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Eisenwarenmesse, la decisione migliore


All’indomani del posticipo di Eisenwarenmesse 2020, un’intervista a Thomas Rosolia, amministratore delegato Koelnmesse Italia.

Un approfondimento, dopo la notizia pubblicata ieri, sullo spostamento della manifestazione tedesca e di come si prospetta l’organizzazione dell’edizione futura.

Inizio settimana di fuoco per gli uffici italiani di Koelnmesse Italia, vero?
Direi proprio di sì. Inutile dire che è stato un crescendo denso di telefonate, tensioni, contatti con la sede in Germania, prima di arrivare alla decisione di rimandare la manifestazione.

Siamo partiti da dichiarazioni molto precise da parte del direttore di Eisenwarenmesse Matthias Becker che non prevedeva nessuna opzione, nè di spostamento nè di cancellazione. Eppure nel giro di un paio di giorni si è arrivati ad una decisione contraria. Come mai?
In realtà la discussione era aperta già da un paio di settimane. L’organizzazione di Eisenwarenmesse monitorava con grande attenzione la situazione che però, come sappiamo tutti, è imprevedibile ed estremamente veloce. La variabile della presenza cinese era già un fattore importante, nel senso che non sapevamo effettivamente quanti dei 1.200 espositori sarebbero realmente arrivati così come era già stato messo in conto una flessione dal punto di vista dei visitatori. Lo scenario è completamente cambiato con l’evolversi della situazione italiana. A quel punto è stato subito chiaro che la conta delle defezioni sarebbe aumentata in maniera esponenziale. Certamente ci si è trovati ad affrontare una situazione del tutto nuova e inaspettata che ha creato non poco nervosismo, tuttavia penso che una maggiore prudenza e un miglioramento nella comunicazione, in futuro, vadano presi in considerazione.

Qualche dato. Di che numeri stiamo parlando? Ad esempio quanti espositori italiani avevano dato forfait? E una stima dei visitatori l’avevate fatta?
Se parliamo di espositori italiani, va detto che i rinunciatari erano circa 50; una cifra che inevitabilmente sarebbe aumentata ulteriormente nei giorni a venire. Della partecipazione cinese ho già detto mentre del resto dei Paesi presenti era un po’ difficile fare una stima, ma va da sè che il numero delle disdette non avrebbe potuto che aumentare. Per quanto riguarda i visitatori la stima di Eisenwarenmesse era di una flessione, prudenziale, del 20%, con aumenti progressivi.

Ora è stata rimandata al 2010. Si sanno già le nuove date?
No, non ancora, tuttavia posso anticipare che si parla della seconda metà di febbraio. Era l’unico periodo possibile su un calendario che per Koelnmesse, nella seconda parte del 2020, è molto fitto. Per le dimensioni della manifestazioni non era possibile prima.

Quindi? Diventerà una manifestazione in anni dispari?
No, l’edizione successiva è prevista per il 2022.

Dal punto amministrativo cambia qualcosa per gli espositori?
No, rimane valido il contratto e le condizioni in essere, tuttavia non nego che la materia sia delicata, in particolare per coloro che in quelle date non saranno disponibili. E poi ci saranno anche possibili nuovi arrivi di quanti non avevano potuto partecipare all’edizione prevista per marzo 2020.

In che modo le associazioni di categoria sono state coinvolte nella decisione? E come hanno accolto la ricollocazione in calendario?
Naturalmente abbiamo tenuto conto di tutti gli attori coinvolti e va detto che anche le associazioni si sono dichiarate all’unanimità favorevoli allo spostamento di data.

...le associazioni degli albergatori tedeschi un po’ meno…
Immagino di sì, ma Koelmensse si sta muovendo in modo che espositori e albergatori non escano danneggiati, con lo slittamento delle prenotazioni direttamente nelle date del 2021, così come con i biglietti aerei. Ad esempio con Lufthansa stiamo lavorando per uno spostamento delle prenotazioni senza l’aggravio di penali.

Infine, qual’è la sua opinione personale circa lo spostamento di data?
Penso che sia stata presa la decisione migliore.



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