera/Estate 2021. Spazio digitale liberamente esplorabile che replica la boutique di via Manzoni a Milano, lo showroom permette a chiunque di entrare nel punto vendita e navigare a 360°, girando lo sguardo in ogni direzione e ottenendo informazioni sui prodotti.

Mostrando i prodotti in modo innovativo e accattivante, nel 2020 – anno di lockdown –Frette è riuscita a evitare l’impatto della pandemia e a mantenere il 93% del fatturato dell’anno precedente.
Il numero di appuntamenti è cresciuto, grazie alla feature offerta dallo showroom virtuale che consentiva di richiedere la consulenza di un personal shopper prima dell’acquisto, in compagnia del quale i clienti hanno passato una media di 2.5 ore. Grazie a questo successo, Frette realizzerà la replica digitale di altri showroom e integrerà un servizio Virtual Styling, che permetterà ai clienti di essere sempre accompagnati da un responsabile dell’azienda, che li guiderà nella scelta dei prodotti e nel processo di acquisto.



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